Golden Precepts of Esotericism

Precetti Aurei dell'Esoterismo

di G. de Purucker


1.a edizione, 1931
2.a edizione, 1935
3.a edizione revisionata, 1979 © dalla Theosophical University Press
4.a edizione pubblicata nel 2010

Traduzione italiana di Nicola Fiore © 2016. Versione elettronica ISBN 978-1-55700-240-2. Quest' edizione può essere scaricata gratuitamente per uso personale. Tranne che per qualche breve estratto, nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta o trasmessa per uso commerciale o per altro uso senza chiedere il permesso alla Theosophical University Press.


Contenuti


Prefazione alla Terza Edizione

Riconoscendo che "la necessità di opere devozionali di Esoterismo oggi è più grande che in passato," G. de Purucker ha pubblicato i Precetti Aurei dell'Esoterismo. È un piccolo libro, ma tratta temi estesi ed impellenti: il sentiero interiore nel cuore dell'essere; i pensieri e la loro influenza sul carattere; come affrontare il dolore, la vecchiaia e la morte; la potenza dell'amore, l'amore altruistico che abbraccia tutta l'umanità; e, infine, la scelta fatta da ogni aspirante: o sottoporsi alla disciplina superiore e all'allenamento solo per il proprio beneficio personale, oppure per portare la luce e la saggezza ad ogni essere vivente sulla terra.

La prima edizione, pubblicata nel 1931, comprendeva estratti presi dagli argomenti delle conferenze pubbliche e private del Dr. De Purucker durante i primi due anni della sua Presidenza della Società Teosofica (1929-1942) e trasformati in forma dialogata da G. B., un amico e studente dell'autore. Nel 1935, in risposta alle domande dei lettori all'estero e negli Stati Uniti, il Dr. De Purucker elaborò una seconda edizione in cui le domande erano omesse e l'insegnamento era presentato in forma narrativa. Il libro ebbe numerose ristampe e fu tradotto in parecchie lingue europee. Il presente volume segue rigorosamente questa seconda edizione com'è stata rivisitata dall'autore. Il Dr. De Purucker sperava che altri sarebbero stati "illuminati dalla stessa luce e che avrebbero ricevuta la stessa ispirazione" che egli stesso aveva ricevuto assorbendo, per tutta la vita, gli ideali e gli insegnamenti delle Scuole Misteriche.

Grace F. Knoche
21 giugno 1979
Pasadena, California


Capitolo I

Il Sentiero che Porta al Cuore dell'Universo

In ogni cuore umano c'è un desiderio che niente può soddisfare o placare — un desiderio di qualcosa di più vero della natura dei comuni esseri umani, un desiderio del reale, un desiderio del sublime. È la nostalgia dell'anima, dello spirito-anima dell'uomo. La sorgente di quest'anelito è la nostalgia, creata dalla memoria dell'anima, della nostra dimora spirituale, da cui siamo venuti e verso cui ci dirigiamo nel nostro viaggio di ritorno.

Gli uomini, inconsciamente e intuitivamente, al di là dalla mente-cervello, osservano la visione sublime sulle cime montuose del mistico Oriente; è la nostalgia ardente per l'indescrivibile, per l'immortale, per l'eterno, per ciò che porta una pace indicibile, e per un amore che nella sua estensione non ha confini! Ogni cuore umano lo percepisce, ed è il potere salvifico nell'uomo, la cosa che gli dà speranza e aspirazione, che eleva la propria anima con il riconoscimento della gloria che una volta era sua.

Luce per la mente, amore per il cuore, comprensione per l'intelletto: tutti questi sentimenti devono essere soddisfatti nell'uomo prima che egli abbia la vera pace.

Vi è un sentiero, un sentiero sublime di saggezza e illuminazione che comincia, per ogni essere umano, nella vita di una qualunque incarnazione su questa terra, e da allora in poi porta verso l'interiore, perché è il sentiero della coscienza e della realizzazione spirituale che porta sempre di più verso l'interiore, sempre di più, ancora di più verso l'interiore, verso il mistico Oriente, che è il cuore dell'universo, ed è il nostro cuore — il sole nascente della coscienza spiritualmente divina in noi.

Ogni facoltà, energia, ogni cosa, è nel nucleo del cuore del nostro essere, che è la nostra strada, per così dire, tramite la quale progrediamo dal cuore dell'Essere, che è la nostra identità spirituale.

Il sentiero che porta al cuore dell'universo è uno, e tuttavia è diverso per ogni essere umano. Il significato è che ogni essere umano è quel sentiero — quel sentiero costruito dal pensiero e dalla coscienza, e dalla fabbrica del nostro essere. È costruito con il materiale del cuore della natura.

C'è una lunga strada, ed è anche ampia. È la strada sulla quale scorre per noi il flusso di energia della natura e, seguendo questa strada, raggiungeremo la perfezione al momento giusto; ma questa strada ha un'evoluzione lenta, che dura a lungo, muovendosi in avanti poco per volta in ogni vita, attraverso ere incalcolabili.

Vi è un'altra strada, ripida e spinosa, difficile da seguire, ma che i Grandi Esseri della razza umana hanno percorso. È la strada veloce, ma difficile. È la strada dell'auto-conquista, la strada della rinuncia a sé per il Tutto, la strada con la quale l'uomo personale diventa il Buddha impersonale, il Cristo impersonale; la strada per la quale l'amore per se stessi è abbandonato, e tutto il nostro essere si riempie d'amore per ogni cosa, sia grande che piccola. È una strada difficile da seguire, perché è la strada dell'iniziazione; è il sentiero ripido e spinoso che porta agli dèi; perché, quando saliamo verso le altezze dell'Olimpo dobbiamo percorrere il sentiero che si trova davanti a noi.

In Oriente abbiamo da tempo immemorabile quattro sentieri[1] che le quattro classi o tipi di uomini seguono, secondo l'antica dottrina dell'Indostan.

Il primo è karma mārga, il "sentiero dell'azione" — la salvezza mediante le opere.

Il secondo è bhakti mārga, il "sentiero della devozione — la salvezza tramite la fede.

Questi due sentieri di questi due sistemi che perfezionano il cuore e la mente degli uomini sono più o meno conosciuti anche in Occidente, e sono stati chiamati rispettivamente salvezza mediante le opere e salvezza tramite la fede. Ma questi due sentieri non sono i più elevati.

Il terzo sentiero è rāja-yoga mārga, il "sentiero del rāja-yoga"; il sentiero che l'entità che progredisce segue per ottenere la libertà e la luce, per ottenere la vera unione con il sé per mezzo di sforzi auto-indotti. E il quarto sentiero, considerato il più prezioso per gli uomini, era chiamato jñāna mārga, il "sentiero della saggezza"; il sentiero dei grandi veggenti e saggi e, generalmente parlando, della parte più nobile dell'umanità.

Belli sono i sentieri, sublime la meta, e veloci sono i piedi di coloro che seguono la via della tranquilla, piccola voce interiore, una via che conduce al cuore dell'universo. Questo è il nucleo del messaggio dei grandi Misteri dell'antichità — l'unione del semplice essere umano con la sua sorgente divina, con la radice di se stesso, vincolato a quello che è il Tutto, perché quel nucleo è una scintilla del Fuoco centrale, una scintilla della divinità; e questa scintilla è in ciascuno.

La divinità è nel cuore di tutti, è la nostra radice. È il centro del cuore del nostro essere; e noi possiamo ascendere lungo il sentiero del sé spirituale, passando al di là di tutti i veli dell'egoismo oscurante, fino a ottenere l'unità con quella divinità interiore. Questa è l'avventura più sublime che l'uomo conosca — lo studio del sé dell'uomo.

Così scalerete le montagne non solo del Parnaso e dell'Olimpo, ma nel tempo, seguendo il sentiero interiore dell'auto-conoscenza, crescerete così rapidamente nella comprensione e nella visione interiore, che i vostri occhi guarderanno ammirati i campi e le distese più imponenti della luce interiore, svelandovi i più sacri e ammirevoli misteri dell'universo illimitato.

Il primo passo sul sentiero che porta al cuore dell'universo è di riconoscere la verità che tutto proviene dall'interno. Tutte le ispirazioni del genio, tutti i grandi pensieri che hanno creato e distrutto le civiltà, tutti i meravigliosi messaggi che sono stati rilasciati dai Grande Esseri della terra agli esseri umani loro simili — tutte queste cose provengono dall'interno. La battaglia dell'unione, verso l'unione, per l'unione, con il vostro dio interiore, è per metà già vinta quando riconoscete questa verità.

Com'è splendido il sentiero successivo che vediamo! Com'è glorioso! Entrando sempre più all'interno, il che equivale a dire sempre più in alto, fino a diventare uno con il vostro lignaggio: gli dèi che governano e dirigono l'universo, e di cui gli uomini sono i figli.

La nostra parte più intima è un dio, una divinità vivente; e da questa sorgente divina scaturiscono verso il basso, nella nostra mentalità umana, tutte le cose che creano l'amore e la forte speranza, l'ispirazione e l'aspirazione e, più nobile di tutti, l'auto-sacrificio.

In noi giacciono tutti i misteri dell'universo. Attraverso il sé interiore, la nostra natura spirituale, troviamo una strada che raggiunge veramente il cuore dell'universo. Se percorriamo quella strada addentrandoci sempre più all'interno, se possiamo andare in noi stessi, sollevare uno per uno i veli dell'egoismo, sempre più profondamente in noi stessi, penetriamo sempre più profondamente i portentosi misteri della natura universale.

Conoscendo noi stessi, progrediamo più rapidamente del comune funzionamento del corso evolutivo; e quando questo ritmo è accelerato al massimo, ci sono le iniziazioni, che sono, di fatto, delle scorciatoie, ma solo per chi è idoneo e pronto a prendere queste scorciatoie difficili, molto difficili. La crescita procede passo per passo.

Questo sentiero è definito come una strada, ma è l'apertura del cuore dell'uomo — non il cuore fisico ma il cuore dei suoi poteri e facoltà spirituali, intellettuali e fisici. Questa è la dottrina del cuore, la dottrina segreta, la dottrina che è nascosta. La dottrina dell'occhio è quella che possiamo vedere, ed è più o meno evidente.

Quelli le cui facoltà e poteri interiori sono arrivati ad agire più concretamente e funzionano coscientemente, le cui nature interiori sono state sviluppate, poiché crescono dall'infanzia alla maturità, in una qualsiasi vita, sono quelli idonei, i neofiti, le cui nature si stanno schiudendo, e che hanno orecchie per sentire e occhi per vedere quello che si presenta davanti a loro.

Quelli che hanno l'intuizione di qualcosa di più grande interiormente, di qualcosa di splendido e di grande, di qualcosa che cresce nel cuore e nella mente, come il fiore che spunta: sono questi gli esseri che alla fine vedranno di più, sono questi gli iniziati che si sviluppano tra i grandi veggenti e saggi.

In natura non esiste alcun favoritismo. L'antica, vecchia regola è vera. L'uomo prende ciò che egli stesso può ricevere — ciò che egli stesso è.

L'uomo è una parte inseparabile dell'universo in cui vive e agisce e ha il suo essere. Non c'è separatività di nessun tipo tra le sue radici e le radici dell'universo, non c'è alcuna distanza tra loro. La stessa vita universale scorre attraverso tutte le cose che sono. Lo stesso flusso di coscienza percorre il potente Tutto, e attraverso il potente Tutto dell'universo scorre quindi attraverso l'uomo, una parte inseparabile di quell'universo. Questo significa che vi è un sentiero mediante il quale possiamo venire in intima relazione con il cuore dell'universo stesso; e quel sentiero siamo noi, il nostro essere interiore, la nostra natura interiore, il nostro sé spirituale. Non il sé dell'uomo ordinario, che è un labile riflesso dello splendore spirituale interiore, ma quel sé interiore di pura coscienza, di puro amore per tutto ciò che è, immacolato e senza macchia terrestre — il nostro essere spirituale.

Seguendo questo sentiero che porta al proprio dio interiore, il nostro sé superiore, raggiungeremo tutti i misteri e le meraviglie dell'infinitudine senza limiti, attraverso il tempo senza fine; e una tale felicità, pace e beatitudine, amore e ispirazione, riempiranno tutto il nostro essere, cosicché ogni respiro sarà una benedizione, e ogni pensiero un'ispirazione sublime.

Come possiamo vivere la vita per avanzare su questo sentiero? Un cuore limpido, una mente pura, un intelletto appassionato, cercando di ottenere la chiara percezione spirituale: sono questi i primi passi dei gradini d'oro che ci portano al tempio della saggezza della natura. Questo "vivere la vita" non ha niente a che fare con l'insensatezza dell'ascetismo, come torturare il corpo, e tutti i mezzi inutili e autodistruttivi. No, nient'affatto.

C'è nel mondo un'idea totalmente sbagliata: che il modo per ottenere il "regno dei cieli" (per usare la comune fraseologia cristiana) sia quello di rinunciare alla propria virilità; che il modo per crescere forti sia quello di diventare un folle; e che il modo per raggiungere la pace e l'armonia divina sia di diventare un imbecille sulla terra. Il cosiddetto asceta è sul sentiero sbagliato. Un uomo non otterrà mai il regno dei cieli semplicemente vivendo di carote e patate, o dormendo solo mezz'ora di giorno o di notte, o giacendo su un letto di chiodi, o astenendosi da questo e avendo a che fare semplicemente con il corpo fisico.

Oh, il quadro che ho visto degli uomini che sottomettono il corpo, come essi pensano, e tuttavia hanno la mente distorta e degradata dalla corruzione! L'iniquità non è nel corpo; agire male non è del corpo. Il corpo è uno strumento irresponsabile della nostra volontà e della nostra intelligenza. È la nostra volontà e la nostra intelligenza che dobbiamo allenare; alleniamo noi stessi e presto diventeremo veri uomini e saremo sul sentiero che porta alla divinità umana.

Non uccidete la vostra personalità, non annientate la vostra personalità nel senso di cancellarla. Voi stessi l'avete portata in esistenza; è una parte di voi, la vostra parte emotiva e fisica, la vostra parte mentale inferiore, la vostra parte passionale, il lavoro evolutivo di eoni su eoni del passato. Elevate la personalità. Ripulitela, allenatela, adattatela armoniosamente e simmetricamente alla vostra volontà e al vostro pensiero, disciplinatela, fatene il tempio di un dio vivente, affinché diventi un veicolo adatto, un canale purificato e immacolato per far passare nella coscienza umana i raggi di gloria che scaturiscono dal dio interiore — perché questi raggi di gloria sono i raggi della coscienza dello spirito, della coscienza spirituale o divina.

Non è sminuendo la personalità ciò che libera l'uomo spirituale; è l'elevazione della personalità nella spiritualità, che è il lavoro dell'evoluzione. È la stessa cosa che l'evoluzione naturale, nel suo processo di lunghe ere, sta cercando di compiere — elevare l'inferiore perché diventi superiore — non per ucciderlo, non per abbatterlo.

Siate i più santi e nobili e puri che possiate pensare. Allora potete dimenticare il vostro corpo, dimenticare la vostra personalità che il corpo esprime; e per personalità intendo tutte le vostre facoltà inferiori: la parte mentale ed emotiva inferiore, i capricci e i vostri piccoli problemi. Salvate le vostre parti inferiori usandole a scopi più nobili e superiori.

Quando il personale si sarà trasfigurato, quando il personale sarà capace di manifestare più o meno completamente il sublime flusso proveniente dal dio dentro di voi — il vostro splendore interiore, spirituale-divino — allora camminerete sulla terra come un dio umano, e agirete come un dio. Ciascuno è il rappresentante sulla terra del proprio dio interiore, e noi rappresentiamo la sfera fisica come pure l'essenza divina che scaturisce attraverso il nostro essere, nella misura in cui la nostra evoluzione ci permette di manifestare. Quindi, cominciate fin da ora ad esprimere il dio dentro di voi. Lo potete fare, e allora la ricompensa che ne verrà sarà indicibilmente grande e bella.

In proporzione a quanto siete uniti al vostro dio interiore, alla sorgente della divinità che scaturisce perennemente attraverso il vostro essere interiore, la vostra coscienza ascende e si espande in potere ed estensione, per cui, con la crescita interiore, viene la visione, da un lato, e l'espansione della coscienza dall'altro, per interpretare quella visione.

Dirigete il vostro sguardo all'interno, non all'esterno; e questo non significa solamente l'abbandono dell'estrospezione a favore dell'introspezione, non è questa l'idea. Dovete guardare in entrambe le direzioni. Ma non cercate la verità in qualche luogo, cercatela solo nella facoltà che riconosce la verità, che è il vostro sé interiore, perché solo lui può riconoscere la verità.

È la mente-cervello attiva, piena di pensieri quotidiani, piena di desideri del momento, piena di pregiudizi e opinioni che sono così transitori — e da cui, più di qualsiasi altra cosa, questa mente-cervello attiva è afflitta — che impedisce la vostra visione della verità, impedisce che voi otteniate la sublime visione.

Non potete conoscere la verità se non con il conoscitore; non potete comprendere alcuna cosa fuori di voi, potete farlo solo attraverso l'intenditore che è in voi; e tuttavia, ciò che è fuori di voi è anche dentro di voi, perché siete parte inseparabile dell'universo, del quale siete figli. Ogni entità è una parte inseparabile del Tutto illimitato, perché ne è la progenie, il figlio, per così dire, vita della sua vita, sangue del suo sangue, pensiero del suo pensiero. E il modo per ottenere la sublime visione è di guardarvi dentro, seguendo il tranquillo, ancor piccolo sentiero della conoscenza interiore. Questo è ciò che significa l'ingiunzione: Uomo, conosci te stesso!

Quindi, niente vi fuorvierà, niente può dunque danneggiare o cambiare quello che voi siete nel nucleo del vostro cuore, perché la divinità combatterà per voi, la divinità si farà carico dei vostri fardelli. Dove ora il vostro cuore è lacerato e afflitto nel dolore e nei dispiaceri, per cui spesso non sapete cosa fare, allora l'amore e la pace verranno furtivamente nel vostro cuore e guideranno, faranno luce, perché illumineranno il vostro sentiero verso gli dèi, quel sentiero che siete voi stessi, il vostro sé divino, che è radicato nella divinità, nel profondo delle cose. Seguite quel sentiero fino ad entrare nella vita della divinità cosmica come un dio auto-cosciente.

La via per trovare questo sentiero, il modo per approcciarlo, è l'oblio di sé, proprio come quando, su una lontana cima di montagna voi vedete l''alba, e tutte le cose piccole e personali si allontanano da voi. L'uomo che dimentica se stesso è grande; e la donna che dimentica se stessa è sublime. L'oblio di se stessi (mirabile paradosso!) è la via per trovare il sé divino.

Ogni facoltà della natura umana dev'essere portata in attività in questo grande e sublime lavoro. Nessuna entità imperfetta può ascendere alle vette del Parnaso, nessun essere umano può salire sulle vette dell'Olimpo se non è egli stesso prossimo a diventare un dio, sviluppando la divinità dall'umanità.

Quindi, dev'essere sviluppata anche la facoltà intellettuale, essendo una delle più nobili nella costituzione umana interiore. L'intelletto e il sentimento devono coesistere. Sono entrambi necessari. Quando questi due sono uniti e simpateticamente cooperanti, allora abbiamo il saggio, il veggente. Non potete raggiungere le vette lasciando una parte di voi nelle valli. Dovete salire — compatti. Allenate la mente, allenate la volontà, allenate il cuore, allenate l'intelligenza.

Quando vi rivolgete al vostro sé superiore, che è la parte più elevata della vostra costituzione, quando diventate il Buddha interiore, quando diventate il Cristo in voi, quando abbandonate la personalità fisica e la personalità mentale, e le cose inefficienti che vi distraggono e vi preoccupano e provocano la vostra afflizione e vi arrecano dolore e sofferenza, voi entrate nella luce sublime dello spirito, e trasformate la personalità in divinità. Vale la pena abbandonare qualsiasi altra cosa per ottenere ciò, perché quando un uomo abbandona la sua vita per amore del Cristo in lui, egli lo troverà, perché così facendo trova la vita universale.

Così facendo, voi non rinunciate a niente che abbia un valore intrinseco e reale. Non abbandonate niente che sia meritevole e nobile. Quello che fate significa liberarvi dei ceppi, delle catene che vincolano le vostre facoltà interiori, e di fare i primi passi nella libertà e nella luce.

