Seconda Edizione Revisionata copyright © 1999 della Theosophical University Press. Originariamente pubblicata nel 1940 dalla TUP. Traduzione italiana di Nicola Fiore © 2016. Quest'edizione può essere scaricata gratuitamente per uso personale. Tranne che per qualche breve estratto, nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta o trasmessa per uso commerciale o per altro uso senza chiedere il permesso alla Theosophical University Press.
"A voi è dato di conoscere i misteri del regno di Dio." — Luca, 8: 10
Dietro al mondo delle religioni, filosofie e scienze, c'è una sorgente poco compresa ma potente della vita spirituale dell'umanità: le Scuole dei Misteri. Risalendo a una remota antichità, queste intuizioni esoteriche hanno tenuto in vita la theosophia senza tempo, la saggezza divina delle ere, stimolando al tempo stesso le intuizioni spirituali e il progresso evolutivo dell'umanità. Questa concisa panoramica tratta la storia, i propositi e i metodi di queste Scuole, e deriva dal sacro originario che diede loro vita e ispirazione. I soggetti includono il carattere duale dei Misteri, i simboli e i sentieri iniziatici, la fratellanza della compassione, e le Scuole dei Misteri oggi.
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Grace F. Knoche (nata nel 1909) fu a capo della Società Teosofica, e diresse Sunrise magazine dal 1971 fino alla sua morte, nel 2006. Di Grace F. Knoche è stato pubblicato Accendere Mille Lampade.
Grande Rilievo di Eleusi: Demetra, Triptolemo e Persefone, 5° secolo a. C.
Cerca questa saggezza, prestando servizio, mediante un'intensa ricerca, domande, e con umiltà; il saggio che vede la verità te la comunicherà, e sapendo che tu non ricadrai in errore . . . In questo mondo non c'è nulla che purifichi come la conoscenza, e chi è perfetto nella devozione trova la conoscenza spirituale che nasce spontaneamente in lui nell'avanzare del tempo. — Bhagavad-Gītā 4:34-5, 38 (recensione di W. Q. Judge)
Una Scuola dei Misteri è un'università dell'anima, una scuola per lo studio dei misteri della natura interiore dell'uomo e della natura che lo circonda. Comprendendo questi misteri, lo studente percepisce la sua intima correlazione con la divinità, e si sforza, mediante la disciplina e la devozione, di diventare uno con il suo dio interiore.
Questo libro tenta di presentare determinate linee fondamentali d'insegnamento che, si spera, daranno un quadro più o meno chiaro di cosa sia realmente una Scuola Misterica. Un'esauriente e specifica conoscenza delle Scuole dei Misteri — dove sono esistite, dove funzionano oggi, quali sono le loro principali caratteristiche — non è mai stata pubblicata. Gli storici moderni dei centri Misterici della Grecia, ad esempio, si meravigliano di come fosse positivamente accettata la regola della segretezza imposta ai candidati. Questo non fa parte dell'aspetto pubblico, come la processione di quattordici miglia lungo la Via Sacra, da Atene a Eleusi, alla quale partecipavano uomini, donne e bambini. Ma "i riti dei Misteri Maggiori . . . gli autentici segreti delle teletai [l'iniziazione vera e propria] e l'epoptea [la visione culminante) non sono mai stati divulgati."[1]
Lo studente, comunque, può trovare abbondanti informazioni sparse qua e là nelle letterature del passato, e può costruirsi un quadro coerente del cerimoniale delle Scuole Misteriche, un quadro che, a sua volta, si trasformerà in una reale esperienza solo quando egli diventerà interiormente preparato attraverso tutte le vite, dedicandosi allo studio e alla pratica dell'antica saggezza.
Quello che può essere scoperto dallo studente sincero potrebbe essere paragonato alla conoscenza dell'atomo. Chi, ad esempio, ha mai visto il vero atomo? Quale microscopio è penetrato nel segreto della sua esistenza? Tuttavia, oggi sappiamo sull'atomo con i suoi elettroni più di quanto sia stato rivelato nei secoli passati. Pur invisibile sia all'occhio che alle lenti, gli scienziati hanno individuato il lampo della sua pista, la sua "via di luce"; con un lavoro diligente e accurato hanno studiato questa via di luce finché, mediante la deduzione e l'evidenza, la struttura dell'atomo e dei suoi componenti, la sua origine quasi spirituale, è stata rivelata.