Chi vorrebbe rimanere di sua volontà in una prigione? Abbandonate il vostro sé personale, inferiore e materiale, la vostra vita egoistica su questo grossolano piano fisico, e allora comincerete a percepire l'esistenza della vita eterna, con tutta sua concomitante saggezza e potere, e tutto lo sviluppo della facoltà e della visione che allora matureranno in voi. Quando riuscirete a farlo, allora avrete veramente la sublime visione.

Nel lontano Oriente mistico, sulle cime delle montagne dello spirito, vedrete sorgere il sole. Voi stessi entrerete nella luce e nella libertà. Non sarete soggetti ai dettami di qualcuno, non sarete controllati da qualcuno, diventerete uomini liberi: liberi nello spirito, liberi d'intelletto, perché sarete diventati uno con la natura spirituale. Sarete entrati nel tempio dell'Essere Santo dentro il profondo del vostro cuore, e lì, nell'adito, vedrete il vostro dio interiore.

Com'è meravigliosa, santa, sublime, ispirante come nessun'altra cosa, questa verità: che in ciascuno c'è un'indicibile sorgente di forza, saggezza, amore, compassione, perdono, purezza! Unitevi a questa sorgente di forza, è in voi, nessuno potrà mai portarvela via. Il suo valore è più eccellente di tutti i tesori dell'universo, perché conoscendola, identificandovi in essa, voi siete il Tutto.

Un'intelligenza illuminante pervade tutte le cose; e ciò che è in una stella è nel fiore ai vostri piedi; ed è il riconoscimento istintivo di questa bellezza che ha ispirato il poeta a parlare del fiore come una stella di bellezza. La stessa forza di vita scaturisce attraverso il fiore come attraverso la stella; la stessa fiamma ardente dell'intelligenza gli dà la sua squisita forma, l'aspetto, il colore, e questa è la stessa fiamma ardente dell'intelligenza che controlla il passaggio delle stelle lungo il loro percorso cosmico.


Capitolo II

Vecchiaia, Malattia, e Morte

Com'è bello il mondo che ci circonda! Il sorgere del sole sulle cime montuose dell'Oriente è una delle cose più squisite e belle che io conosca. È così bello perché evoca in noi una comprensione armoniosa simile alla bellezza naturale che vediamo dipinta sul cielo orientale. Quindi, tutta la bellezza è nella coscienza del percepitore, dove ci sono veramente tutte le cose che conosciamo.

Non potete vedere la bellezza esterna se non avete la bellezza dentro di voi. Non potete comprendere la bellezza se voi stessi non siete belli interiormente. Non potete percepire l'armonia se non siete voi stessi l'armonia nella vostra intimità interiore. Tutte le cose che valgono sono in voi, e il mondo esterno vi offre semplicemente lo stimolo, l'incentivazione, e di esercitare la facoltà della comprensione dentro di voi.

C'è bellezza nella comprensione, e la comprensione deriva solo da un cuore che comprende, per quanto possa sembrare paradossale al primo ascolto. È il cuore che comprende ad avere la visione.

Il veggente si allena ad aprire l'occhio che vede, e la natura gli parla con toni che, ogni anno, crescono sempre più incantevoli, più mirabili, perché egli diventa sempre più grande dentro di sé. La sua comprensione è estesa e approfondita. Il sussurrio degli alberi, il mormorio delle foglie e il loro fruscio, il lento rimbombo delle onde sui ciottoli della riva, il frinire del grillo, il tubare delle colombe, il suono di una voce umana — spesso stridente — per lui sono meraviglie. Egli riconosce la sua affinità con tutto ciò che esiste, realizza di non essere che un elemento in un mosaico di vita davvero mirabile al quale è inseparabilmente legato, e anche che la visione, quando si sviluppa, diventa sempre più bella e sublime; ed egli riconosce che la sublime visione è lì, e si sforza di vederla ancora più chiaramente.

Avendo l'occhio che vede, potreste imparare da ogni albero, ogni fiore, ogni atomo del minerale che scricchiola sotto i vostri piedi quando camminate sulla superficie del suolo, da ogni cosa che è. Avete mai guardato nell'incavo di un fiore? Avete mai studiato la bellezza, la simmetria, la gloria intorno a voi? Avete mai guardato il sorgere o il tramonto del sole meravigliandovi dei colori dipinti sull'orizzonte orientale o occidentale? Avete mai guardato profondamente negli occhi di un altro essere umano, guardandolo con un occhio che vede il proprio simile? E avete mai trovato in lui qualcosa di meraviglioso? Da che mondo magnifico siamo circondati! Tuttavia, con tutta la bellezza che ci circonda, il cuore soffre, e la mente è sopraffatta dal pensiero del dolore dell'umanità provocato da tre terribili problemi — vecchiaia, malattia, e morte.

Imparate a controllare la mente. L'uomo è figlio degli dèi, e la sua mente dovrebbe essere divina, i suoi pensieri anelanti, il suo cuore incessantemente aperto sempre di più all'amore; e quindi anche la sua indole dovrebbe essere divina.

Penetrate nelle silenziose dimore dei vostri cuori; entrate nelle camere così calme e tranquille del vostro essere interiore. Imparerete presto a bussare alle porte del vostro cuore. La pratica rende perfetti. L'intuizione allora verrà. Riceverete immediatamente la conoscenza; conoscerete all'istante la verità. Questa è la Via, questo è l'insegnamento.

In queste silenziose dimore ricevete l'illuminazione, ricevete le visioni della verità, perché il vostro spirito — il vostro centro, il vostro cuore — è andato proprio nell'intimo dell'essere, dal quale è nato, dal quale non si è mai separato, dal quale è originariamente scaturito, e con il quale siete in comunicazione diretta e continua.

Realizzate questa meravigliosa verità, prendetela a cuore. Vi sono sorgenti inesauribili di saggezza, di conoscenza, e d'amore — si, e di potere — potere innanzitutto su di sé, che significa potere sulla natura in cui viviamo, agiamo e abbiamo il nostro essere. Perché il nucleo del vostro essere è il dio interiore, lo spirito divino, lo spirito Cristico, lo splendore Buddhico.

È in queste tranquille dimore dell'anima, in questi profondi silenzi del cuore — vale a dire le profondità più intime dell'essere umano — che entrano i Grandi Esseri quando vogliono acquisire più luce e una maggiore conoscenza, perché, così facendo, entrano proprio nella struttura e nella fabbrica dell'universo, e quindi conoscono direttamente la verità, perché nelle loro menti e intelligenze — nell'organo che fa da tramite e che chiamiamo mentalità — diventano un tutt'uno con quell'universo, vibrando simpateticamente in sincronia con le vibrazioni su tutti i piani dell'Eterna Madre. Lì diventano uno con il Tutto, e quindi conoscono la verità intuitivamente.

Non dovete aver paura della vecchiaia. Chi ha vissuto bene, chi ha vissuto lealmente e ha pensato in modo elevato, quando l'età arriva su di lui e il corpo s'indebolisce e i veli fisici si diradano, egli vede, e vedendo acquisisce conoscenza. La sua visione passa dietro i veli della materia, perché egli sta diventando lentamente familiare con i misteri oltre il velo che gli uomini chiamano morte. Per un certo periodo di tempo, che dipende dall'intervallo che precede la morte, l'anima si ritira dal corpo invecchiato. Questo riguarda il cosiddetto avanzare dei sintomi e dei fenomeni fisici dell'età, della vecchiaia. Ma questo allontanamento dell'anima di solito è pacifico e tranquillo, ed è il modo della natura di far venire la morte come una quieta benedizione di pace e armonia.

La morte è nascita, nascita; mentre è effettivamente una rottura quando la morte sopraggiunge in giovane età, la morte per i nostri cari vecchi arriva in pace e tranquillità, muovendosi furtivamente nel loro essere come un angelo di misericordia, sciogliendo i legami che vincolano l'anima al suo veicolo di carne; e il passaggio è tranquillo e dolce come il calare del crepuscolo che precede la notte, ed è un sonno beato.

Ogni essere umano può evitare una vecchiaia piena di dolori, o almeno modificare in ampiamente le sue difficoltà; e questo possiamo ottenerlo vivendo umanamente, vivendo nel nostro sé superiore, invece di idealizzare i bisogni e i desideri del nostro corpo. Allora la vecchiaia arriva impadronendosi di noi, portando con sé benedizioni, e incrementando tutte le facoltà e i poteri superiori, per cui l'approccio della vecchiaia vibra con le armonie di un altro mondo, e gode le sue visioni di verità e gloria.

Se la precedente vita è stata vissuta rettamente, la vecchiaia è una benedizione. Porta con sé cose altrimenti irraggiungibili, come ad esempio un'espansione della coscienza della quale non sappiamo niente. Porta con sé una crescita di potere intellettuale che, a causa della sua portata, la persona non ancora sviluppata, il giovane, l'anziano, non comprendono e, quindi, l'attribuiscono alle vaghe generalizzazioni del nonno. Il nonno, in tal caso, è più vicino alla verità e vede più di quanto possa vedere l'occhio del giovane. Una bella vecchiaia porta un'espansione dell'anima, non solo dell'intelletto, ma della coscienza spirituale e delle sue visioni.

Tuttavia, qualche volta, quando la vita è stata vissuta nei grossolani desideri fisici, quando, per così dire, i legami che uniscono l'anima al corpo sono stati compiacentemente fissati nel veicolo di carne in appetiti grossolani, allora anche in vecchiaia la morte è dolorosa, perché non è avvenuto il naturale ritiro dell'anima, o almeno non a un grado esteso, né si è raggiunta in modo decoroso la vecchiaia fisica prima che finalmente arrivi la morte.

Non abbiate paura della vecchiaia. È una benedizione. È uno splendore visto attraverso un velo della vita nell'aldilà, la vita superiore, la vita in cui vive letteralmente l'ego superiore che s'incarna. Le ombre — gli eventi futuri che proiettano le loro ombre in anticipo, le ombre dello splendore futuro — questa è una bella vecchiaia.

Le malattie, il secondo dei guai che affliggono l'umanità, sono processi catartici, processi di purificazione, e per gli uomini del nostro attuale stadio imperfetto, in moltissimi casi, sono come una benedizione del cielo. Sono una cura per l'egoismo. Insegnano a essere pazienti. Fanno in modo che la mente si soffermi sulla bellezza della vita, sulla necessità di vivere giustamente. Ci rendono gentili e in sintonia con gli altri.

Considerate l'uomo comune di oggi, nel suo stadio imperfetto d'evoluzione: passionale, con emozioni senza freni, con ardenti desideri di sensazioni, sempre più sensazioni, e ancora di più. Considerate per un momento se gli uomini di oggi, così come sono, avessero corpi che non potessero ammalarsi, ma che potessero essere fiaccati e uccisi dagli eccessi. Non vedete che le cose, per come sono, hanno un lato molto favorevole? Le malattie, in effetti, sono i nostri ammonimenti a riformarci e vivere in conformità alle leggi della natura.

Ricordate che non è una natura estranea e tirannica che porta la malattia su di noi. Le malattie, con le loro concomitanti pene e afflizioni, sono i nostri migliori consiglieri. Ammorbidiscono i cuori, ampliano la mente, ci danno un'opportunità per l'esercizio della volontà e un campo per il gioco dei nostri istinti morali. Instillano nei nostri cuori anche pietà e compassione per gli altri.

È vero che ciascuno di noi è responsabile delle sue malattie e delle sue disgrazie; tutte le disgrazie della vita le abbiamo procurate noi a noi stessi. Le abbiamo meritate perché siamo i loro genitori. Arrivano su di noi, noi stessi le accogliamo, e riceviamo semplicemente la reazione, gli effetti, dei semi dei pensieri e delle azioni impiantati in passato — una dottrina mirabile, karma!

Tuttavia, "bene" e "male" sono relativi. Chiamiamo buone le cose che ci fanno piacere, e se non le gradiamo, diciamo che sono cattive. Ma proprio la cosa, o le cose che allora non abbiamo gradite, in alcuni casi si sono rivelate in maniera splendida per noi, portandoci buona fortuna, felicità, e come minimo hanno rafforzato la fibra del nostro carattere, che è più meritevole di qualsiasi altro tesoro al mondo. Ci hanno dato intuito, hanno sbloccato i poteri del nostro cuore, ci hanno resi capaci di pensare; in breve, hanno fatto di noi un uomo.

Tutto ciò che ci accade l'abbiamo prodotto noi stessi all'inizio. Noi abbiamo impiantato i semi. Ora i semi sono sbocciati su di noi, e diciamo: Non riesco a capire come possa essermi accaduta una cosa del genere. Ma è accaduta, e se la prendiamo per il verso giusto e l'affrontiamo idoneamente, e reagiamo appropriatamente, e la consideriamo proprio la cosa che abbiamo scelto, diventiamo collaboratori del destino, e diventiamo felici, e maturiamo. La forza diventa nostra. La saggezza cresce nei nostri cuori.

Voglio descrivervi il caso di un uomo molto buono e magnanimo. Improvvisamente i è colpito, diciamo, per rendere il caso pittoresco e arguto, da una malattia ripugnante e terribile. Per quanto egli ne sappia, niente nella sua presente vita l'ha provocata. È improvvisamente e inesplicabilmente colpito, per cui, per qualche tempo, odia se stesso; e la sua anima in agonia si rivolge agli dèi che non ascoltano, e dice: "Cosa ho fatto per meritarmi questa cosa?" Diremo forse che egli è un uomo cattivo? No, egli è un uomo buono; ma questo è un caso in cui i semi da altre vite passate non erano ancora sbocciati finora, fino a quel momento non avevano ancora fruttificato, ma ora l'hanno fatto. Ora sono spuntati fuori. Forse in vite passate volevano sbocciare ma, in un modo o l'altro, furono bloccati.

La lezione che ne ricaviamo, dunque, è questa: quando la disgrazia piomba su di voi, quando il dolore tortura il vostro cuore, e quando sembra che il mondo intero vi si rivolti contro, affrontate il tutto, e una volta fatto, in futuro, quando il vostro carattere sarà più forte e migliorato, non avrete messo da parte per voi stessi alcun seme immaturo del destino karmico, che possa sbocciare e portarvi più infelicità di quanta possa portarvene ora.

Vi sono stati uomini grandi e nobili, discepoli avanzati sul sentiero, ai quali sono accaduti simili eventi. I vecchi semi karmici, rinviati, messi da parte, costretti a sparire — ora spuntano e apparentemente rovinano una nobile vita.

Così, quando arriva il dolore, quando nella vostra vita appare la sofferenza, quando l'afflizione vi attanaglia, teneteli nel vostro cuore, perché essi sono i risvegliatori. Spesso i piaceri vi cullano al sonno; le cosiddette gioie v'invitano a dormire. Sono il dolore, la sofferenza, il cambiamento, che non vi piacciono — proprio queste tre cose sono i vostri risvegliatori. Afferrate la verità di quest'affermazione! Vi darà forza; vi darà pace; vi renderà capaci di affrontare i problemi della vita con la mente illuminata; vi arrecherà aiuto e conforto.

Ricordate, è solo il finito che soffre; ugualmente, è il finito che ama. È il finito che fa queste cose, perché impara. Imparando, crescendo, non importa quanto piccolo o grande possa essere — insetto e dio, superdio e atomo della terra — tutti imparano e crescono, attraversano quindi le fasi della felicità e della beatitudine, e anche della sofferenza e del dolore.

Ogni cosa che esiste è un'opportunità d'imparare per l'occhio percettivo e il cuore comprensivo, il che significa crescere; e quando realizzate che la sofferenza e il dolore sono due dei mezzi tramite i quali cresciamo, allora viene la pace per il cuore e il riposo per la mente.

Cos'è che rende maestosa la quercia? Sono lo zefiro gentile e la pioggia che scroscia leggermente? La quercia dovrebbe essere debole e cedevole come un salice esposto alle ventate, se così fosse la verità. No, le tempeste e le bufere hanno il loro modo d'agire con la quercia, e la quercia reagisce irrobustendosi e rafforzandosi; lottando con le bufere e le tempeste, cresce fortificandosi.

Gli esseri umani imparano molto più rapidamente delle piante cosiddette inanimate. Non c'è niente che impari così rapidamente e facilmente come fa il cuore umano. Quindi, non rifuggite la sofferenza e il dolore, perché sono insegnanti migliori di quanto lo siano la felicità e l'appagamento compiaciuto. Quest'ultimo è quasi un suicidio spirituale — siete così compiaciuti e soddisfatti di voi stessi e di ciò che siete, da addormentarvi. Ma la natura non sarà sempre così. Alla fine viene l'impulso karmico, lo stimolo karmico, e allora soffrite un poco; ma così facendo, vi risvegliate e cominciate a crescere. Benedite lo stimolo karmico, non ne abbiate paura. Guardate alla divinità essenziale interiore. Ricordate che ogni cosa che accade è transitoria, e che potete imparare da ogni cosa, e imparando crescerete — crescerete grandemente, e dalla grandezza passerete a una sfera di grandezza più estesa.

È tutta una battaglia di sé contro sé: non esattamente un lotta reciproca, ma una costante perseveranza contro le conflittualità, e questo, in un certo senso, è un esercizio spirituale. È l'esercizio che ci rende forti, che ci rende flessibili e vigorosi, pronti ad affrontare prove e difficoltà ancora maggiori. Uno degli amici più grandi che abbiamo, forse il più nobile purificatore di tutti, è il dolore, o è la sofferenza, perché il cuore e la mente devono essere mondati dal dolore, come l'oro è provato nel fuoco.

A noi umani ordinariamente questo non piace. A tale riguardo, siamo proprio come dei bambini; tuttavia, la realtà è così, e impariamo presto, quando diventiamo coscienti, che il vero uomo affronta le prove e le difficoltà della vita in modo gioioso, e le conquista.

Una buona regola, una regola vantaggiosa è la seguente: qualsiasi cosa accada, affrontatela con coraggio. Consideratela come la cosa che realmente avreste voluto — e perciò raccoglierete la pace. Passerà, lavorerà insieme a voi. Una buona regola pratica della legge morale è: non lamentatevi, rivolgete il viso al mistico Oriente del futuro, riempite il cuore di coraggio, e ricordate che siete un discendente della stirpe degli dèi immortali che controllano e guidano l'universo.

In verità, ci sono alcune volte nella vita in cui il sé superiore ci porta effettivamente nei sentieri di prova, affinché possiamo crescere reagendo con successo contro le prove. Ma il sé superiore è sempre con noi, ammonendoci costantemente sotto forma di un'intimazione o un intuito, di essere coraggiosi, di affrontare la vita con audacia, di essere veritieri, di essere puri, di essere forti, di essere sinceri, di essere onesti, e molte altre cose del genere; e queste sono le vere qualità nella natura umana che, messe continuamente in pratica, ci proteggono contro i disastri. L'unico vero disastro che lo spirito-anima dell'uomo conosce è la debolezza, il fallimento, è lo scoraggiamento. I disastri fisici e altre cose della vita fisica sono spesso una benedizione mascherata; il sé superiore c'insegna come affrontarli in maniera appropriata e il modo migliore per uscirne trionfatori.

È solo la gioia interiore che ci conduce alla vittoria, il senso di percepire che non possiamo realizzare se prima non abbiamo la volontà di farlo; e questo non potrebbe verificarsi se il cuore dell'universo non fosse armonia e amore, perché il cuore delle cose è pace, amore e bellezza celeste.

Perciò, quando il dolore e la sofferenza incombono su di voi, ricordate queste verità. Elevatevi! Affrontate la tempesta; e prima di affrontarla vedrete in anticipo il cielo azzurro e il successo e la prosperità, perché siete passati attraverso la prova, che vi ha resi più forti.

Ogni saggio e veggente ha insegnato la stessa cosa: purificate il tempio dello spirito santo, scacciate i demoni della natura inferiore. Chi sono questi demoni? I propri pensieri.

I pensieri disarmonici non solo avvelenano l'aria, ma avvelenano anche la vostra circolazione sanguigna, avvelenano il vostro corpo, e il risultato è la malattia. Quali sono i pensieri disarmonici? Sono i pensieri egoistici, pensieri mediocri, pensieri non armoniosi; e nascono in un cuore che manca d'amore. L'amore perfetto nel cuore umano tende a costruire un corpo forte, fisiologicamente puro, perché il vostro intimo è psicologicamente e moralmente puro, armonioso nelle sue funzioni, perché, in questo caso, la mente, l'anima, lo spirito — il vero uomo — sono armoniosi nelle loro funzioni.