Così con i Misteri: quando sfogliamo le pagine della storia, e c'inoltriamo nella nebbia del tempo non registrato, non vediamo le scuole stesse, ma attraverso lo studio e la devozione potremmo afferrare un lampo delle loro tracce, la loro via di luce. Dalle deduzioni e dalla testimonianza spirituale possiamo tracciare il cerimoniale dei portatori di luce come sono passati di era in era, inaugurando le grandi religioni e filosofie della razza umana. Alcune di queste luci brillano con immensa gloria, altre con meno forza, mentre altre ancora non sono che bagliori discontinui della verità compresa a metà.
Il fisico non può indicare l'atomo fisico, ma sa che esiste come base, come fondamento di tutta la materia; lo studente di teosofia non può mostrarvi una Scuola Misterica, ma sa che esiste nel cuore, nel centro atomico della vita spirituale e intellettuale del pianeta. Allora, chi oserebbe asserire la non-esistenza dei Misteri, di questo potente atomo dell'esoterismo, quando vediamo tracce luminose di potere spirituale disseminate in tutto il mondo? Se i nostri corpi fisici sono radicati in invisibili vite ardenti, perché i nostri corpi umani, spirituali, intellettuali e morali, non dovrebbero ugualmente avere la loro origine nella nebbia di fuoco spirituale e intellettuale del pianeta?
Una storia ininterrotta della struttura occulta della razza umana oggi non è disponibile per noi, perché queste memorie sono custodite dal discepolo impegnato, ma con le potenti lenti dell'antica saggezza possiamo studiare la via di luce fatta balenare da ogni portatore di luce attraverso i secoli; possiamo riconquistare l'atmosfera degli antichi templi; possiamo discernere lo scopo delle scuole, i loro metodi d'insegnamento; e, ultimo, ma non per importanza, possiamo apprendere la grande disciplina imposta ai candidati che cercano l'iniziazione nella conoscenza della loro origine segreta e del loro destino, ancora più segreto.
La riconoscenza dell'autrice alla teosofia presentata da H. P. Blavatsky è incommensurabile. Possiamo solo sperare che questo studio incoraggerà quelli che si accostano per la prima volta ai suoi scritti a dissetarsi profondamente alle fonti della loro orgente. — G.F.K.
Pasadena, California
2 ottobre 1999
Milioni e milioni di anni fa, nelle tenebre della preistoria, l'umanità era ancora infante, un figlio di Madre Natura, non risvegliata, onirica, avvolta nel manto della sonnolenza mentale. Il riconoscimento dell'egoità dormiva, solo la coscienza istintiva era attiva. Come un fiume di luce brillante attraverso l'orizzonte del tempo, gli esseri divini, i mānasaputra, i figli della mente, discesero tra gli umani dormenti, e con la fiamma del fuoco solare intellettuale illuminarono il lucignolo della mente latente, ed ecco che il pensatore si agitò. La coscienza si svegliò e l'uomo divenne una dinamo di potere intellettuale ed emotivo: capace d'amore, di odio, di gloria o sconfitta. Avendo la conoscenza, acquisì potere; avendo potere, egli scelse; scegliendo, forgiò la fabbrica del suo futuro; e la percezione di tutto questo scorreva come vino nelle sue vene.
Una conoscenza, un'ulteriore conoscenza, e una conoscenza ancora maggiore era richiesta dagli umani che stavano maturando, e che guardavano con gratitudine agli esseri divini venuti a risvegliarli. Per molti millenni essi seguirono la loro guida, come bambini che seguono amorevolmente i passi della loro mamma.