Ora voi state costruendo in gran parte quelli che sarete tra dieci anni. Potreste aver debellato una malattia per la quale ora state soffrendo. Potreste avere, allora, una malattia che ora non avete. La più grande prevenzione della malattia è un'anima altruistica che opera attraverso una mente altruistica — un cuore dimentico di sé. Niente porta malattie a un essere umano così rapidamente come l'egoismo con tutte le sue concomitanti tentazioni, e il soccombere a queste tentazioni.

Quando i pensieri s'inseguono attraverso la mente come destrieri indisciplinati, non combattete e non consumate la vostra forza. Immaginatevi le cose opposte a quelle che odiate. Immaginate le cose che amate veramente dentro di voi, che amate veramente nel vostro cuore, e che ritenete utili. Il segreto è la visualizzazione interiore: quindi visualizzate.

Se vi sentite tristi, se vi vergognate dei pensieri che vi passano nella mente, non lottate contro di loro, non combatteteli, dimenticateli. Sono solo fantasmi che vengono dal vostro passato. Rivolgete il viso all'oriente e osservate il sorgere del sole. Colorate di gloria le visioni. Osservate le cime montuose della vostra natura dove l'Aurora dalle rosee dita dell'alba interiore intesse la tela della sua splendente magia davanti ai vostri occhi.

Qui avete il segreto della conquista. Questa è la via migliore, la via più facile, e potete seguirla perché siete voi i creatori del vostro destino attraverso l'immaginazione e il potere della volontà. Facendo così, la vostra facoltà creativa entra in attività. Questa è una regola così semplice, e tuttavia è il messaggio dei saggi di ogni epoca.

Dimenticate i pensieri cattivi e non date loro una vita artificiale visualizzandoli e combattendoli. Non sprecate le vostre energie in carri da combattimento, i fantasmi e gli spettri della vostra immaginazione. Sono solo i fantasmi della vostra immaginazione e non hanno una realtà fuori da voi stessi. Tuttavia, questi fantasmi e spettri a volte possono avere il sopravvento e diventare una realtà temporanea perché avete dato loro la struttura e il potere del pensiero. Incarnate queste cose nei pensieri, e i pensieri avranno predominio sul vostro corpo.

Visualizzate altre cose. Create immagini di bellezza e forza nella vostra mente. Se siete ossessionati da queste bruttezze, immaginatevi scene di bellezza. È di gran lunga più affascinante. É un dilettevole passatempo, ed è sempre in attività. Immaginate cose di carattere elevato e nobile e visualizzatele energicamente. Visualizzate con successo cose raffinate, visualizzate cose belle, di splendore interiore.

La mente può innalzarsi con pensieri alti e nobili. Anche il lavoratore, mentre le sue mani sono occupate, può far risalire, nel pensiero, la sua discendenza agli dèi nello spazio, e sentire l'ispirazione del lignaggio divino che scorre attraverso le vene della propria anima, per così dire. Egli può quindi essere veramente un uomo.

Mettete a tacere i vostri pensieri: questo non significa non pensare più, ma vuol dire controllare i pensieri, diventarne padroni. Non siate schiavi dei vagabondaggi mentali che corrono attraverso la vostra mente. Date nascita ai pensieri e dominate questi vostri figli, e quando diventano disubbidienti, ammortizzateli. Metteteli a tacere.

Siate dei pensatori, non tanto dei pensieri, quanto del pensiero. In altre parole, abbandonate l'attività frenetica della vostra mente-pensiero, ed entrate nelle camere interne del vostro cuore, nei recessi della vostra coscienza, il sacro luogo interiore, e guardate la luce. Ricevete la luce. Mettete a tacere i vostri pensieri ed entrate nella coscienza.

Esaminate i vostri processi mentali, e vedete quanto tempo sprecate semplicemente nel pensare i pensieri, la maggior parte dei quali sono inutili, mentre trascurate di dissetarvi a quelle sublimi sorgenti di conoscenza e saggezza che avete dentro di voi, le sorgenti dell'ispirazione e del genio — per bere le acque benefiche di quelle fonti della Pieria da dove scaturisce tutto ciò che rende la vita degna.

C'è una prova con la quale potete accertarvi se qualcosa che scaturisce nella mente provenga dal sé superiore, o se provenga semplicemente da qualche desiderio oppure se è colorato dai desideri. Qui è la vostra prova, ed è facile. Il sé superiore è impersonale è dimentico di sé, è gentile, è amabile, caritatevole, è compassionevole, ha ispirazioni sublimi. La natura inferiore è egoista, accentratrice, accumula solo per sé, spesso piena di odio, rancorosa, violenta.

Il sé superiore è un'entità spirituale e, per così dire, si libra sul fango del sé inferiore, come il sole risplende sulla terra. Il sé superiore ha una portentosa influenza sul sé inferiore; ma il sé inferiore non ha alcuna influenza, nemmeno indiretta, sul sé superiore. Il sé inferiore però ha una tremenda influenza sul sé umano, la natura intermedia.

Se qualcosa si aggira vagando nella vostra mente, o se vi è portata dal potere e dall'aspirazione della vostra volontà, e vi sollecita a fare del bene ai vostri simili, vi dà pace interiore e conforto, vi rende più gentili e più premurosi verso gli altri, proviene dalla parte superiore. Quest'impulso superiore può essere un desiderio, ma non è un desiderio per la personalità; è un desiderio dello spirito, un desiderio a crescere magnanimamente, ad essere qualcosa di più, aiutare gli altri, amare, dimenticare le offese, perdonare.

Un pensiero gentile indirizzato a qualche altro essere umano è una protezione nei riguardi di questa persona, ed è bello agire così. È una cosa umana, veramente una cosa umana, una cosa che ogni normale essere umano ama fare. Vi sono poche cose così soddisfacenti per il cuore e la mente come la sensazione che, almeno per un giorno, non siamo stati scortesi nei nostri sentimenti o pensieri verso gli altri, ma che siamo stati d'aiuto, gentili, premurosi, impersonali.

Impiantare i semi del pensiero non è un atto privo di responsabilità. Chiunque impianti i semi del pensiero nelle menti dei suoi simili è ritenuto strettamente responsabile dalla legge naturale. La natura non è anarchica, è sempre governata da causa ed effetto — dal karma.

Mentre pone una seria responsabilità su chiunque insegni agli altri, e quindi sparge i semi del pensiero e del sentimento nelle loro menti, d'altra parte, qual è la ricompensa di un'azione nobile ben fatta? La ricompensa, il merito, è magnifico.

Sorvegliate con cura i pensieri, e sorvegliate attentamente quello che dite. Parlate poco, ma quando parlate, parlate ricordandovi deliberatamente della vostra responsabilità.

Cos'è un pensiero? Un pensiero è una cosa, è un'entità vivente. Tutti i grandi e diversi fenomeni della natura, per quel che riguarda le differenziazioni, si fondano sulla sola realtà che nel cuore di ciascuna di tali entità esiste un pensiero divino, un seme del divino, che è destinato a crescere attraverso gli eoni finché la vita inerente, l'individualità, il potere e la facoltà in questo seme, confluiranno in una manifestazione più o meno perfetta. È così che un seme divino, una monade, diventa a sua volta un'entità divina, un dio auto-cosciente, un figlio della divinità cosmica, il suo genitore.

I pensieri sono cose, perché i pensieri sono sostanziali. I pensieri sono entità sostanziali — non composte dalla sostanza del nostro mondo fisico ma dalla sostanza eterea, la sostanza eterica.

L'uomo è un centro focale di poteri creativi, è un centro focale di energie provenienti da lui stesso, che emanano costantemente flussi, fiumi di piccole vite. Attraverso le sue emanazioni fisiche, queste vite atomiche, questi atomi di vita, lo abbandonano. Lo abbandonano ugualmente attraverso la sua mente, e nella sua mente sono pensieri, che sono quindi scagliati nell'atmosfera del pensiero del mondo. Inoltre, ogni pensiero è un'entità, perché, ovviamente, non potrebbe esistere per una frazione di secondo se non avesse un'individualità di qualche tipo inerente in esso e se non componesse la propria essenza che lo sostiene come un'entità in forma individualizzata.

Questi flussi emanati dal centro creativo che è l'uomo — dal suo centro focale di vita — passano nei regni invisibili come pensieri; e anche nei regni fisici, visibili, come sue emanazioni fisiche. Ma i pensieri invisibili — i pensieri buoni, cattivi, neutri, molto colorati, o quasi incolori, estremamente emotivi, freddi, caldi, puri, dolci, infami, tutti i tipi di energie — lasciano il centro focale di vita che è l'uomo; e questi atomi di vita che lasciano l'uomo, da allora in poi cominciano a svilupparsi per conto loro, e nel tempo diventano la natura intermedia degli animali quando essi evolvono.

Le emanazioni dell'uomo, dunque, costruiscono il mondo animale; gli animali si nutrono di questi atomi di vita di molti tipi, fisici, vitali, astrali, mentali e altrimenti. Come l'uomo emana in questo modo flussi di atomi di vita, così fa il sole, emanando la sua essenza vitale nello spazio, dando vita ed energia e sostanza eterea a tutto quello che i suoi raggi invigorenti toccano, come pure tutti i suoi atomi, i suoi elettroni, che appartengono alla sfera fisica.

Così fa l'uomo, riversando la sua vitalità. Questi flussi di vita che lui emette danno vita e impulso evolutivo e caratteristiche alle entità dei regni sotto quello umano, perché questi regni subumani sono i prodotti evoluti dei pensieri e delle emanazioni della razza umana.

I pensieri di odio e antagonismo dell'uomo, le sue passioni spesso bestiali, e le varie energie di tipo ignobile che scaturiscono da lui, sono le radici delle cose e delle entità nei regni subumani che l'uomo considera nemici e antagonisti del proprio regno. D'altro canto, le emanazioni umane vitali e mentali di tipo diverso, di carattere simmetrico, come aspirazione, armonia, gentilezza, amabilità, agiscono in modo simile nel fornire i principi intermedi o psichici alle bestie innocue, indifese e aggraziate, come pure la bellezza e l'utilità alla vasta gamma di piante e fiori del regno vegetale.

Poiché la natura è un solo vasto organismo, ogni cosa è connessa a qualsiasi altra. Quindi, non possiamo respirare, non possiamo pensare, senza mettere in moto energie, forze, che alla fine raggiungeranno i limiti estremi dell'universo, che è la nostra casa, e oltrepassare questi limiti fino alle frontiere di altri universi.

Perciò, anche un pensiero su una stella, nel corso del tempo, sfiora quella stella, senza dubbio con effetti infinitesimali. Per di più, questa è una verità che fa riflettere.

Si, le stelle sono perturbate anche dai nostri pensieri. E per quanto riguarda coloro la cui visione interiore è più aperta e realizzano che i gloriosi luminari sparsi sulla volta azzurra del cielo altro non sono che i rivestimenti di un'intima e brillante fiamma della coscienza, che si manifesta come lo splendore di questi soli cosmici — come la nostra coscienza si manifesta attraverso di noi come un essere umano — per quanto riguarda coloro che in tal modo cominciano a essere veggenti, il loro pensiero raggiunge i soli e le stelle. Ciascuno è figlio di un sole, quindi è un atomo di energia spirituale; e quale padre non conosce il proprio figlio e non risponde al suo debole pianto?

Che dire della morte, il terzo dei guai che affliggono l'umanità? La morte è un'apertura, l'unica che dia la visione; la morte è il più grande e più bel cambiamento che il cuore della natura ha in serbo per noi.

Non c'è morte, se con questo termine intendiamo una cessazione perfetta e completa, assoluta, di tutto quello che esiste. La morte è un cambiamento, com' è un cambiamento la nascita attraverso la reincarnazione, che per l'anima è la morte; quindi, non c'è differenza tra la cosiddetta morte e la cosiddetta vita, perché sono una cosa sola. Il cambiamento è in un'altra fase di vita. La morte è una fase della vita così come la vita è una fase della morte. È qualcosa di cui non bisogna aver paura.

Il corpo fisico dell'uomo deve dormire per un certo periodo, per recuperare le sue forze, i suoi poteri; nello stesso modo la costituzione psichica dell'uomo ha il suo periodo di riposo — in devachan.

La morte è così naturale, così semplice, la morte stessa è indolore, la morte stessa è così bella, come la crescita di un bellissimo fiore. È il portale attraverso il quale il pellegrino entra nello stadio superiore.

Nella morte ha luogo esattamente la stessa successione di eventi che accade quando di notte andiamo a letto e c'immergiamo in quella terra meravigliosa della coscienza che chiamiamo sonno; e quando ci svegliamo, riposati, rilassati, ristorati, rinvigoriti e di nuovo pronti alle mischie e ai problemi della vita quotidiana, comprendiamo che siamo le stesse persone che eravamo prima di andare a dormire. Nel sonno abbiamo un'interruzione della coscienza; anche nella morte c'è un'interruzione della coscienza. Nel sonno facciamo dei sogni, più o meno incoscientemente; e nella morte facciamo dei sogni beati, meravigliosi, spirituali — o una vuota incoscienza. Come ci risvegliamo dal sonno, così ritorniamo ancora sulla terra nella prossima incarnazione, per portare a termine le attività della nostra vita karmica in un nuovo corpo umano.

Qui c'è poi una differenza tra sonno e morte, ma una differenza di circostanza, e in nessun modo di tipologia: dopo il sonno torniamo nello stesso corpo; dopo la morte prendiamo un nuovo corpo. C'incarniamo, ci reincarniamo ogni giorno quando ci risvegliamo dal sonno, perché ciò che è passato, ciò che ci è accaduto, ciò che è avvenuto mentre il corpo fisico è addormentato, è identico, ma di una durata molto breve, a ciò che ha luogo, a ciò che accade quando moriamo, e dopo.

La morte è un sonno assoluto, un sonno perfetto; il sonno è una morte incompleta, una morte imperfetta, e spesso turbato da sogni febbrili e inquieti a causa dell'imperfezione dell'entità cosciente, chiamatela anima, se preferite, che è l'ego umano. La morte e il sonno sono fratelli. Ciò che accade nel sonno ha luogo nella morte — ma in maniera imperfetta.

C'incarniamo nuovamente ogni volta che ci svegliamo, perché risvegliarsi significa che l'entità che ha lasciato temporaneamente il corpo durante il sonno — la mente-cervello, la coscienza astrale-fisica — ritorna in quel corpo, s'incarna nuovamente, e così il corpo si risveglia con il fuoco psichico che rinvigorisce di nuovo il sangue, i tessuti e i nervi.

Quando andate a sdraiarvi sul letto e perdete la vostra coscienza, avete mai avuto paura? No. È così naturale, è un momento così felice, riposante. La natura si riposa e il cervello stanco trova una tregua; e la costituzione interiore, l'anima, se preferite chiamarla così, si ritira temporaneamente, durante il periodo del sonno, nella coscienza superiore dell'essere umano — il raggio, per così dire, è riassorbito nel sole spirituale interiore.

Esattamente la stessa cosa ha luogo alla morte, ma nella morte il vestito consumato è messo da parte; anche il riposo è lungo, completamente beato, pieno di gloriosi e magnifici sogni, delle speranze irrealizzate che ora si realizzano nella coscienza dell'essere spirituale. Questa condizione di sogno è un panorama dell'adempimento di tutte le nostre speranze più nobili e di tutti i sogni dei desideri spirituali mai realizzati, che si realizzano nella gloria e nella beatitudine e nel perfetto completamento e pienezza.

La morte è un sonno assoluto, un sonno perfetto. Il sonno è una morte imperfetta, incompleta. Di conseguenza, ciò che accade nel breve periodo in cui dormiamo si ripete perfettamente ed esaurientemente su una scala più grande, quando moriamo. Come al mattino ci risvegliamo nello stesso corpo fisico, perché il sonno non è completo abbastanza da infrangere la catena d'argento della vitalità che lega l'entità interiore, assente, al corpo che dorme, proprio così ritorniamo sulla terra dopo la nostra esperienza devacianica, l'esperienza nel mondo celeste, il mondo del riposo, della pace assoluta, del riposo assoluto e beato.

Durante il sonno, la catena d'argento della vitalità lega l'entità peregrinante al corpo che ha lasciato, per cui ritorna a quel corpo lungo questa catena psico-magnetica di comunicazione; ma quando sopraggiunge la morte, quella corda d'argento della vitalità si spezza, immediata come un lampo di luce (in questo caso, la natura è molto misericordiosa) e l'entità peregrinante non ritorna più al suo corpo che ha lasciato. Questa completa separazione della coscienza interiore significa che la corda d'argento della vitalità si è spezzata, e il corpo allora è messo da parte come un vestito consumato e inutile. L'esperienza della coscienza peregrinante, l'entità o anima peregrinante, è esattamente la stessa che ha avuto luogo durante il sonno, ma ora avviene su scala cosmica. La coscienza passa, e prima di ritornare sulla terra come un ego reincarnante, va di sfera in sfera, di regno in regno, seguendo l'espressione delle scritture cristiane: nella casa del Padre ci sono molte dimore.

Nondimeno, in un certo senso, è anche riposo, in una beatitudine totale, in una pace completa; e durante questo periodo di riposo essa rielabora e assimila le esperienze dell'ultima vita, e ricostruisce queste esperienze nel suo essere come carattere, proprio come durante il sonno il corpo che riposa rielabora e assimila tutto ciò di cui si è nutrito durante la vita diurna, si libera delle scorie e ricostruisce i tessuti; quando arriva il risveglio, è ristorato. Così, l'ego reincarnante è ristorato quando ritorna sulla terra.

Ugualmente avviene per il sonno: il sonno è causato dal ritirarsi dal corpo fisico dell'entità che lo riempiva della sua fiamma e gli dava la vita attiva. Questo è il sonno. E quando l'allontanamento dell'entità interiore è completato, il sonno, come sonno, è relativamente perfetto, e quindi vi è una coscienza relativamente perfetta — il sonno più dolce di tutti, perché allora il corpo è indisturbato, riposa in pace e in quiete, ricostruisce nel proprio sistema tutto ciò che era stato demolito durante le ore di lavoro o azione attiva.

Se il ritirarsi dell'entità interiore è incompleto o parziale, allora hanno luogo i sogni, perché l'entità interiore sente l'attrazione della sua parte fisica; anche l'uomo fisico agisce su di essa psico-magneticamente, per così dire; e l'incoscienza del sonno è disturbata dalle vibrazioni dell'uomo fisico, del corpo animato. Questo produce brutti sogni, sogni febbricitanti, sogni strani, sogni infelici. Se il ritirarsi dell'entità interiore è piuttosto completo rispetto a quest'ultimo caso, ma non ancora assoluto, allora ci sono sogni felici, sogni pacifici.

Quando il sonno è quello che chiamiamo un sonno completamente incosciente, è perché l'entità interiore non è minimamente influenzata dalle vibrazioni psico-magnetiche del corpo e del cervello in particolare. In se stessa, questa coscienza o mente sonnecchia, riposa, ma rimane una certa quantità di questa coscienza, che il cervello, comunque, non può registrare come un sonno, perché la separazione tra il corpo e la coscienza che lo ha lasciato è ancora totalizzante. Però, mentre la coscienza è mezza sveglia, per così dire, in un mezzo riposo, è in quel mondo particolare, invisibile agli occhi umani, al quale ha diretto i suoi sentimenti e pensieri nei momenti e nelle ore precedenti, È lì come un visitatore, perfettamente protetta, perfettamente custodita, e probabilmente niente può danneggiarla — a meno che la natura essenziale dell'uomo sia così corrotta, che lo scudo della spiritualità che ordinariamente protegge quest'entità interiore sia così logoro, che le influenze antagoniste possono penetrarlo.

La rinascita, il risveglio dal riposo tra le vite terrene, è il risultato del destino, il destino che avete creato per voi stessi in vite precedenti. Vi siete costruiti per ritornare sulla terra, e questo è il motivo per cui ora siete qui, perché in altre vite avete costruito voi stessi per reincarnarvi. Voi siete i vostri genitori; siete i vostri figli, perché siete voi stessi. Siete semplicemente il risultato, come carattere, come essere umano, di come avete agito in passato; e il vostro destino futuro — l'effetto che segue necessariamente la causa — sarà il risultato, il karma, di quello che state ora costruendo.

Qui ci sono le cause segrete della rinascita: gli uomini hanno fame di luce e non sanno dove trovarla. Gli istinti degli uomini suggeriscono la verità, ma essi non sanno come interpretarli. Le loro menti, i loro intelletti, sono distorti attraverso gli insegnamenti ricevuti da chi ha cercato la luce solo nel mondo materiale. Cercare la luce — un impegno veramente nobile! — ma cercarla solo nel mondo materiale prova che i ricercatori hanno perduto la chiave per la grandiosità Interiore di cui l'universo materiale non è che il guscio, il rivestimento, il corpo, la corazza esterna.

Questa è una delle cause segrete della rinascita, della rinascita dell'anima umana, poiché l'uomo, essendo una parte essenziale dell'universo, uno con il suo cuore, nel più profondo del suo cuore e, in verità, in tutto il suo essere, deve obbedire alla legge cosmica del reincorporamento: nascita, poi crescita, poi gioventù, poi maturità, poi lo svilupparsi della facoltà e del potere, poi la decadenza, poi il sopravvenire della grande pace — sonno, riposo; e poi il nuovo ritorno nell'esistenza manifestata. Anche gli universi si reincorporano in questo modo. Fa così anche un corpo celeste — stella, sole, pianeta. Ciascuno è un corpo come lo siamo noi nella nostra parte inferiore; ciascuno è una parte inseparabile dell'universo illimitato, come lo siamo noi; ciascuno nasce dal grembo dello spazio illimitato come un suo figlio, proprio come facciamo noi; e una sola legge universale attraversa e permea ogni cosa, per cui, ciò che accade a uno, grande o piccolo, avanzato o non avanzato, evoluto o non evoluto, accade a ciascuno, a tutti.

Noi forgiamo il nostro destino; facciamo di noi stessi quelli che siamo. Quello che siamo ora è precisamente quello che nelle vite passate abbiamo fatto per essere come siamo ora, e ora stiamo forgiando noi stessi per come saremo in futuro. Abbiamo la volontà, ed esercitiamo questa volontà per il nostro benessere o la nostra sventura, e vivremo le nostre vite sulla terra e poi nei regni invisibili degli spazi dello spazio. Questa è un'altra, la seconda, delle cause segrete della rinascita.

Vi è una terza causa, e forse è quella più valida materialmente; e questa terza causa risiede nel cuore di ognuno di noi. È la sete per la vita materiale, sete per la vita sulla terra, fame dei pascoli e dei campi, dove una volta c'inoltravamo, e che ci sono familiari, che ci riportano ripetutamente sulla terra. È questa tṛishṇa, questa tanhā, questa "sete" di ritornare alle scene familiari che ci porta a ritornare sulla terra — una causa individuale forse più valida di qualsiasi altra.

L'entità disincarnata, dopo la morte e prima di tornare sulla terra, va dove la dirige la somma totale di desideri, emozioni, aspirazioni. Lo stesso avviene anche nella vita umana sulla terra. Un uomo farà del suo meglio per seguire quella carriera che desidera o verso la quale aspira; e quando lasciamo questo corpo fisico come un vestito che ha perduto la sua utilità, siamo attratti da quelle sfere e quei piani interiori verso i quali abbiamo anelato e aspirato durante l'ultima vita vissuta sulla terra. Ed è proprio anche per questo che ritorniamo sulla terra nei corpi di carne. È la stessa regola che però agisce in direzione opposta. Abbiamo avuto desideri materiali, appetiti e avidità materiali, che dopo la morte sono latenti come semi nel nostro carattere; e alla fine ci riportano sulla terra.

Dopo la morte, i semi più nobili, luminosi, puri, del carattere, il frutto, il risultato dei nostri desideri di bellezza, di armonia e di pace, ci portano nei regni dove dimorano l'armonia, la bellezza e la pace. E questi regni sono sfere proprio come lo è la terra, ma di gran lunga più eterei e più belli, perché i veli della materia sono più sottili, le guaine della sostanza materiale non sono così dense come qui. L'occhio dello spirito vede più chiaramente. La morte ci svincola da un mondo, e noi attraversiamo i portali del cambiamento in un altro mondo, esattamente come ha luogo l'inverso, quando l'anima incarnante lascia i regni di etere più fine per discendere nella nostra vita terrena più grossolana e materiale, nel corpo pesante della materia fisica.

I mondi interiori per l'entità che li attraversa, così come ha attraversato questo mondo, sono reali — in effetti più reali del nostro — perché è più vicina ad essi. Questi mondi sono più eterei, e quindi sono più vicini all'eterealità dell'eterno pellegrino che passa attraverso un altro stadio del suo incessante viaggio verso la perfezione; e questi cambiamenti avvengono l'uno dopo l'altro, prima della prossima incarnazione nella ruota di ritorno del ciclo — il pellegrino passa da una sfera all'altra attraverso il giro dei secoli, andando sempre di più verso l'alto, verso i regni superiori, fino a raggiungere il più alto dei cicli del viaggio peculiare di quel pellegrino.

Quindi, non abbiate affatto paura. Tutto va bene, perché il vostro cuore è l'universo, e il vostro intimo più profondo è il cuore dell'universo. Come la nostra gloriosa stella del mattino manda in tutte le direzioni il suo flusso di raggi, così fa questo cuore dell'universo, che è dappertutto e in nessun luogo in particolare, irradiando continuamente il flusso dei raggi; e questi raggi sono le entità che riempiono l'universo.


Capitolo III

Il Dio Interiore

L'uomo, di per sé, è un'entità invisibile. Quello che vediamo di lui attraverso il corpo è semplicemente la manifestazione dell'uomo interiore, perché l'uomo è essenzialmente un'energia spirituale — un'energia spirituale, intellettuale e psico-magnetica, l'aggettivo dipende dal piano sul quale scegliamo di distinguere le sue azioni, perché si può veramente dire che egli esiste su tutti i piani, interni ed esterni.

Sebbene l'uomo sia un'entità invisibile, ha bisogno di un corpo fisico in cui vivere, e con il quale lavorare su questo piano fisico. É un pellegrino dell'eternità. È venuto fuori dalla parte invisibile dell'essere cosmico in eoni così remoti del passato, che l'umanità, tranne i grandi saggi e veggenti, ne ha perduto il calcolo. È emerso dal grembo dell'essere cosmico come una scintilla divina incosciente, e dopo aver vagato eoni dopo eoni attraverso tutti i vari mondi interni, passando in fasi differenti attraverso la nostra sfera materiale e poi ancora una volta nei mondi interni, alla fine è diventato un uomo, un'entità auto-cosciente; e qui siamo noi. Gli eoni futuri del tempo porteranno alla luce anche su questa nostra terra, in una manifestazione molto più perfetta di quella attuale, le facoltà e i poteri latenti esistenti in ogni essere umano; e in quei giorni lontani del futuro l'uomo camminerà sulla terra come un dio, e camminerà su questa terra in comunione con gli dèi suoi compagni, perché allora egli avrà portato alla luce i poteri divini ora non sviluppati, che tuttavia sono nella sua essenza.

Il nucleo più profondo di un essere umano è un dio, una scintilla del fuoco cosmico centrale; e tutta l'evoluzione — che significa rivelare ciò che è dentro, disfarsi di ciò che è nell'entità evolvente, manifestare ciò che è racchiuso dentro — tutta l'evoluzione è semplicemente portare alla luce, in una manifestazione più perfetta, le energie, le facoltà, i poteri, gli organi dell'entità evolvente, che sono ancora racchiusi, latenti, bloccati. E di pari passo, quando queste facoltà ed energie diventano più capaci di manifestarsi e si evolvono più perfettamente, l'organismo attraverso il quale agiscono — il corpo — mostra gli effetti di questo fuoco interiore evolvente, di quest'energia che è dentro; e così anche lo stesso corpo evolve, perché riflette automaticamente in sé ogni passo fatto in avanti.

Gli esseri umani sono essenzialmente consanguinei agli dèi, consanguinei agli spiriti cosmici. L'universo è la nostra casa. Non possiamo mai lasciarla. Noi siamo i suoi figli, la sua progenie, e quindi tutto quello che è lo spazio illimitato siamo noi stessi nel nostro intimo. Siamo nati lì, e lo spazio illimitato è la nostra casa, e il nostro istinto ci dice quindi che "tutto va bene."

L'uomo emerge dall'invisibile nel visibile, come la crescita di una pianta, la pianta umana dell'eternità. Cominciando in una vita sulla terra come un seme umano, l'uomo cresce fino alla maturità, e produce o evolve quello che è racchiuso in sé; e poi, con la naturale decadenza dell'energia, affondando nella terra, il corpo muore; e dopo un lungo periodo di riposo e assimilazione dell'esperienza nei mondi invisibili, la fiamma spirituale interiore ritorna alla terra per una nuova incarnazione.

Questa, in breve, è la storia dell'uomo, la pianta umana delle ere. Egli nasce e si sviluppa per un periodo e poi muore e riposa, e con il ritorno della stagione della vita viene nuovamente in esistenza, nasce di nuovo e di nuovo muore; ma il filo d'oro del sé — il sūtratmān — passa sempre attraverso tempo e spazio.

Lo spirito dell'uomo lavora tramite l'anima umana, e quest'anima umana lavora tramite il veicolo, il corpo, il vettore vitale-astrale o etereo: il trasmettitore delle energie o poteri dell'anima, che è psico-magneticamente connesso agli organi del corpo fisico; e questo principio vitale-astrale lavora quindi attraverso il corpo fisico, ed è diffuso in tutte le parti della nostra struttura fisica, proprio come la corrente elettrica è trasmessa non solo nel filo ma sopra e intorno ad esso. Lo spirito custodisce, custodisce e produce l'anima umana dall'interno della matrice della sua individualità; ugualmente l'anima umana permea e produce il veicolo vitale astrale; e questo, a sua volta, permea e produce il corpo fisico.

Un seme umano viene dai mondi eterei ed è il centro laya attraverso il quale si effonde dai mondi interiori e costruisce il corpo futuro, cellula per cellula. Questo seme cresce nel corpo fisico, e quando cresce ha luogo l'incarnazione delle energie umane, concordemente, coordinatamente, e progressivamente, fino a raggiungere la maturità, e a quel punto vediamo l'uomo pienamente sviluppato e l'anima umana più o meno completamente incarnata.

L'uomo è un'entità complessa e composita. La sua costituzione varia dal corpo allo spirito con tutti i gradi intermedi di sostanze eteree, energie e poteri: sette di numero. Quando questi sette gradi o livelli diversi cooperano nell'attività vitale, allora abbiamo un uomo completo, un uomo completamente vivente.

L'anima umana, di per sé, non è né immortale né mortale; nell'essere umano comune è la sede della volontà, della coscienza, dell'intelligenza e del sentimento. Non è immortale perché non è abbastanza pura da essere veramente impersonale; se lo fosse, non sarebbe umana ma super-umana. Non è del tutto mortale, perché i suoi istinti, i suoi movimenti, i suoi operati, in un certo senso sono al di sopra delle cose semplicemente mortali della materia.

L'uomo ha affetti sacri, aspirazioni, speranza e visione. Questi appartengono allo spirito, che è immortale ed eterno, e si trasmettono attraverso questa natura intermedia, l'anima umana, che gli esseri umani chiamano comunemente "Io," proprio come i flussi della luce solare attraverso le lastre di vetro della finestra. La lastra di vetro è il veicolo, il vettore, il portatore, il trasmettitore di questa meravigliosa qualità o forza che scorre dal sole in alto. L'anima umana è come questa lastra di vetro, lasciando passare gran parte dello spirito, della dorata luce del sole, quando il suo sviluppo evolutivo le permette di agire così.

L'anima umana è condizionatamente immortale se l'uomo si unisce, con la volontà e la visione, allo spirito immortale dentro e sopra di lui; ed è mortale se egli permette a se stesso di essere trascinato in quella che chiamiamo materia e negli istinti e impulsi materiali, che sono completamente mortali e che muoiono tutti quando la morte sopraggiunge e libera lo spirito immortale interiore; per cui, quando l'uomo va nella sua sublime casa per il periodo di riposo e pace tra una vita e l'altra, restano solo la beatitudine e la visione elevata e una memoria di tutto ciò che è stato grande e maestoso nella nostra vita passata. L'anima stessa è un veicolo, un vettore etereo delle energie immortali ed eterne dello spirito creativo o monade.

Lo spirito è la parte immortale della costituzione umana. È la monade, l'essenza monadica, che non sperimenta mai la morte, che dura dall'inizio del manvantara alla fine di quel maestoso periodo di manifestazione cosmica, che oltrepassa il pralaya cosmico per cominciare le sue attività spirituali ed altre ancora quando inizia il nuovo manvantara cosmico.

E così via, nei periodi ciclici che si ripetono per sempre, lo spirito o monade cresce continuamente: si evolve nel suo percorso per diventare super-spirituale, e alla fine per diventare la divinità, poi la super-divinità. È questa la fine delle sue possibilità evolutive? No, egli avanza sempre, evolvendo e crescendo senza fine. Ma qui le parole non riescono a descrivere questo sublime concetto. Non lo possiamo descrivere nell'esitante linguaggio umano. La nostra immaginazione vacilla, paralizzata in qualsiasi tentativo del genere, e possiamo solo puntualizzare che il sentiero evolutivo svanisce in entrambe le direzioni nell'infinito e nell'eternità, perché non ha inizio né fine.

Quello è lo spirito o l'essenza monadica. È il dio interiore; è l'intelligenza luminosa che agita e muove le articolazioni intime delle parti superiori della costituzione, movimenti che, a loro volta, si riflettono nella mente-cervello, nella mentalità umana. È la sorgente di qualsiasi cosa nell'essere umano, che è grande e nobile, elevata e pura, buona, che aspira, che purifica. È la sorgente dell'amore immortale, la sorgente dell'auto-sacrificio, la sorgente di tutta la bellezza e l'armonia nell'essere umano — la sensazione di "Io sono." Quello è lo spirito, la monade immortale, imperituro, immacolato, l'eterno dio interiore.

L'anima umana è un suo raggio; questo raggio è quello che riconosciamo come l'essere umano, la sensazione di "Io sono." E l'anima, anche se è lo spirito, è una cosa che cresce, avanza, progredisce, evolve, sviluppandosi sempre più grande; e nei remoti eoni del futuro l'anima avrà, a sua volta, così evoluto le sue capacità, i poteri e le facoltà innate e latenti — il suo splendore interiore — che da anima sarà diventata spirito, perché la radice o il seme dell'anima è un raggio spirituale. Quando tutto questo avrà raggiunto il suo culmine, allora l'uomo si sarà evoluto da umanità in divinità umana, da un essere umano in un dio incarnato. Allora il dio dentro di voi si manifesterà con le sue facoltà e poteri trascendenti, e sarete diventati un Buddha vivente.

Uno spirito umano è un'entità immortale, è una parte della vera fabbrica della vita universale nelle sue parti più intime; e questo spirito dell'uomo, questo essere interiore, quest'anima spirituale, persegue un eterno pellegrinaggio nello spazio, infinito nello spazio, ed eterno nel tempo. Passa attraverso tutte le case della vita, soggiornando ora qua ora là, imparando dappertutto. Infatti la terra è una di queste case. Ogni sfera, ogni globo negli spazi celesti è un'altra casa della vita.

Le più grandi lezioni s'imparano nei mondi invisibili, perché questo mondo fisico che vediamo, nonostante il suo splendore fisico, il suo interesse illusorio e magico, non è che il guscio, il rivestimento, il corpo, l'esterno; e proprio come dall'interiorità dell'uomo scaturiscono tutti i suoi pensieri, tutta la sua ispirazione, tutta la sua genialità, tutti i suoi poteri ed energie a livello fisico, e si esprimono nelle opere che l'uomo fa, esattamente così tutte le manifestazioni che vediamo nell'universo fisico non sono che espressioni delle energie, delle facoltà e dei poteri e forze dimoranti in quell'universo.

Quest'eterno pellegrinaggio dell'anima spirituale dell'uomo non avviene solo in questa sezione trasversale dell'universo fisico che i nostri occhi imperfetti possono vedere, ma soprattutto nei regni invisibili, in quelli che gli uomini chiamano i mondi spirituali, perché contengono un'infinità di gradi, sempre maggiori, sempre più elevati.

Ma questo dio interiore, un eterno pellegrino, impara eternamente, andando sempre più in alto, e come le razze umane della terra che dopo aver raggiunto il vertice del loro splendore nelle civiltà decadono per risorgere ancora, così la monade, il dio, l'anima spirituale, passa dai mondi spirituali alla materia eterea, imparando in ciascuno, e risorgendo da ciascuno di essi per raggiungere una vetta del destino ancora più alta; allora cade di nuovo nei regni eterei della materia; poi risorge ancora una volta sempre più elevata e sublime — e così via per sempre.

Oh, la pace e la felicità che derivano dall'unione con questo splendore interiore! L'unione della vita e della coscienza con questa divinità interiore porta nella nostra vita tutto ciò che è di valore, e così, in quest'unione noi stessi diventiamo uno con le energie e le forze che controllano l'universo, di cui il nostro dio interiore è una scintilla del fuoco centrale; e quando quest'unione è pienamente raggiunta, noi siamo sul sentiero che porta alla divinità umana. La Buddhità è davanti a noi.

Conoscere il nostro intimo sé, il nostro dio interiore, è un'espansione della nostra coscienza; è crescita, è evoluzione, è pervenire a una comprensione di tutto ciò che esiste. E quando abbiamo anche qualche adombramento di questa visione — un suo presentimento, qualche accenno — allora una cosa come la paura svanisce. La morte perde tutti i suoi terrori, perché sappiamo di essere uno con il Tutto, inseparabili, che siamo, di fatto, quel Tutto stesso; e siamo quindi nelle nostre più estese dimensioni senza confini perché, in verità, non ci sono dimensioni estreme. Non possiamo mai raggiungere le nostre frontiere, il nostro sé divino, mai, perché le nostre parti più intime sono davvero l'universo spirituale in cui viviamo e ci muoviamo e in cui abbiamo il nostro essere.

Sono i sensi esterni che distolgono la nostra attenzione dallo splendore interno. In verità, i cinque sensi distolgono la nostra attenzione dal tempio dell'Altissimo, dallo spirito interno alla costituzione umana che si manifesta attraverso il corpo umano. Sono espressioni di cinque differenti energie della natura intermedia dell'uomo; e sono le vie — o funzionano come tali — con cui l'uomo può diventare auto-coscientemente consapevole del mondo esterno. In un certo senso, sono un aiuto; e in un altro senso, sono uno svantaggio per il progresso. Sono un aiuto perché in qualche modo mostrano la natura che circonda l 'uomo, ed è attraverso i sensi che buona parte della coscienza ordinaria, oggi come oggi, funziona, imparando così molte cose sul mondo e i nostri simili. Questo apprendimento, alla fine, insegna lezioni di auto-controllo ed è un aiuto per risvegliare le facoltà della misericordia, dell'amore, della compassione e della volontà ad agire bene, che sono nell'uomo.

Lo spirito interno all'uomo è il tempio dell'infinitudine, delle sue molteplici energie di vita e poteri di vita; e nel corso del nostro progresso ciclico nella materia, queste energie di vita e questi poteri di vita si manifestano esternamente. Ma ora noi ci troviamo sull'arco ascendente dello sviluppo progressivo, e tutta la tendenza dell'evoluzione futura sarà lo sviluppo nell'umanità della spinta, e quindi della facoltà ultima, a guardare internamente, in modo che l'uomo individuale possa conoscere se stesso: riconoscere se stesso come uno dei collaboratori degli dèi nella costruzione e nel governo dell'universo, come una delle scintille dell'infinito, del fuoco cosmico. L'uomo ha tutte le cose racchiuse in lui — ogni potere ed energia che esiste negli spazi infiniti; e tutta l'evoluzione non è che l'esternare questi poteri racchiusi, lo schiudersi, come si schiude un fiore, di ciò che è dentro.

Il dio interiore è per sempre con voi, vi circonda, vi adombra, vi aspetta, vi aspetta, vi aspetta; è portato in manifestazione solo nel corso degli eoni, poiché gli eoni oltrepassano l'oceano del passato, attraverso l'evoluzione auto-diretta, che è lo sviluppo dell'uomo interiore — di ciò che siete nel più profondo del cuore del vostro essere — nella manifestazione attraverso l'uomo esterno. Tutto lo scopo dell'evoluzione è l'assottigliamento dei densi veli della mente e della materia, in modo che la luce nel sacro tempio che è il cuore umano possa illuminare di splendore l'uomo.

Cosa impedisce alla luce d'illuminare l'uomo e cos'è che inibisce l'azione del dio interiore? È la personalità — che è tutto, e tutti i mali che derivano dalla personalità. Non l'individualità, che è la divinità, la nostra parte invisibile, eterna e immortale, che non sperimenta mai la morte o la decadenza — ma la personalità: le piccole cose meschine, insignificanti, ristrette, limitate, che formano un'atmosfera chiusa e compatta intorno al nostro essere, e che a stento qualcosa, tranne l'amore immortale, può mai penetrare.

La personalità, l'egocentrismo, l'egoismo — sono queste le cose che impediscono il manifestarsi delle energie divine in noi. Sono queste le cose che paralizzano gli uomini, per cui essi non esprimono appieno i poteri e le facoltà che ora hanno.

Il modo per crescere è perdere il personale per diventare impersonale; perdere, mettere da parte ciò che è limitato per espandersi. Come può il pulcino uscire dall'uovo senza romperne il guscio? Come può l'uomo interiore espandersi senza infrangere il guscio dell'egoismo inferiore? Come può il dio interiore manifestarsi — la nostra coscienza divina — finché ciò che è imperfetto, senza valore, limitato, in altre parole, il personale, non sia stato superato, oltrepassato, lasciato alle spalle, abbandonato? È l'impersonalità che rimane immortale; nella personalità si trova la morte. Quindi, espandetevi, crescete, evolvetevi, diventate quello che siete dentro! Gli dèi ci chiamano continuamente — non con parole umane, ma con quei simboli senza suoni che ci sono trasmessi lungo gli eteri interiori che il cuore e l'anima dell'uomo interpretano come istinti spirituali, aspirazioni, amore, oblio di se stessi; e tutto il significato di cosa siano questi messaggi senza voci è: "Vieni più in alto!"

Che benedizione è riconoscere la propria affinità con tutto ciò che è; sentire e comprendere, e nel sentimento e nella comprensione agire, quindi, agire in armonia realizzando che siamo consanguinei agli dèi che guidano e sorvegliano l'universo illimitato! E possiamo colloquiare con gli dèi, se prima impariamo a colloquiare con il dio interiore.

Ogni essere umano non è che l'espressione esterna dell'entità divina, di un dio intimo, di un essere divino-spirituale, del quale la manifestazione umana è un riflesso imperfetto e flebile — una debole riproduzione in forma umana dei poteri spirituali interiori. Tanti gli uomini sulla terra, tanti gli dèi nei mondi interni.

Quando un uomo arriva a riconoscere il dio interiore, ha reso libero questo dio, per così dire, rinunciando all'insignificante personalità della vita quotidiana — l'egoismo personale dell'uomo — e ha quindi spezzato i legami che ostacolano e vincolano i poteri trascendentali del dio interiore, e allora il Cristo risorto, il salvatore di tutti, può manifestare le sue sublimi facoltà e poteri. Allora l'uomo sarà un Cristo vivente — risorto dalla tomba dell'egoismo inferiore all'atmosfera della gloria spirituale; e la luce del Cristo agirà in lui. Egli avrà risvegliato il Buddha vivente nel suo essere, o meglio, avrà già evoluto lo splendore Buddhico nella sua anima.

Questo essere divino nel cuore di ciascuno cerca continuamente di esprimersi sempre meglio attraverso la natura intermedia emotiva e mentale — attraverso quella che è chiamata l'anima umana. Questa divinità interiore è la sorgente, la fonte, l'origine di tutte le cose che rendono l'uomo veramente uomo, che rende l'uomo grande e maestoso, che dà all'uomo comprensione, conoscenza, compassione, amore e pace.

Comunicate in silenzio con il vostro dio interiore — quella camera vivente interna del tempio, dove, se ascoltate attentamente, potete udire i sussurri della divinità che riempie completamente quella camera. Lì ci sono la verità e la saggezza, la comprensione e un'ineffabile pace. Aprite i portali della vostra individualità ai raggi provenienti dal sole divino interiore; entrate in quella camera nell'intimo del vostro cuore; diventate uno con il vostro sé, il dio dentro di voi; siate il dio che siete nel più profondo del vostro essere!


Capitolo IV

La Grande Eresia della Separatività

Concentrare i pensieri sull'individuo personale, cercare il personale invece che la libertà spirituale, è la via che porta in basso. Il sentiero di sé è il sentiero che porta ai regni e alle sfere sempre più profondi della materia, fino a quando sopraggiunge finalmente l'annientamento, alla conclusione del ciclo cosmico, quando la materia stessa si dissolve: māyā, come materia, è illusione.

Aspirate, coltivate le vostre facoltà superiori. Diffidate delle attraenti luci della natura inferiore, e particolarmente della natura inferiore intermedia che è chiamata psichica. Non vi è niente di così ingannevole come le false luci di māyā. Spesso i fiori belli a vedersi contengono veleni mortali sia nelle gemme che nelle spine, o in entrambe. Il suo miele porta la morte, porta alla morte dell'anima umana. Cercate prima i vostri poteri spirituali e intellettuali; bagnatevi nella luce della vostra natura spirituale, in modo da avere il potere della visione e della volontà; e allora queste altre facoltà cresceranno in voi naturalmente, in modo uniforme, opportunamente, facilmente.

La legge delle leggi dell'universo è l'oblio di sé, non la concentrazione dell'attenzione sulla propria libertà personale, e nemmeno sull'individualità. La legge primaria dell'universo è vivere in tutte le cose, non la dottrina che ciascuno deve vivere per se stesso al fine di sviluppare i poteri spirituali interiori. Questa è abbastanza vera come affermazione esplicita e imperfetta, ma è anche fuorviante, pericolosa, poco saggia, e quindi profana come affermazione di allenamento esoterico, a meno che non sia appropriatamente qualificata — qualificata sempre con la dottrina concomitante: Eleva la tua vita se la vuoi trovare! Vivi a beneficio dell'umanità, poiché questo è il primo passo. Se vuoi avere il sole, allora lascia la terra e le sue nubi.

La grande eresia, la sola vera eresia, è l'idea che ogni cosa sia separata, distinta ed essenzialmente diversa dalle altre cose. È un allontanarsi dalla realtà e dalla legge naturale, perché la natura non è che coordinamento, disponibilità reciproca, e la regola dell'unità fondamentale è perfettamente universale: ogni cosa nell'universo vive per qualsiasi altra cosa.

È questo senso di separatività ad essere la causa e la radice di tutto il male. Porta alla voglia di me: Io voglio, Io sono, mio. Ed è questo senso della separatività personale, immaginare che noi siamo completamente separati da tutti gli altri, completamente diversi, che ci impedisce di diventare quel dio interiore in noi. Diventando quel dio interiore diventiamo coscientemente uno con l'universo del quale siamo i figli, una parte inseparabile; e significa attingere alla forza inesauribile, alla saggezza senza confini, dissetandoci alle fonti dell'ispirazione che scaturiscono dal cuore dell'universo. Ciascuno è radicato nella fontana comune della vita-intelligenza-sostanza cosmica.

L'egoismo è limitativo, è la base di tutte le degenerazioni, di tutta la decadenza morale, di tutte le debolezze mentali e fisiche; è paralizzante, vincolante, e non concede alcun spazio per espandersi e crescere. L'egoismo è la radice di ogni male, e quindi della debolezza mentale, della mancanza di facoltà, della mancanza di potere, della mancanza di giudizio, della mancanza di discernimento, della mancanza di un cuore sensibile. L'egoismo è quindi la causa fertile di tutte le disgrazie e di tutte le sventure. Ogni cosa che rende inefficienti le facoltà naturali della costituzione umana deriva dall'egoismo. Causa al vostro ristretto circolo di pensiero una visione deplorevole e un punto di vista ristretto malfunzionante. Allora voi siete prigionieri, imprigionati nel vostro egoismo, e perciò siete paralizzati dalla paura nelle più nobili battaglie della vita. L'egoismo vi rende prigionieri — e la vostra prigione è il vostro sé inferiore.

Oh, la sensazione di libertà, della vera virilità, quando lasciate la prigione dell'egoismo inferiore e percepite l'unione con il Tutto; in verità, voi siete proprio quel Tutto nei mistici arcani del vostro essere più intimo.

Sono l'egoismo e l'ignoranza che provocano gli uomini a divergere e a litigare tra loro, perché nella ricerca di sé gli uomini usano fini personali ed egoistici — a volte deliberatamente, altre volte semi-coscientemente. Questo avviene di nostra libera volontà che in se stessa è, comunque, un potere, una qualità divina.

Abbiamo la volontà, che è libera. Siamo parte delle energie dell'universo, perché siamo inseparabili da esso. A volte usiamo la nostra volontà in maniera giusta, a volte invece distortamente; e quando la usiamo in maniera giusta vediamo i portentosi misteri nel cuore e sui volti degli altri, e riconosciamo la grandezza del loro essere più profondo, perché la grandezza è anche in noi, e la grandezza riconosce sempre la grandezza. E quando usiamo queste forze in maniera sbagliata, o ingiustamente, o distorte, impieghiamo le forze incolori dell'universo, ma lo facciamo malignamente, cercando profitto per noi. Avendo una libera volontà usiamo queste energie, e lo facciamo ignoranti della legge — la legge della natura.

L'ignoranza è una rovina per l'uomo. Se sapessimo cosa stiamo facendo; se sapessimo che stiamo gettando nello scompiglio le forze dell'universo, suscitando cattive passioni in noi stessi e in altri uomini; se potessimo solo realizzare questa verità fondamentale della natura — che tutte le cose hanno una radice comune nella pace e nell'armonia senza fine — allora nessun uomo sano di mente tollererebbe la discordia e il male in lui, ma si adopererebbe a illuminare e aiutare i suoi fratelli.

L'ignoranza è il più grande nemico dell'uomo. E i frutti dell'ignoranza sono infelicità, dolore, pene, malattia e sofferenza.

L'egoismo è ignobile, ed è anche poco saggio, perché non c'è niente come l'egoismo per rendervi inefficienti e infangare i vostri piedi nella melma dell'individualità inferiore. La strada che porta al successo è quella di attutire la personalità, diventare impersonali, in modo che i vostri piedi non restino infangati dal sudiciume avvinghiante dell'esistenza materiale. La legge è la stessa per tutti: essere impersonali, dimenticare se stessi.

Un uomo che non pensa ad altro se non a se stesso: me, i miei progetti, il mio patrimonio, le mie voglie, i miei pensieri, crea un bozzolo perfetto di egoismo brutto e imperfetto intorno a sé, attraverso cui niente può risplendere, ed è come un muro adamantino intorno a lui, più difficile e durevole dell'acciaio.

In verità, noi siamo circondati dalle barriere del nostro agire, abbiamo costruito la nostra fabbrica del pensiero, e le nostre peggiori barriere sono dentro di noi. Man mano che la coscienza dell'uomo cresce, rompe i vincoli che la circondano, infrange le barriere che ostacolano la sua manifestazione, e la luminosità interna risplende.

La rigidità di pensiero, la rigidità di opinioni, sono barriere verso il vero progresso spirituale, perché significano dogmatismo, significano i limiti della soddisfazione personale. Effettivamente, significano, per cambiare la metafora, la chiusura delle porte della mente all'entrata di una nuova verità, perché gli uomini, nelle loro anime, non sono mai rigidi e tutti d'un pezzo, per così dire — non sono mai rigidi e tutti d'un pezzo nelle loro menti — a meno che siano compiaciuti di se stessi; e non c'è niente che ostacola così decisamente la propria visione interiore della verità come fa l'auto-compiacimento. Ricordate anche che la maggior parte degli esseri umani sono auto-compiaciuti per un po', ma non per lungo tempo.

Al contrario, una mente aperta, un intelletto appassionato, il desiderio di avere una percezione spirituale non offuscata, una disponibilità a ricevere la verità e impartirla agli altri per la simpatia che affluisce copiosamente dal proprio cuore — tutte queste cose instaurano il vero progresso spirituale e sono quindi i segni di risposta di qualche avanzamento lungo il sentiero dell'evoluzione spirituale.

Evitate, dunque, la rigidità. Lasciate aperta la vostra mente, lasciate che il vostro intelletto sia desideroso d'impadronirsi di qualsiasi nuovo aspetto della verità che vi si possa presentare. Una nitida percezione spirituale è semplicemente la perdita della personalità nelle opinioni, nei punti di vista, e dell'auto-compiacimento. Rendersi conto dell'impersonale significa avere una nitida percezione spirituale.

La cosa principale che chiude le porte all'entrata della luce è il sentimento che si può esprimere in queste parole: "Ho tutto quello che ho bisogno di sapere." Che egoismo! Questo sentimento deriva dal puro egoismo. L'opposto dell'egoismo è la visione impersonale delle verità spirituali che agiscono nella vostra anima, e la plasmano quindi a ricevere impressioni impersonali, universali.

Qualsiasi cosa vi sarà d'aiuto, e la vostra crescita spirituale vi allontanerà dal vostro sé animale, vi indurrà a dimenticare il vostro essere personale e vi porterà nelle grandiose altezze della natura, e vi darà pensieri di servizio compassionevole e impersonale. Che conforto, che speranza, che consolazione, che pace, quando dimentichiamo noi stessi!

Qualsiasi cosa che vi distoglierà da voi stessi con la vostra piccola cerchia di limitazioni personali, di idee egoistiche e di idiosincrasie, di pensieri ed emozioni egoistiche, vi aiuterà grandemente nel servizio impersonale: qualcosa di cui prendersi cura, qualcosa di materno, se preferite, il lavoro altruistico per gli altri. Prendersi cura di un albero, prendersi cura di un fiore, accudire gli interessi di qualche essere umano, occuparsi del proprio libro, dei propri scritti, della propria macchina, dei propri attrezzi, quali che possano essere — qualcosa che vi faccia dimenticare il sé personale — vi aiuta nella crescita spirituale, nell'oblio di voi stessi. Quale ricompensa arriva per l'uomo o la donna che si comportano così! Questo è il segreto del richiamo delle religioni. Rende capaci un uomo o una donna di dimenticare il sé personale inferiore. E voi potete ottenere esattamente gli stessi risultati dando campo libero ai poteri nel vostro animo in qualsiasi tipo di lavoro impersonale.

Dolci sono i frutti dell'oblio di se stessi — l'oblio completo della vostra personalità in qualcosa di così bello e impersonale che il linguaggio umano non può descrivere! L'oblio di se stessi, la pietà, la compassione e la pace sono i frutti dell'armonia cosmica, che è il vero cuore dell'universo. Quando cominciate a realizzare questa realtà, allora dentro la vostra anima comincia la crescita di qualcosa, che è indescrivibile, che non possiamo esprimere a parole, ma che è al tempo stesso luce, vita, pace, saggezza, e amore onnipotente — impersonale, universale, per cui ogni cosa che è, dappertutto, ha per voi un'attrattiva, perché l'amate.

E tuttavia l'intero universo esterno non è che il rivestimento, l'ombra di qualcosa d'invisibile, della vita interiore, di cui ogni essere umano e, in verità, ogni entità, è una parte inseparabile, perché tutte le entità e tutte le cose sono radicate in questa vita interiore, e quindi qualsiasi cosa uno di noi possa fare, reagisce con le corrispondenti forze su tutte le altre entità e cose.

Ciascuno è il custode del suo fratello, essendo, come siamo, inseparabilmente vincolati da legami indistruttibili d'origine e di destino. Fondamentalmente, noi siamo tutti uno. Ogni figlio dell'uomo è il custode dei suoi fratelli, nel senso che egli agisce su di essi, e le loro menti e i cuori reagiscono a quello che egli dice loro. E la sua responsabilità diventa forte, coscientemente, auto-coscientemente, in proporzione a quanto sia più avanzata la propria evoluzione.

Siamo noi stessi a costruire esattamente quelli che siamo; e al tempo stesso, siamo i guardiani dei nostri fratelli, perché ciascuno di noi, ciascuno di noi, è responsabile di una catena eonica di causalità. In quest'universo esiste la legge, le cose non sono governate dal caso; e un uomo non può pensare o parlare o agire senza influenzare altri esseri, a loro vantaggio o a loro disgrazia.

Seminate un'azione e raccoglierete un'abitudine. Seminate un'abitudine e raccoglierete un destino, perché le abitudini costruiscono il carattere. Questa è la sequenza: un'azione, un'abitudine, un carattere, e un destino. Siamo noi i creatori di noi stessi. Come vi state costruendo ora, così sarete in futuro. Quello che siete ora è esattamente quello che avete costruito in passato. Ciò che seminate raccoglierete.

Se seminate per voi stessi, solo per scopi egoistici, raccoglierete di conseguenza. L'uomo che nutre poco amore per la bellezza intrinseca di una giusta azione come, ad esempio, dire a se stesso: ho intenzione di essere buono semplicemente per ottenere qualcosa, una fortuna migliore, un futuro migliore, un corpo migliore, ha la sua buona semina già rovinata da tutta una manciata di imperfezioni — il suo desiderio egoistico. Non c'è niente di così riduttivo come la personalità; niente sminuirà la forza della vostra anima come concentrarvi sui vostri egoistici affari personali e dimenticare il benessere degli altri.

L'uomo che pensa agli altri prima che a se stesso è già grande. L'uomo che sacrifica la sua vita perché altri possano vivere è già grande. L'uomo che dimentica se stesso nel servizio impersonale per l'umanità è il più grande di tutti, e un tale uomo raccoglie un destino — perché ha costruito un carattere corrispondente — che è divino.

La natura richiede a tutti gli esseri umani cooperazione, fraternità, sentimenti cortesi, amore, oblio di sé, lavorare per gli altri. L'uomo o la donna sempre egoisti, prima o poi si trovano con le spalle al muro. Il malvagio può prosperare come la pianta verde dell'alloro per un periodo, ma non a lungo. L'egoismo avvizzisce, significa freddo, significa l'opposto del caldo potere espansivo dell'amore.

La natura non tollera a lungo l'avanzamento personale a detrimento degli altri: il vero centro della natura è l'armonia, la vera fabbrica e la struttura dell'universo è il coordinamento e la cooperazione, l'unione spirituale; e l'essere umano che cerca incessantemente l'avanzamento personale, senza tregua, finisce in quel lontano paese dell' "Occidente mistico," la terra delle speranze dimenticate, la terra della decadenza spirituale, perché la natura non avrà niente di lui per molto tempo. Egli ha opposto la sua debole volontà sottosviluppata contro le potenti correnti del cosmo, e prima o poi è spazzato via da qualche banco di sabbia del fiume della vita, dove marcisce. La natura non tollera l'egoismo persistente e inveterato.

Guardate un albero. Guardate i nostri corpi. Ciascuno è costruito da eserciti di cose minori, di entità minori, che lavorano tutte insieme e compongono una cosa sola in cui tutti vivono, si muovono e hanno il loro essere, e lì partecipano alla vita comune.

Quando un uomo agisce armoniosamente, agisce secondo lo schema e secondo la legge universale; e l'armonia nella coscienza e nel pensiero, e quindi nell'azione, è ciò che gli uomini intendono con il termine etica. L'etica non è una convenzione; la morale non è una convenzione; sono radicate nell'armonia, nelle leggi fondamentali dell'essere: si basano sulla vera armonia strutturale dell'universo.

Quest'istinto dell'etica, quindi, proviene dalla nostra costituzione interna. Scaturisce dal nostro essere spirituale che riconosce l'armonia, l'ordine, la grandiosità e la maestosità della bellezza — la bellezza nel pensiero, la bellezza nell'aspirazione e nel sentimento, la bellezza nell'azione.

La conoscenza è del bambino che agisce amorosamente — questa è una delle verità più sublimi. Non possiamo conoscere i misteri, i misteri superiori se il nostro cuore non è pieno, traboccante d'amore; e la conoscenza deriva dall'esercizio dei poteri spirituali dentro di noi. Quest'esercizio si realizza per la maggior parte facendo azioni di amabile cortesia, nel percepire e praticare la fratellanza, nell'aiutare e condividere con gli altri, nell'aiutare e condividere con loro le benedizioni che abbiamo.

Quanto è nobile, quant'è grande per gli uomini sentire la loro comune affinità reciproca, sentire l'amore onnipotente che si agita nel cuore, intuire il sentimento della nostra fratellanza comune, e vivere per giovare all'umanità!


Capitolo V

L'Amore è il Potenziamento dell'Universo

L'amore indica la via e illumina il sentiero; l'amore è l'afflusso della luce permeante, lo splendore Buddhico, la luce del Cristo, al centro dell'universo — quell'amore che, agendo negli dèi e negli uomini, c'insegna a conoscere la bellezza quando la vediamo, specialmente la bellezza interiore, a riconoscere la grandezza e lo splendore negli altri, perché conosciamo la grandezza e lo splendore nel nostro essere intimo.

L'amore è il potenziamento dell'universo; mantiene tutte le cose al loro posto e le conserva eternamente; la sua vera natura è la pace celeste, la sua vera caratteristica è l'armonia cosmica che permea ogni cosa, illimitata, infinita, eterna. È dappertutto, ed è il profondo del cuore di tutto ciò che è.

L'amore è la cosa più bella e più santa conosciuta dagli esseri umani. Dona all'uomo speranza; sostiene le aspirazioni del suo cuore; stimola le qualità più nobili dell'essere umano, come l'auto- sacrificio per gli altri; porta l'oblio di sé: porta anche una pace e una gioia che non hanno confini. È la cosa più nobile nell'universo.

"Amatevi l'un l'altro" — un bellissimo detto questo, perché è un richiamo proprio al cuore della vostra natura, al divino in voi, al dio interiore, la cui essenza è uno splendore celeste. La vostra luce essenziale è amore onnipotente.

L'amore è protettivo; l'amore è possente, penetra tutto, e più è impersonale, più è superiore e potente. Non conosce barriere né di spazio né di tempo, perché è l'attività fondamentale della natura, la legge fondamentale della natura, ed è il vincolo d'unione universale fra tutte le cose. Non solo corrode l'ostinazione dei cuori di pietra più duri e dissolve la sostanza delle menti più inflessibili, ma diffonde lentamente il suo calore che dona la vita dappertutto. Niente può ostacolare il suo passaggio, perché l'amore è la vera essenza di vita dell'universo. Tutti gli esseri e le cose alla fine sono uno, radicati tutti nella Vita una, e attraverso tutti scaturisce regolarmente l'incessante corrente dell'amore onnipotente.

L'amore è il grande potere d'attrazione che vincola una cosa all'altra, un cuore umano all'altro; e più la nostra evoluzione è progredita, più strettamente l'amore avvolge i suoi viticci attraverso tutte le fibre del nostro essere; o, per dirlo altrimenti, più il cuore umano si espande con l'amore fino ad abbracciare nelle sue pieghe l'intero l'universo, più arriviamo ad amare tutte le cose sia grandi che piccole, senza distinzione di luogo o tempo. Oh, la benedizione di questo sentimento, di questa realizzazione. È divino, perché l'amore impersonale è divino.

L'amore personale non è che un suo riflesso; e l'amore personale è fallace, perché il raggio è così flebile. Ogni cosa che abbia come causa motivante il desiderio di un beneficio personale non è amore vero.

Nell'amore personale i veli della personalità cominciano ad addensarsi davanti all'occhio interno, perché il desiderio personale si raccoglie e s'addensa nell'aura — la circostante atmosfera psichica — e la condensa, e questa è la causa dell'addensarsi dei veli psichici, che oscurano la visione e la comprensione interiore. L'essenza dell'amore vero è l'oblio di se stessi, e non ci sono eccezioni a questa regola.

Se il cuore e la mente di un uomo sono pieni solo d'amore personale, allora egli ama questo ma non ama quello: ama qualcosa che è lontana ma non ama qualche altra cosa qui, o viceversa — in altri termini, il suo amore è limitato, direttamente proporzionale al suo carattere. Quello è il tipo d'amore che non è del tutto vero, che è limitato.

L'amore impersonale è piacevole, bello, e non ha traccia delle cose che a tutti noi non piacciono. È sempre gentile con ogni cosa e con ciascuno — gli esseri e le cose sia grandi che piccole, è intuitivo.

La responsabilità, la confidenza, la fiducia, l'amore, in verità portano veramente felicità, forza e gioia. Ma voi non comprenderete queste grandi qualità né le percepirete veramente se il vostro cuore è pieno di sentimenti e pensieri personali semplicemente limitati. Il vostro cuore non avrà spazio per queste qualità, né le accoglierà se è pieno solo di cose personali.

L'amore personale non è mai responsabile, non ha il senso della responsabilità. Non può fidarsi; non può veramente avere fiducia; non può dare assolutamente, perché l' "Io" vi è presente per tutto il tempo, e il suo pensiero è: per me, per me, per me. Questa è il problema nel mondo d'oggi, e tutti i guai e le afflizioni cesseranno in larga, larga, larga misura quando uomini e donne potranno amarsi reciprocamente in maniera impersonale, quando gli uomini potranno guardare l'uomo suo simile come un eroe umano, e quando le donne avranno fiducia nel proprio sesso, cosa che faranno quando avranno questa visione — la sublime visione.

È esattamente quest'amore personale egoistico che ha portato dolore, sofferenza e miseria nella vita umana, proprio come l'amore impersonale ripulisce e purifica e rende felice i cuori degli uomini.

C'è qualcosa di bello in un cuore umano che può donarsi senza pensare a una ricompensa o al dolore che il beneficato possa temporaneamente causare al donatore. Quell'amore che è dato senza pensare a sé, che non ha frontiere né condizionamenti, è divino. Il vero amore è sempre impersonale.

L'amore è pace, l'amore è armonia, l'amore è oblio di se stessi, l'amore è forza, è potere, è visione, è evoluzione. Il suo potere espande talmente la natura interiore, da farci lentamente diventare simpatetici, perché diventiamo uno con l'intera casa universo in cui viviamo e abbiamo il nostro essere; e poiché è l'armonia stessa, e poiché ha in sé l'essenza del nucleo dell'universo, diventiamo uno con la divinità nel cuore di tutte le cose.

L'amore impersonale è divino. Illumina il cuore; allarga la mente; riempie l'anima con il senso dell'unità con tutto quello che è, in modo che non potreste recare offesa a un'altra creatura, un vostro simile, più di quanto potreste fare deliberatamente e volontariamente un torto a qualcosa o all' individuo, che personalmente più amate sulla terra.

L'amore è potente. È la cosa più grande nella vita umana, perché è la cosa più grande nella vita degli dèi, di cui la vita umana non è che un riflesso povero e inadeguato. Tutta la nostra natura riversa il suo glorioso effluvio di simpatia per tutto ciò che è. La vita si nobilita fin dall'inizio, e vediamo davanti a noi, anche sui distanti orizzonti del futuro, la comprensione completa di ogni cosa con ogni cosa, e un ricongiungimento di tutte le entità e cose in una sola coscienza, dove odio, conflitti, discordie, disaccordo, saranno svaniti.

Un debole riflesso di quest'amore è l'amore di un essere umano per un altro — è molto debole, ma almeno è l'inizio dell'oblio di sé. Ma una volta che l'anima è illuminata dal sacro splendore dell'amore impersonale, allora potete vivere veramente.

L'amore impersonale non richiede ricompensa, dà tutto, e quindi dà se stesso. L'amore è un'illuminazione. L'amore è ispirazione; apre le porte della mente, perché spezza i legami dell'individualità inferiore che cingono il dio interiore. Quando si ama impersonalmente, allora i fuochi divini si effondono, e l'uomo diventa veramente uomo.

L'amore è un potere onnipotente. L'amore perfetto scaccia tutte le paure. Chi ha il cuore pieno d'amore e pietà non saprà mai cosa sia la paura; nel suo cuore non c'è posto per la paura. Amate tutto ciò che vive e alleatevi allora con i poteri cosmici invincibili e diventerete forti e spiritualmente e intellettualmente chiaroveggenti. Non avrete mai paura di qualcosa se il vostro cuore è colmo d'amore e di comprensione, perché l'amore — l'amore perfetto — porta la comprensione. Allora non avrete mai paura della povertà, non avrete mai paura della morte.

Potete superare la paura visualizzando a voi stessi le azioni e i pensieri di coraggio elevato e nobile. Studiate e ammirate le azioni coraggiose degli altri. Studiate e ammirate i pensieri coraggiosi degli altri. Sviluppate l'amore per il coraggio, in modo da seguirlo. Allora diventerete il coraggio stesso e la paura svanirà come le nebbie notturne prima del sorgere del sole. Qui giace il segreto di vincere la paura: è di usare l'immaginazione creativa.

Queste sono regole pratiche di etica, regole pratiche di condotta umana; ed è un peccato che l'umanità le abbia perse di vista! Gli uomini saranno dominati dalla paura nella misura in cui amano se stessi, perché allora avranno paura di qualsiasi cosa che sta per succedere — paura di rischiare, paura d'agire, fare, pensare, per timore di perdere. E allora perderanno. "Ciò di cui avevo paura mi è piombato addosso!" É sempre così.

Sono i grandi uomini a non aver paura, che rischiano, operano, fanno — poiché sono quelli che agiscono; e sono anche i pensatori del mondo, perché in entrambi i casi non hanno paura. Amano le cose che fanno. Di conseguenza, non hanno paura.

L'uomo forte è colui che ama, non colui che odia. L'uomo debole odia perché è limitato e piccolo. Non può vedere né sentire il dolore e le pene degli altri, nemmeno percepire una cosa così semplice come il punto di vista degli altri. Ma l'uomo che ama riconosce la sua affinità con tutte le cose. L'intera sua natura risplende della bellezza che è in lui, si espande con il fuoco interno che arde in pensieri belli e reciproci, e quindi nelle azioni belle e gentili. I suoi lineamenti si ammorbidiranno e diventeranno gentili; egli non sarà temuto né odiato.

L'amore impersonale è magico, opera meraviglie; infrangerà anche i cuori umani di pietra. Niente, nemmeno l'odio, può resistere al suo passaggio. Seguite l'antica legge: non odiate. Conquistate l'odio con l'amore. Non ricambiate mai l'odio con l'odio, perché così aggiungete benzina a una fiamma impura. Ricambiate l'odio con la compassione e la giustizia. Date giustizia quando ricevete ingiustizia. Così vi alleate con i metodi spirituali della natura e diventate un figlio della vita cosmica, che da quel momento in poi batterà nei vostri cuori con le sue eterne pulsazioni.

Siate voi stessi ed espandete le vostre simpatie; avvolgete con i viticci della vostra coscienza i cuori di altri esseri umani. Che delizia sentire, per così dire, il fremito elettrico interiore che la vostra anima sperimenta quando avete toccato il cuore di un essere umano come voi!

Lasciate che il vostro cuore si espanda con le energie divine latenti in esso; amore, compassione, pietà, comprensione per gli altri, gentilezza, la visione della bellezza nella luce dell'amore, e dell'amore nella luce della bellezza che esso stesso emana.

Siate gentili, non odiate. Lasciate espandere il vostro cuore.

Un altro passo che porta al sentiero dell'amore divino è il perdono. Il perdono è il movimento del cuore che vi porterà a fare il primo passo sulla strada verso l'alto; in verità, è uno dei passi che portano all'amore divino. Il vero perdono richiede forza di carattere, una vera maturità, un reale discernimento e potere intellettuale; è il rifiuto di covare risentimenti, di alimentare l'astio, di coltivare l'odio; e perdonare significa anche purificare il proprio cuore da questi impulsi bassi e degradanti.

Qui vi faccio un esempio: avete ricevuto un torto. Quali di queste due cose: alimentare il risentimento, coltivare l'odio, aspettare il momento in cui potete ripagare con la stessa moneta, incrementando in tal modo la sofferenza e l'agonia del cuore del mondo alla stessa stregua? O direte: No, io voglio perdonare; io stesso ho spianato la strada a ciò, perché io stesso in passato ho provocato su di me questo dolore. Infelice l'uomo che mi fa del male! Lo perdono.

Chi compie del male non sa cosa stia facendo. Egli è un debole, è cieco. Se vede invece con un cuore che perdona, è forte: perché l'amore perdona tutto, e la ragione è che agisce così perché simpatizza, comprende. La comprensione porta l'intuito.

Imparate a perdonare, e perdonate quando è necessario perdonare. Non semplicemente un perdono a parole quando non avete alcuna tentazione di odiare, ma perdonare quando il perdono significa richiamare la forza in voi. Amate quando c'è un impulso meschino ed egoistico di odiare, perché amare mostra l'esercizio spirituale che equivale a forza e grandezza in voi.

Questo vi rafforza molto nella vostra costituzione interna. Lo sforzo e il risultato pacificano le discordie, placano l'angoscia, stimolano fiducia e sentimenti gentili; e a chi riesce a perdonare sinceramente viene una pace e una coscienza di forza che nient'altro può mai portare.

Perdonate e amate i vostri simili, e lasciate che l'amore riempia i vostri cuori con la sua santa luce e illumini le vostre menti con il suo splendore divino, lasciate che si diffonda in tutte le vite, senza limitarlo, senza porgli frontiere; e la vostra ricompensa sarà molto grande. L'amore non solo evoca amore in altri cuori, ma vi eleva. Porta non solo le cose belle nelle anime di chi voi amate, ma sviluppa le vostre facoltà e i poteri.

Perdonate e amate; e in tal modo avanzerete sul sentiero che vi condurrà direttamente al sole spirituale che sorge eternamente con la guarigione nelle sue ali. Perdonate e amate; e prima di conoscerlo, sentirete la dolce influenza dello splendore Buddhico — lo spirito Cristico — che si muove furtivamente attraverso tutto il vostro essere. Allora comincerete a diventare un potere benefico sulla terra, non solo amato dai vostri simili, ma una benedizione per tutti gli esseri. Allora comincerete a fare un uso appropriato delle sublimi facoltà e poteri che nascono dal dio in voi: comprenderete tutte le cose, perché l'amore è veramente chiaroveggente ed è un potere possente.

Imparate a perdonare, perché è sublime; imparate ad amare, perché è divino.


Capitolo VI

Il Sentiero del Chela

Il legame tra l'insegnante e il discepolo è veramente bello: la sensazione, da parte del discepolo, di un'intima fiducia e amore, per cui egli percepisce che niente può essere nascosto della conoscenza del suo insegnante; e da parte dell'insegnante, la comprensione, la compassione, l'amore, si, a volte e spesso, in verità, l'incoraggiamento. Se il discepolo ha gratitudine per il suo insegnante, l'insegnante, in un certo senso, ha gratitudine per il suo discepolo, perché vede in lui la vita crescente di un nuovo Maestro di Compassione che sboccerà negli eoni futuri.

Siate di animo buono! Seguite il sentiero sul quale siete entrati. Seguitelo fedelmente nonostante gli errori che potete commettere e gli ostacoli che dovete superare. Seguite quel sentiero che porta sempre più al dio in voi: vi porterà nel vero cuore dell'universo; e mentre avanzate lungo questo sentiero, otterrete l'accesso al potere interiore, un incremento della facoltà interiore, e una crescita delle parti spirituali e intellettuali della vostra costituzione, che vi apriranno le porte attraverso le quali potete guardare ancora più lontano ogni nuovo evento nel cuore dell'universo.

Ogni iniziazione non è che l'apertura di una nuova porta d'esperienza nei regni della vita intima. Ogni nuova porta si chiude per sempre dietro di voi. Non potete tornare indietro; ma, mentre vi trovate in un nuovo mondo per il tempo che dura, con l'aggiunta di una facoltà, con l'aumento di potere, con nuovi poteri da esercitare interiormente, tuttavia vedrete sempre un'altra porta davanti a voi. Queste "porte" sono anche chiamate "veli," e quando oltrepassate un velo, c'è sempre un altro velo dall'altra parte. Ogni nuova camera del tempio, velata l'una dall'altra, contiene una luce più forte dell'ultima in cui siete entrati.

Veramente grande è la ricompensa di coloro che riescono — ineffabile, gloriosa; e quel successo è solo l'inizio di successi ancora più grandi da conseguire, perché ogni passo avanti apre una nuova prospettiva di possibilità nel panorama senza fine e sempre mutevole della vita dell'universo. Ogni passo avanti è entrare in una luce più grande, rispetto alla quale la luce appena lasciata è un'ombra; ma la luce sacra della verità, la luce e l'amore, brilla attraverso ogni velo, e quella luce vive per sempre in voi, perché è il vostro sé essenziale.

Diventando uno con il vostro sé essenziale, oltrepassando i veli dell'oscuramento, i veicoli personali — che siano veicoli fisici o astrali o psicologici o mentali, o anche spirituali — andando sempre di più verso l'interiore o verso l'alto, vi avvicinerete sempre più intimamente al vostro dio interiore, che è la vita essenziale di quella verità; e, di conseguenza, diventando lui, la vostra coscienza semplicemente umana diventa la coscienza dell'universo. Il vostro dio interiore è uno dei mattoni interni dell'universo illimitato, e l'universo illimitato è una fabbrica, una rete della coscienza. Conoscendo voi stessi conoscerete tutte le cose.

La via della crescita non è una via difficile. È chiamata un sentiero ripido e spinoso, ma è tale solo per l'uomo inferiore egoista, avido, passionale. La via dello spirito è la via della luce, è la via della pace, è la via della speranza, è la via del sole. Incamminatevi fermamente su questo sentiero, seguitelo e arriverete!

Su questo difficile sentiero l'aspirante è sostenuto dall'amore della sua guida, ma egli deve fare ogni passo lungo il percorso solo per la vittoria. Non vi è trasportato. Deve fare da solo ogni passo. Nella comune esistenza umana percorriamo la nostra vita nel mondo, ci nutriamo, c'informiamo, ci alleniamo. Se qui è una necessità, nella vita esoterica è la stessa necessità dieci volte superiore. Lì siamo noi a dover conquistare ogni cosa, perché stiamo semplicemente esternando ciò che è dentro di noi; la nostra volontà, la coscienza, devono essere risvegliate, completamente risvegliate, e con i nostri sforzi.

Se non usate la vostra facoltà della visione non potete vedere. Non potete comprendere dalla comprensione di qualcun'altro. Nell'allenamento esoterico dovete guadagnarvi qualsiasi cosa che possiate mai avere. Voi stessi dovete risvegliare nella vostra anima la sacra fiamma; ed è uguale per qualsiasi altro passo nel progresso spirituale che state facendo. Voi stessi dovete sperimentare l'indicibile gioia della compassione — l'ineffabile sentimento di essere uno con il Tutto. Voi stessi dovete essere il veicolo della luce interiore, dovete guadagnarvela. È sia in voi che al di sopra di voi, rafforzandovi e ispirandovi.

La luce spirituale vi arriva dall'interno; voi non ricevete la luce — la luce dello spirito — dall'esterno. Tutto quello che l'insegnante può fare è di aiutarvi a eliminare i veli avvolgenti dell'egoismo in molti modi differenti e in modi vari e diversificati. Tutta l'illuminazione spirituale ora vi arriva, e vi arriverà sempre, dal Maestro che è in voi stessi. Non c'è un altro sentiero possibile per la luce. Tutta la crescita è dall'interno; tutta l'illuminazione è dall'interno; tutta l'ispirazione è dall'interno; tutta l'iniziazione è dall'interno.

L'aspirazione è la vera preghiera; è elevarci costantemente giorno per giorno, tentando ogni giorno di andare un po' più in alto verso il dio interiore. Questo significa armonia, armonia interiore, pace. Quindi, avendo l'armonia e la pace in voi, nella mente, nel cuore, quello stato della mente e del cuore si rifletterà nel vostro corpo fisico, e il vostro corpo funzionerà armoniosamente, il che significa: funzionerà in salute.

Inoltre, un'atmosfera di concetti elevati e pensieri gentili purifica e raffina l'atmosfera aurica intorno a ogni essere umano, e agire così è il dovere sacrosanto di ogni discepolo sul sentiero. Le aspirazioni verso l'alto e le cose nobili raffinano anche gli atomi di tutta la nostra costituzione.

Il discepolo dovrebbe sempre avere in mente la coscienza e il pensiero meditativo su questi insegnamenti, che dovrebbero essere continuamente sostenuti nella vostra coscienza. Dovreste meditarci sopra. Dovrebbero andare a letto con voi, essere con voi quando vi vestite o fate un bagno, o mangiate, anche quando portate a termine i vostri doveri. La vostra mente deve meditare per tutto il tempo su queste mirabili dottrine. Questa mente "super-cosciente" è la vostra radice, l'essenza divina, nella quale dimora la coscienza meditativa.

Questa è la meditazione: prendete un soggetto per il pensiero e soffermatevi su di esso nel pensiero, in modo impersonale, mentre cercate dentro di voi la risposta per avere più luce; e se questo metodo di meditazione è fedelmente seguito, alla fine la luce verrà. L'esercizio rende questo metodo così facile, l'abitudine gli fornisce una tale attrazione, che alla fine verrà il momento in cui mediterete tutto il giorno, anche se le vostre mani possono essere impegnate negli affari quotidiani. Vi troverete una felicità e una pace inesprimibili.

Non avete bisogno di andare nella vostra camera privata e sedervi o stare in piedi o stendervi, e con uno sforzo della volontà cercare di obbligare il cervello a pensare a certe cose. La concentrazione significa focalizzare la mente su un punto del pensiero o di un oggetto del pensiero e tenerla fissa su di esso. È facile da realizzare, e il modo per farlo è di essere interessati a qualcosa. Se siete veramente interessati a una cosa, la vostra mente si concentrerà automaticamente su di essa.

Ma la forma migliore di meditazione è il pensiero costante, il desiderio ardente, l'aspirazione, voler essere migliore, vivere più nobilmente, e tenere questo pensiero con voi giorno e notte. Se il desiderio di essere migliore e vivere più nobilmente deriva dallo spirito di compassione, che nasce nel cuore come un fiume sacro di energia, esso vi condurrà rapidamente ai Cancelli d'Oro.

Tuttavia, il prossimo passo sul sentiero è compiuto quando il discepolo è pronto: tutto dipende dal discepolo; l'insegnante non può fare niente, se non risvegliarlo; il discepolo è l'unico a decidere, perché quando il discepolo è pronto, l'insegnante è in attesa.

Viene un momento nell'evoluzione umana in cui un uomo o una donna arrivano a un punto dove vogliono concentrare tutte le loro energie — spirituali, intellettuali, psichiche, astrali, vitali, fisiche, ogni cosa — su un solo obiettivo, vale a dire di rendersi servitori idonei a disposizione degli altri esseri umani, senza nessun'altra distrazione o richiamo del dovere. Questo è chiamato chelaiato: lo stato del discepolato. Ma questo sentiero del discepolato è per pochi.

Coloro che seguono questo sentiero di progresso e illuminazione spirituale — discepoli della vita esoterica, che vivono la vita del chela — si sono impegnati a rinunciare a sé per il mondo, di non avere alcuna proprietà personale, di rinunciare alla vita e a tutto quello che c' è in essa, per la più sacra delle cause che essi conoscano. Per questi discepoli della vita bella, la non-resistenza è giusta: hanno giurato di non contrattaccare, di non alzare mai una mano per difendersi se l'attacco è diretto solo al chela; di non difendersi mai personalmente contro calunnie e diffamazioni, cioè, se è solo per difendere la personalità dell'individuo; di porgere l'altra guancia se è colpito; e di dare anche la propria camicia quando gli è richiesto il mantello. Ma anche questi chela sono impegnati a controllare gli errori, a restare sul sentiero del malfattore, di fermarlo, se è possibile, quando il male è diretto contro un altro; perché un esoterista farà per un altro ciò che non può mai fare per se stesso.

I chela chiudono la loro mente ai piaceri come al dolore: perché l'uomo ideale è quello la cui volontà non è fuorviata né il suo giudizio è parziale sul piacere o sul dolore. L'uomo superiore è colui che sta ben saldo e non è traviato dal piacere, né è indebolito dal dolore.

I chela donano se stessi a beneficio del mondo; rinunciano a tutte le questioni personali in modo che possano vivere per l'universo. Questi pochi donano se stessi; e per nessuno è possibile dare di più. Questo è il sentiero dei Buddha e dei Cristi.

Il chelaiato, o l'allenamento per la Maestria, è un lavoro faticoso che mette il cuore in subbuglio. Ogni suo passo è gioia, anche se a volte ci sono reazioni psicologiche che devono essere combattute. La vita del chela può essere paragonata all'uomo che è impegnato in qualche lavoro importante, affascinante, estremamente interessante, ma fisicamente molto faticoso. Egli lavora, si stanca, il respiro si fa rapido e veloce, il sudore gli irrora la fronte e il corpo, ma egli sente crescere tra le mani, per così dire, un lavoro di meravigliosa bellezza. È ispirato a dare ogni oncia di forza che è in lui.

Il chela sa che oltre le colline remote, forse non troppo lontano per lui, se il suo karma è favorevole, c'è il tempio della saggezza, e che le porte gli si apriranno se è capace di raggiungerlo e arrivarci purificato e forte. Se lo raggiunge con i piedi sporchi, con i piedi che non ha lavato con le lacrime dei suoi occhi e il sangue del suo cuore, egli deve ripercorrere i suoi passi, o aspettare finché arrivi il momento in cui il cuore non sanguinerà più e gli occhi non saranno più offuscati dalle lacrime della devozione personale egoistica a scopi semplicemente personali. Allora gli occhi saranno illuminati dall'eterna fiamma interiore, e il cuore, per così dire, batterà solo per gli altri, perché sarà completamente dimentico di sé. Allora la bellezza, la gioia inesprimibile, una forza e una pace inimmaginabili entreranno nella sua vita.

Il chelaiato, in se stesso, non è difficile. In se stesso è facile, quasi indicibilmente facile. Significa rinunciare alla sofferenza, rinunciare al dolore, rinunciare alla collera, rinunciare alla lussuria, rinunciare all'egoismo, rinunciare a tutte le cose che ci danneggiano, ci accecano e ci paralizzano e ci ritardano. Significa essere puliti, dolci, rinnovati, forti, puri, belli. Significa cominciare a vivere la vita di un dio incarnato. Significa diventare uno con il proprio dio interiore, sempre di più; all'inizio un poco, un poco di più allo sforzo successivo, e così via, perché ad ogni sforzo il chela ottiene una parte sempre maggiore di luce interiore, di vita interiore, d' ispirazione interiore — dello splendore Buddhico interno. In altre parole, significa che egli sta entrando sempre di più in unione con il Maestro interiore. In ogni essere umano c'è ora, anche ora, un'entità eccelsa, un Mahatma.

La vita del chelaiato è una bella vita, e la prima regola è questa: vivere per aiutare l'umanità. Questo è il primo passo nella visione, il primo passo della crescita spirituale, il primo passo del progresso verso l'alto — non di vivere per avvantaggiarvi, ma per giovare all'universo che, in verità, e da un altro punto di vista, siete voi stessi, perché esso è voi e voi siete l'universo.

La vita del chela è effettivamente la cosa più semplice: siate gentili, siate cortesi, siate giusti, e coltivate i vostri poteri spirituali e intellettuali. Non fatevi trascinare mai dalla collera o dalla passione. Non solo non ripagano, ma in questo modo create cattivo karma che un giorno dovrete affrontare e superare.

Dimenticate voi stessi, siate impersonali e quindi non attaccati alla materia; siate distaccati e perciò impersonali. Siate grandi di cuore e grandi d'animo, e allora potete raggiungere l'impersonalità. Vincete l'ingiustizia con l'equanimità, in tal modo diventate magnanimi — grandi di cuore. Non reagite, non fate ritorsioni; siate silenziosi, siate pazienti. Proteggete gli altri, non proteggete affatto voi stessi.

Perdonate le offese. Con un cuore colmo d'amore per tutto ciò che è, e un pieno e perfetto perdono di tutte le offese, passate, presenti e future, il chela si circonda di un onnipotente potere protettivo, perché queste energie spirituali purificano il cuore; stimolano l'intelletto; elevano l'anima. Così la vostra anima splenderà attraverso il vostro corpo come una lampada che splende attraverso il vetro, e illuminate non solo le persone con cui siete, ma con la vostra pace e la vostra tranquillità potete alleggerire e illuminare il loro sentiero.

Siate fieri del vostro sapere, ma non sfacciati. Siate coraggiosi quando incalzate in avanti su quest'antico, antico sentiero delle ere, che conduce al cuore dell'universo, ma non imprudenti. Controllate bene il vostro linguaggio, per timore che qualcosa nascosta possa trapelare insieme alle parole, perché dopo non potete più richiamarla. Osate, volete, conoscete, e siate silenziosi!

Dovete crescere naturalmente, come il fiore apre i suoi petali, come il germoglio apre il suo cuore. C'è qualche ragione o necessità perché gli occhi dovrebbero essere continuamente offuscati dalle lacrime, e i piedi continuamente lavati con il sangue del cuore?

Non scoraggiatevi se fallite, se non vivete all'altezza di quello che per voi è più nobilitante. Non sciupate il tempo nei rimpianti, v'indebolisce. Semplicemente, date pace alla vostra mente: non lo rifarò più! E allora, se fallite, ripetetevi: io non lo rifarò più, perché comportandomi così io solo mi trovo a perdere. Verrà il giorno in cui, con una costante ripetizione del mantram, l'incessante aspirazione sia del cuore che della mente, e con uno sforzo e una lotta continua per migliorare, per essere senza indugi il migliore, il più bello, che è in voi, immediatamente v'identificherete in esso.

Vivendo la vita del chela cambiate semplicemente le cose che detestate intimamente, che odiate, con cose belle, utili; trasmutate la debolezza in forza, la bruttezza in bellezza, la cecità in visione, le tenebre in luce.

Non combattete; non vi arrovellate; non siate agitati, non preoccupatevi. Siate naturali, siate pazienti, calmi, pacifici; non siate impazienti, siate molto pazienti. Prendete le cose per come vengono e sforzatevi continuamente; sforzatevi per le cose che amate di più e che sentite le più vere, e lasciate andare tutto il resto. Fate completamente il vostro dovere, non importa quanto vi possa costare, e troverete che c'è una gioia indicibile in tutto. Allora, prima o poi, verrà l'apertura dell'occhio interno, la visione, l'apertura dei sensi interni, e diventerete consapevoli delle cose più meravigliose e insolite intorno a voi.

Le facoltà spirituali sono in voi, e possono essere coltivate illimitatamente. Quando l'occhio interno è aperto, voi avrete la chiaroveggenza spirituale — la visione del movimento universale, limitato solo nella misura in cui voi, come individui, potete interpretare, potete ricevere, potete contenere — e la capacità spirituale di vedere e vedere in modo giusto; e, nel vedere, sapere che quello che vedete è la verità. Quando vi unite al dio in voi, il potere spirituale vi mostrerà come vedere le cose a qualunque distanza. Vedete immediatamente le cose a enormi distanze attraverso l'occhio spirituale interiore. La vostra coscienza è lì, dove l'avete diretta. Potete starvene seduti sulla vostra poltrona e vedere, con gli occhi chiusi, tutto quello che vi preme vedere a grandi distanze. Questo può essere fatto solo in questo mondo esterno ma potete penetrare nei mondi interiori e invisibili mediante questa visione spirituale, e conoscere quindi cosa accade nei mondi spirituali ed eterei; e ricordate anche che questi mondi interni e invisibili sono la base, la radice di questa semplice sezione trasversale che noi umani chiamiamo l'universo fisico. Quest'universo fisico è proprio una fase o piano del grande universo della vita illimitata.

In Tibet questo potere è chiamato hpho-wa, che significa il potere di proiettare la vostra coscienza (che significa anche la vostra volontà) a qualsiasi distanza preferiate: sulla terra, sulla luna, su qualsiasi altro pianeta, sul sole. Ciò è possibile perché gli spazi cosmici sono la vostra casa. Voi siete questi spazi cosmici ed essi sono voi. I veri poteri che operano negli spazi cosmici sono anche in voi. Anche voi siete costruiti dalle vere sostanze dalle quali essi sono nati e costruiti. Voi provenite da lì; e quindi manifestare un simile potere è una cosa naturale. Un altro potere spirituale è la chiarudienza vera e genuina: la capacità di udire con il potere, o facoltà, uditivo — l'orecchio spirituale interiore — anche ciò che gli dèi dicono e fanno. Avendo questo potere, siete in grado di udire la musica delle sfere, perché ogni globo celeste, quando orbita lungo il proprio sentiero, canta il suo maestoso peana, e ogni cosa sulla terra o altrove, animata o cosiddetta inanimata, essendo una raccolta di atomi, è quindi una melodia sinfonica, una sinfonia, perché il volume aggregato del suono è composto dalle note di ogni entità che canta, e ogni suo atomo è un'entità che canta, per cui i nostri corpi fisici sono essi stessi un canto incorporato.

Ogni piccolo atomo è in sintonia con una nota musicale. È un movimento costante, in vibrazione costante con le velocità che sono incomprensibili alla comune mente-cervello dell'uomo; e ciascuna di queste velocità ha la propria quantità numerica; in altre parole, la sua nota numerica; e quindi canta quella nota, per cui, se avessimo questa chiarudienza spirituale, la vita che ci circonda sarebbe un solo grande e dolce canto e noi stessi intoneremmo un canto, i nostri stessi corpi sarebbero, per così dire, un'orchestra sinfonica, cantando qualche composizione sinfonica musicale magnifica e incomprensibile.

Con il potere risvegliato dell'orecchio spirituale interno potremmo udire come un canto lo schiudersi di un bocciolo di rosa, e la sua crescita sarebbe come una melodia che cambia di giorno in giorno. Potremmo udire il verde filo d'erba che cresce. Potremmo udire ogni capello della nostra testa che cresce allungandosi, perché la crescita è movimento. Potremmo udire la crescita di un bambino come un coro prolungato di entità atomiche che cantano.

Allora, con il potere spirituale risvegliato possiamo trasferire i nostri pensieri senza una sola parola — un linguaggio muto — e la nostra coscienza e la nostra volontà potrebbero vedere, in qualsiasi parte della terra ed essere effettivamente lì, quello che procede, e sapere cosa stia succedendo lì.

Un'altra facoltà spirituale è il risveglio della comprensione: la facoltà che ci rende capaci di discernere tra pensieri e pensieri, cose e cose, conoscere l'una dall'altra. È una sorella dell'amore onnipotente, perché la comprensione ha anche la natura del cuore dell'universo. Noi ce l'abbiamo dentro. Se la coltiviamo possiamo comprendere tutte le cose: perché l'erba cresce, perché il pesco fiorisce, perché gli esseri umani nostri simili vivono, perché siamo qui, che cosa ci cantano costantemente le stelle nei loro percorsi, perché esistono nell'universo odio e amore, notte e giorno, estate e inverno, caldo e freddo, e tutte le altre coppie di opposti.

Ma la facoltà più grande, il potere più grande di tutti è che, quando avete ritrovato voi stessi, quando avete iniziato a conoscervi, scoprirete in voi misteri incomprensibili, belli, sublimi, indescrivibili, grandiosi; e il mistero più meraviglioso di tutti è il potere dell'amore onnipotente, perché questo è il vero potenziamento dell'universo, che sostiene tutte le cose in corsi sequenziali costanti e ordinati — il potere supremo e più importante della natura; e niente nei cieli di sopra o nella terra di sotto, o nelle regioni sotto la terra, può ostacolare il suo passaggio o vietare il suo potere penetrante. Permea tutto, penetra dappertutto, e quando irradiate amore producete amore negli altri, perché voi stessi diventate bellissimi, a causa delle sue influenze irradianti che vi sorgono nei cuori. Diventando uno con esso — con ciò che siete nell'intimità del vostro essere — diventate un dio, un vero dio, perché nel vostro intimo siete quel dio — veramente un Figlio del Sole. La divinità in voi è una gloria, una gloria indescrivibile, che illumina, splendida, che emana energia e potere spirituale per tutto il tempo.

Perciò, i poteri che dovreste coltivare per crescere, essere, riuscire, sono quelli ai quali niente può resistere, che lavorano giorno e notte, nel silenzio e nella tempesta, sempre solleciti, la vera energia del cuore dell'universo, di cui siamo figli. Sono questi poteri che dovreste coltivare: amore, intelligenza, compassione, pietà, perdono, e i loro frutti, che sono gentilezza, bontà di cuore, mitezza d'animo. Perché non potrete mai ottenere questi poteri spirituali finché non sia lavato ogni residuo della vostra individualità egoistica, perché la natura non ve lo permetterà. Il vero modo per ottenere meravigliosi poteri è di abbandonare l'individualità che impedisce l'azione di questi poteri.

Quindi, io vi dico: rivolgetevi al sole dentro di voi, prendete il regno dei cieli con la violenza perché è vostro, è il vostro retaggio spirituale.

Ci sono pericoli che circondano il sentiero del chela, ma egli impara come agire per superarli. Impara a comprendere e, quindi, a percepire che, appena diventato simile agli dèi, deve seguire le strade divine. Ha una libera volontà. Avendo questa libera volontà, è suo sacrosanto dovere esercitarla; ed esercitandola, a è obbligato ad esercitarla sempre in modo impersonale e per scopi impersonali; e più è grande il livello in cui il chela può agire così, più rapidamente impara ad avanzare lungo il sentiero. Più in alto si va, più è necessario dimenticare se stessi, progressivamente sempre di più, e lavorare in armonia con le leggi della natura.

Quando il chela agisce solo attraverso la sua natura spirituale, diventa uno con la natura, e quindi lavora con lei, e la natura lo considera come uno dei suoi creatori e lo segue obbedientemente. Di conseguenza, poiché egli lavora con la natura non vi è alcuna reazione contro di lui da parte della natura, e così il chela si eleva al di sopra del karma e diventa uno con il cuore dell'universo, non facendo niente che sia contrario alla legge naturale; perciò, non vi è alcuna reazione. Egli lavora con la natura, perché è all'unisono con gli impulsi del proprio cuore.

Più in alto andate lungo il sentiero evolutivo, più dovete stare attenti; perciò, dovreste stare molto attenti a cosa pensate e sentite, alle azioni che fate. Avete imparato, almeno in una certa misura, a come usare la vostra volontà e quale sarà il suo risultato, e di conseguenza la natura vi riterrà responsabili. Per com'è fatta la legge dell'universo, potete sia sollevarvi che cadere per ogni pensiero che nutrite e per ogni azione che fate. In ogni istante dell'esistenza umana vi trovate a un bivio — a destra o a sinistra.

Non pensate alle conseguenze. Pensate solo a fare il vostro dovere e a farlo bene, lasciate perdere il resto. Quella è la strada della pace, la strada della felicità, la strada che porta sempre più verso l'alto.

Un sentimento auto-cosciente di superiorità personale o individuale è un pericolo effettivo. Strappate questo sentimento dal vostro cuore e allontanatelo per sempre da voi. È un serpente che morderà e pungerà la vostra vita interiore. Siate impersonali!

Il più grande pericolo è il senso dell'orgoglio spirituale. Rigettatelo e lavorate su voi stessi fino a purificare il vostro cuore dal suo orgoglio egoistico. Desiderio e orgoglio a volte sono sbagliati per l'intuizione e per il senso della vostra vera idoneità.

E tuttavia, è il desiderio di conoscere, non per se stessi o nemmeno per il semplice amore di conoscere in senso astratto, ma per amore della conoscenza che si trova sull'altare del servizio, che porta all'avanzamento sul sentiero. Oh, l'immenso potere sottostante a questo pensiero e a questa realtà! È il desiderio del servizio impersonale che purifica il cuore, chiarifica la mente, e spersonalizza i nodi dell'individualità egoistica, affinché possano sciogliersi e in tal modo diventare capaci di ricevere la saggezza. E questo desiderio è la forza impellente, il motore di guida che porta il discepolo avanti, sempre più in alto.

È solo il sé personale, il sé inferiore, che ostacola l'avanzamento. Rifletteteci sopra! Ricordate che sono i veli dell'individualità, le brame egoistiche, gli impulsi egoistici, il desiderio di essere e di ottenere per sé, che ostacolano l'avanzamento. Non abbiate desideri! Non aspirate ad aver successo! Siate un cristallo trasparente nella vostra mente, impersonali come lo spirito che è la vostra radice.

Non desiderate ardentemente la luce; non agitatevi e non siate ansiosi e nemmeno desiderosi di avanzare. Evitate tutti i disturbi emotivi di qualsiasi tipo, anche quelli di tipo superiore. Al contrario, raccoglietevi in voi stessi, state calmi; tenete la mente trasparente come un lago di montagna e l'anima imperturbata da qualsiasi brezza passeggera dei pensieri del sé.

Quieti sono i luoghi dove ha luogo la crescita. Tranquille sono le camere dove la luce entra nel cuore. I processi più maestosi della natura sono silenziosi, pacifici, quieti. Tutta la crescita è quieta e avviene senza sforzi, nel silenzio. La lotta, il conflitto, l'attività, il trambusto, la fretta — tutte queste cose sono segni delle imperfezioni umane e di una mancanza di conoscenza della saggezza della dottrina del cuore. In verità, è la via del cielo, non della lotta. Quindi, fate tranquillamente il vostro lavoro, con efficienza, con facilità. State tranquilli e crescete; siate attivi spiritualmente e tranquilli esternamente. Allora la vostra mente rifletterà lo splendore aureo proveniente dal sole di luce in voi, il vostro dio interiore. La sola cosa che v'impedisce di ricevere questa luce sono i veli avvolgenti dell'individualità: l'interesse personale, l'egoismo, la collera, l'odio, l'invidia, e desideri ignobili di ogni tipo. Il discepolo deve imparare ad affrontare queste cose e annientarle dentro di sé; se non fa così, queste cose lo uccideranno.

Vi è mai capitato di resistere a una tentazione piacevole e di superarla, e disprezzare quella cosa che voi stessi avete distrutta, quella brutta cosa che prima vi teneva nella sua morsa, e vi chiedete come abbiate potuto essere la vittima di qualcosa di così vile?

Elevate la vostra anima in pensieri tranquilli diretti in alto. L'amore guiderà le ali della vostra anima verso il vostro sole spirituale. Non lottate ma avanzate. Non siate ansiosi di conquistare, ma lavorate per la conquista. Non fatevi accecare dall'ansia e non indebolite i vostri passi con le vostre brame; tuttavia, andate avanti, muovetevi, avanzate. Siate in pace.

Raffinate i vostri pensieri; ripulite la mente, purificate il cuore. Un cuore puro e un intelletto fervido vi porteranno attraverso ogni cosa. Un amore per tutti gli esseri e le cose, sia grandi che piccole, formeranno un baluardo, un muro protettivo intorno a voi, così forte e così impenetrabile, che niente raggiungerà il vostro cuore sotto quel muro d'amore. Scavate la vostra strada con la volontà — la spada mistica — e così andate avanti.

La vostra volontà spirituale non è solo il vostro scudo di protezione, ma è la spada, per così dire, con cui potete colorare la strada della vostra auto-conquista, che significa pace, e saggezza, e amore, e beatitudine.

Guardate la verità davanti a voi: un intelletto fervido, una mente aperta, una visione spirituale chiara, la percezione della verità, la volontà spirituale evocata e attiva, in modo da primeggiare supremamente su voi stessi, in modo che abbiate l'assoluta padronanza di voi, e così nemmeno gli elementali e gli elementari del mondo astrale possono in alcun modo tenervi sotto il loro controllo. Conoscetevi, controllatevi, e allora sarete un maestro di vita.

Non potete studiare questa vostra vita spirituale interiore troppo intensamente. È compatta di verità, d'amore onnipotente, di compassione, di pietà, di tutti gli elementi nell'universo che producono, attraverso l'intelligenza e i cuori degli uomini: gentilezza, fraternità, cortesia, e cose che hanno un buon rapporto elevato. Lo studio del nostro essere spirituale ci mostra che dobbiamo squarciare i veli avvolgenti dell'individualità inferiore e arrivare fino alla divinità, al dio interiore, che è il cuore più profondo in ciascuno di noi. Allora, quando avremo raggiunto quella meta sublime, avremo l'impulso di fare marcia indietro, come fanno i gloriosi Buddha di Compassione che ritornano indietro sul sentiero, e aiutano i nostri simili a seguirli. Quest'atto compassionevole è quello che compiono i veri salvatori degli uomini.


Capitolo VII

I Buddha di Compassione

Sono i Grandi Esseri, i maestri di vita, la cui luce illumina il sentiero fin dal suo inizio, e aumenta più luminosa a ogni passo. La loro luce brilla incessantemente; e sono solo le scure nubi delle menti degli uomini a ostacolarla. Questi sono i Buddha di Compassione.

Un Buddha è colui che è salito, passo per passo, sui gradini della scala evolutiva della vita, uno dopo l'altro, e che ha così ottenuto la Buddhità, che significa la pienezza umana della gloria spirituale e intellettuale, e che ha fatto tutto questo con i suoi sforzi determinati e diretti volontariamente lungo il sentiero evolutivo del lontano passato. É un "Risvegliato" che manifesta la divinità che è il cuore più profondo del proprio essere.

I Buddha di Compassione sono i fiori più nobili della razza umana. Sono uomini che si sono elevati dall'umanità in una quasi divinità; e questo è fatto per permettere alla luce imprigionata internamente, la luce del dio interiore, di riversarsi e manifestarsi attraverso l'umanità dell'uomo, attraverso l'anima umana dell'uomo. Mediante il sacrificio e l'abbandono di tutto ciò che è meschino e sbagliato, ignobile e irrisorio, aprendo la natura intima in modo che il dio interiore possa risplendere; in altre parole, attraverso l'evoluzione auto-diretta, essi si sono innalzati da semplici uomini allo stato di uomini-dio — l'umanità divina.

Ogni essere umano è un Buddha non manifestato. Ogni essere umano ha, nella sua costituzione interna, non solo il Buddha Celeste, che è il suo dio interiore, ma il suo ego superiore che, quando si esprime sulla terra come uomo, è il Manushya-Buddha o il Buddha Umano. Gli uomini comuni non possono manifestare pienamente e completamente i poteri della loro volontà spirituale superiore, o ego, perché gli uomini comuni sono troppo grezzi; come veicoli, non sono ancora sufficientemente eterizzati. Vivono troppo sui piani dell'essere materiale. Sono passionali, sono personali e, di conseguenza, circoscritti, limitati.

Ogni essere umano è un Buddha non manifestato. Anche ora, dentro di voi e sopra di voi, è il vostro sé superiore, e il vostro sé superiore è lui; e man mano che passano le ere e voi conquistate il sé per diventare il sé più grande, vi avvicinate ad ogni passo sempre più vicino al Buddha "che dorme" in voi. E, tuttavia, non è il Buddha che è "addormentato"; siete voi che state dormendo sul letto della materia, facendo brutti sogni creati dalle vostre passioni, dai vostri falsi punti di vista, dai vostri egoismi, dalla vostra mancanza di altruismo — rendendo densi e pesanti i veli della personalità che avvolgono il Buddha interiore.

Perché qui sta il segreto: il Buddha interiore vi sta aspettando. Il vostro Buddha interiore ha il suo occhio, misticamente parlando, su di voi. La sua mano è tesa in giù verso di voi, per così dire, ma dovete protendervi verso l'alto e afferrare quella mano con la vostra volontà e aspirazione, senza aiuto — voi, la vostra parte umana — e prendere la mano del Buddha interiore.

Una curiosa raffigurazione di linguaggio? Considerate allora quello che è un essere umano: un dio nel suo cuore, un Buddha che racchiude quel dio, un'anima spirituale che racchiude il Buddha, un'anima umana che racchiude l'anima spirituale, un'anima animale che racchiude l'anima umana, e un corpo che racchiude l'anima animale, per cui l'uomo è al tempo stesso uno, e molti più.

Quando un essere umano ha imparato tutto quello che la terra può insegnargli, allora è divino e non ritorna più sulla terra — tranne coloro il cui cuore è così pieno della sacra fiamma della compassione, che rimangono nell'aula scolastica della terra, che hanno già da lungo tempo sorpassata e dove non possono imparare più niente, per aiutare i loro fratelli più giovani, meno evoluti. Queste eccezioni sono i Buddha di Compassione.

Vi sono, d'altra parte, uomini molto grandi, uomini molto puri in tutti i sensi, con una conoscenza ampia, vasta e profonda, la cui statura spirituale è nobile; ma quando raggiungono la Buddhità, invece di ascoltare il richiamo dell'amore onnipotente a ritornare per aiutare quelli che non sono molto avanzati, essi procedono nella luce superna — passano oltre ed entrano nell'ineffabile beatitudine del nirvana lasciando l'umanità indietro. Questi sono i Pratyeka Buddha. Sebbene elevati, tuttavia non sono classificabili con l'inesprimibile sublimità dei Buddha di Compassione.

Il Pratyeka Buddha, che raggiunge la Buddhità per se stesso, comunque non lo fa a fini egoistici, non lo fa solo allo scopo di gratificarsi, e non danneggia gli altri; se l'avesse fatto, non avrebbe mai potuto raggiungere la sua solitaria Buddhità. Ma egli lo fa e ottiene automaticamente il nirvana, per così dire, seguendo gli impulsi superiori del suo essere. Tuttavia, lascia l'umanità indietro, incatenata dai ceppi della materia, dimenticata da lui.

Il Pratyeka Buddha si concentra su una sola cosa — l'avanzamento individuale a fini spirituali. Da un lato, è un nobile sentiero; ma, sebbene sia un sentiero più rapido, è tuttavia un sentiero essenzialmente egoistico, e le registrazioni karmiche mostreranno linee più profonde, che in definitiva sono cancellate rispetto a quelle dell'altro Buddha impegnato nella vita spirituale, che segue il sentiero della completa auto-rinuncia, e che abbandona anche tutta la speranza dell'avanzamento individuale. Naturalmente, quest'ultimo è di gran lunga il sentiero più nobile, ma per un certo periodo è molto più lento e molto è più difficile da seguire. L'obiettivo, il fine, è più difficile da ottenere; ma, una volta ottenuto, il merito, la ricompensa, il profitto, sono ineffabilmente sublimi. Per un certo periodo è un sentiero più lento, ma un sentiero perfetto.

È un meraviglioso paradosso che si trova nel caso del Pratyeka Buddha — il nome pratyeka significa "ciascuno per se stesso." Ma lo spirito di questo "ciascuno per se stesso" è proprio l'opposto dello spirito che governa l'Ordine dei Buddha di Compassione, perché nell'Ordine della Compassione lo spirito è: rinuncia alla tua vita per tutto quello che vive.

"Il Solitario" sa di non poter avanzare verso la gloria spirituale se non vive la vita spiritualmente, se non coltiva la sua natura spirituale, ma poiché egli lo fa solo per ottenere ricompense spirituali, vita spirituale, solo per se stesso, egli è un Pratyeka Buddha. In ultima analisi, egli è per se stesso. C'è un'impazienza personale, un desiderio personale di andare avanti, di conquistare ad ogni costo; colui che appartiene all'Ordine dei Buddha di Compassione punta invece i suoi occhi sullo stesso obiettivo lontano, ma si allena fin dall'inizio a diventare completamente dimentico di sé. Ovviamente, questo è un lavoro molto più grande, e naturalmente le ricompense sono altrettanto grandi.

Giunge il tempo in cui il Pratyeka Buddha, santo com'è, nobile nello sforzo e nell'ideale com'è, ottiene uno stato di sviluppo in cui non può andare oltre sul sentiero. Ma, al contrario, colui che fin dall'inizio si allea con la natura e con il cuore della natura, ha un campo di lavoro in costante espansione, poiché la sua coscienza espande e riempie quel campo; e questo campo d'espansione è semplicemente illimitabile, perché è la natura stessa senza confini. Egli diventa completamente uno con l'universo spirituale; mentre il Pratyeka Buddha diventa uno solo con una particolare linea, un particolare corso d'evoluzione nell'universo.

Il Pratyeka Buddha s'innalza ai regni spirituali del suo essere interiore, si rannicchia lì e, per così dire, va a dormire. Il Buddha di Compassione s'innalza, come fa il Pratyeka Buddha, ai regni spirituali del suo essere interiore, ma non si ferma lì, perché si espande continuamente, diventa uno con il Tutto, o ci prova, e infatti così fa nel tempo.

Il Buddha di Compassione è uno che, avendo conquistato tutto, avendo ottenuto tutto, avendo guadagnato il diritto alla pace e alla beatitudine cosmica, vi rinuncia per poter tornare indietro come un Figlio della Luce per aiutare l'umanità e, in verità, tutto quello che è. Il Pratyeka Buddha va avanti ed entra nell'indicibile beatitudine del nirvana, e lì rimane per un eone o milioni di eoni, a seconda del caso; il Buddha di Compassione, invece, che ha rinunciato a tutto per amore della compassione, perché il suo cuore è colmo d'amore, continua a evolvere. Così arriva il momento in cui il Buddha di Compassione, pur avendo rinunciato ad ogni cosa, sarà avanzato oltre lo stato raggiunto dal Pratyeka Buddha; e quando il Pratyeka Buddha, al momento giusto, emergerà dalla condizione nirvanica per impegnarsi di nuovo nel suo viaggio evolutivo, si troverà indietro rispetto al Buddha di Compassione.

Il sé, l'individualità, la ricerca di sé, è la vera cosa che il Buddha di Compassione si sforza di dimenticare, di superare, di vivere oltre. Il sé personale deve fondersi nel sé individuale, che allora deve perdere se stesso nel sé universale.

Sono chiamati Buddha di Compassione perché sentono la loro unità con tutto quello che è, e sempre di più durante la loro evoluzione, in modo che, alla fine, la loro coscienza si fonde nell'universo e vive eterna e immortale, perché è all'unisono con l'universo. La goccia di rugiada scivola nel mare splendente — la propria origine.

Sentendo l'impulso dell'amore onnipotente nei loro cuori, i Buddha di Compassione avanzano sempre costantemente verso altezze ancora più grandi di realizzazione spirituale; e il motivo è che essi sono diventati i veicoli dell'amore universale. Poiché l'amore impersonale è universale, tutta la loro natura si espande come risultato dei poteri universali che lavorano attraverso di essi.

Non sforzatevi a diventare santi per voi stessi. Sforzatevi a diventare santi come gli altri si sforzano a diventare santi, ma solo che voi potete dimenticare voi stessi per gli altri. L'amore non cerca mai per sé. L'amore cerca sempre per donare. L'amore è il primo passo sulla strada che porta verso l'alto. Sono tutti passi intermedi, e l'amore è l'ultimo, se veramente vi è un ultimo. L'amore è anche l'iniziazione finale e suprema sulla terra — l'amore impersonale, perché quest'amore è divino.

I Mahatma non sono ancora dei Buddha. Un Buddha è un Mahatma del più alto grado. Un Mahatma è uno che è diventato auto-coscientemente vivente nella parte spirituale della sua costituzione, mentre il Buddha è uno che è diventato auto-coscientemente vivente nella parte divino-spirituale della sua costituzione.

I Maestri sono esseri umani, anche se elevati, ed è questo che ce li rende così vicini e cari. Occupano il passo immediatamente superiore all'umanità ordinaria. Sono uomini-anima in corpi umani, che sentono come sentono gli uomini, che comprendono il dolore umano e le sofferenze umane, capaci di riconoscere cosa siano i fallimenti umani e i peccati umani, e quindi hanno cuori umani mossi a tenera compassione e pietà. Conoscono anche la necessità, quando l'occasione lo richiede, di una mano forte e dirigente. Sono fratelli, uomini dal cuore tenero, con facoltà e poteri magnifici, spirituali e intellettuali.

"Cuore adamantino" è il termine usato quando parliamo dei Mahatma; e ha il suo significato simbolico, perché indica la coscienza cristallina che riflette la miseria del mondo, ricevendo e riflettendo la richiesta d'aiuto, riflettendo lo splendore Buddhico nel cuore di ogni anima in lotta sulla terra; ma ancora duro come il diamante a tutti i richiami della personalità, la personalità del sé, e prima di tutto della natura personale del Mahatma.

Se il Mahatma abbandona il suo corpo fisico e vive nei suoi altri principi, diventa, de facto, un Nirmāṇakāya, che vive nell'atmosfera aurica della terra e lavora invisibilmente per l'umanità, diventando così una delle pietre viventi nel Muro di Guardia.

Il Nirmāṇakāya è un uomo completo in possesso di tutti i principi della sua costituzione, tranne il liṅga-śarira e il suo concomitante corpo fisico. Vive sul piano dell'essere che è superiore al piano fisico, e il suo proposito nell'agire così è di salvare gli uomini da se stessi rimanendo con loro, e instillando continuamente pensieri di auto-sacrificio, di oblio di sé, di bellezza spirituale e morale, di reciproco aiuto, di compassione, di pietà. In questo modo egli forma una delle pietre del Muro di Guardia che circonda invisibilmente l'umanità.

La maggior parte dei Mahatma si prepara a diventare dei Buddha di Compassione, e quindi a rinunciare a uno stato nirvanico.

Il vero Buddha di Compassione rinuncia al suo nirvana per aiutare il mondo, perché egli è la compassione incarnata. Vive attraverso gli eoni, lavorando per tutto quello che è, avanzando rapidamente tramite sforzi auto-indotti, tramite l'evoluzione auto-diretta, verso la divinità; ed è questo sacrificio assoluto dell'essere umano, del tipo più sublime e alto che gli uomini possano concepire, che rende un Buddha un essere così santo ed elevato.

Il Buddha sta più in alto anche di un Avatāra, perché il Buddha è un'incarnazione deliberatamente voluta della saggezza e della compassione, della pietà, dell'amore e dell'oblio di sé. I Figli del Sole, i Buddha, illuminano dovunque vadano. Rimangono attraverso le ere e formano un Muro di Guardia intorno all'umanità, proteggendola dai pericoli cosmici, pericoli che nessuno conosce tranne gli iniziati. I Signori Buddha sono gli esseri santi.

Nella distinzione tra il Pratyeka Buddha e il Buddha di Compassione entra l'elemento di una scelta deliberata che ciascuno dovrà fare un giorno.

Allora, quale sentiero prenderete: il sentiero dei Buddha di Compassione, o il sentiero dei Pratyeka Buddha? Sia l'uno che l'altro sono nobili; entrambi portano ad altezze di sublime spiritualità — uno è il sentiero della compassione, il sentiero divino; l'altro è il sentiero del riposo personale, della pace, della beatitudine assoluta, e del vivere nel divino. Un giorno dovrete fare questa scelta. Ma i risultati della scelta, scegliere cioè la strada dell'oblio di sé, della pietà e dell'amore impersonale per tutti gli altri, per tutte le cose, pur trattenendovi temporaneamente nei regni dell'illusione, della materia, alla fine vi condurranno, mediante una strada più rettilinea di qualsiasi altra, al centro più profondo del cuore universale, perché voi avrete obbedito ai comandi impersonali dell'amore cosmico; e questo significa che vi siete coscientemente uniti alla divinità.

Il Nirvana, se scelto per se stessi, può essere considerato come un egoismo spirituale sublimato: perché il tentativo di ottenere il nirvana unicamente per se stessi è soltanto l'anelito individuale di liberarsi della vita manifestata, di appartarsi in una pace assoluta e in una beatitudine assoluta, nella pura coscienza, e senza pensare a nessun'altra cosa.

Com'è diverso l'insegnamento del Signore Buddha: "Posso io rimanere in una beatitudine assoluta quando ogni singolo cuore umano batte nel dolore?" Datemi piuttosto, questa è l'idea, la sofferenza dell'esistenza personale, affinché io possa aiutare e confortare gli altri, invece di ottenere la beatitudine puramente egoistica del parinishpanna individuale.

Dov'è il sole della compassione e della pietà e l'oblio di sé e la pace? La compassione e la pietà non dominano l'anima?

La compassione ha le sue radici nell'amore. E l'armonia e l'amore sono fondamentalmente la stessa cosa. La sua vera natura, la sua vera struttura è che ogni parte sente ciò che ogni altra parte soffre; e questa, nelle sue gamme più alte e quando si esprime nei cuori umani, gli uomini la chiamano compassione.

La compassione è proprio la natura e la fabbrica della struttura dell'universo stesso, la caratteristica del suo essere, perché compassione significa "sentire con" e l'universo è un organismo, un organismo vasto e potente, un organismo apparentemente senza confini, che altrimenti potrebbe essere chiamato la coscienza universale della vita.

La compassione è la legge fondamentale del cuore della natura. Significa diventare uno con l'universo divino, con la vita e la coscienza universale. Significa armonia; significa pace; significa beatitudine; significa amore impersonale.

Avendo questa sublime visione, non chiudete gli occhi sulla miseria degli altri, ma dedicate la vostra vita, come il Buddha di Compassione, ad aiutare tutte le cose, innanzitutto elevando voi stessi — impersonalmente, non personalmente — in modo da poter aiutare a vedere la luce divina.

Vi è qualcosa di così bello, di così alto, di così nobile, che arreca conforto ai cuori spezzati, luce alle menti ottuse, come l'insegnamento degli uomini su come amare, come amare e dimenticare?

Portare pace agli uomini, dare loro la speranza, dare la luce, mostrare la via per uscire dall'intricato labirinto dell'esistenza materiale, far conoscere ai propri simili la realtà della loro divinità essenziale — non è un lavoro sublime?


[1] Questi quattro sentieri corrispondono molto precisamente ai quattro gradi, sociali e politici, delle prime civiltà dell'Indostan durante il periodo Vedico: il śūdra, l'agricoltore; il vaiśya, il commerciante; il kshatriya, l'amministratore, il guerriero, il re, il principe; in breve, il mondo della burocrazia, ecc., e quarto, il brāhmaṇa, il filosofo, il saggio.



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