Man mano che le ere passavano, a questi primordiali mānasaputra successero altri istruttori divini che sorvegliavano il progresso dell'umanità bambina: la iniziarono nelle arti e scienze, insegnandole a seminare i campi con mais e grano, l'istruì nel modo di vivere puro e virtuoso — in breve, fondarono le prime scuole di allenamento e istruzione aperte e disponibili a tutti per imparare le cose materiali, intellettuali e spirituali. In questo primo periodo non c'erano collegi Misterici: l'antica saggezza era il cimelio di famiglia comune a tutta l'umanità, perché ancora non c'era stato alcun abuso della conoscenza, e quindi non c'era necessità di scuole sacre tenute nascoste al mondo. La verità era liberamente elargita e altrettanto liberamente accettata in quell'Età dell'Oro. (Consultare H. P. Blavatsky Collected Writings, Volume 14: 248-9)
La razza era giovane; non tutti erano abili nell'apprendere. Qualcuno, per le passate esperienze in periodi del mondo precedente, imparava rapidamente e con facilità, scegliendo intuitivamente il sentiero dell'intelletto spirituale; altri, meno svegli, erano buoni, anche se caparbi nel progredire; mentre una terza classe di umani, drogati d'inerzia, trovava il sapere e l'aspirazione un peso, e divennero ritardatari nel processo evolutivo. Per loro, l'apatia spirituale era preferibile all'azione spirituale.
L'umanità, nel suo insieme, fece rapidi progressi nell'acquisire la conoscenza e il suo uso conforme. Qualcuno, ovviamente, coltivava il bene — altri il male. Quello che era stato latente spiritualmente ora si trasformò in bene attivo e male attivo. La sofferenza e il dolore divennero il metodo misericordioso di restituire al cuore il suo istinto primordiale, quello della scelta spirituale. Quando la mente sviluppò intense potenzialità e la battaglia per la supremazia mentale vinse quella spirituale, il dono dell'intelletto divenne un'arma a doppio taglio: da un lato, il portatore della consapevolezza spirituale e dell'imprevedibile estasi intellettuale; e dall'altro, il possessore di un'arma di distruzione, di orrore e, nel peggiore dei casi, di una deliberata malvagità spirituale — il demonismo. Come scrisse H. P. Blavatsky:
I misteri del Cielo e della Terra, rivelati alla terza razza dai loro istruttori celesti ai tempi della sua purezza, diventarono un grande centro focale di luce, i cui raggi s'indebolirono necessariamente quando si diffusero spargendosi su un terreno non congeniale, perché troppo materiale. Con le masse, essi degenerarono in Stregoneria, assumendo in seguito l'aspetto di religioni exoteriche, d'idolatria piena di superstizioni, . . . — La Dottrina Segreta 2: 281
La natura è ciclica dappertutto: a un tempo, è fertile nelle cose spirituali e in un altro momento, sterile. Nel lungo periodo della terza razza radice, tanto tempo fa, sul continente della Lemuria[2] ora sommerso, il ciclo era contro il progresso spirituale. Predominava una grande tendenza verso il basso Quando si accelerò l'espansione delle energie fisiche e materiali, predominò una grande tendenza verso il basso, con un conseguente ritardo e contrazione del potere spirituale. Le umanità di quel periodo facevano parte della generale corrente evolutiva, e gli individui reagivano alla grossolana atmosfera in base alla loro natura. Alcuni resistevano alla sua influenza verso il basso con la spiritualità risvegliata; altri, più deboli nel comprendere, vacillavano tra spirito e materia, tra bene e male, a volte ascoltando i suggerimenti dell'intuizione, altre volte sommersi dalle onde impetuose della corrente che trascinava giù. Altri ancora, nei quali la scintilla dello splendore intellettuale ardeva fiocamente, s'immergevano a capofitto nella corrente che trascinava in fondo, incuranti delle acque turbolenti e fangose.
Nel procedere del ciclo verso il basso, la conoscenza delle verità spirituali e il vivere la vita secondo queste verità divenne uno strumento ottuso e inutile nei cuori e nelle menti dell'umanità. E tutte le cose concorrevano a questa follia, che era inevitabile nel corso degli eventi cosmici. Proprio come vi sono molti tipi di persone — alcune spirituali, altre materiali, alcune molto intelligenti, altre lente di pensiero — così vi sono vari gradi di esseri attraverso tutto l'universo, che spaziano dal minerale, attraverso il vegetale e l'animale, e attraverso il regno umano e oltre, fino al capo gerarchico della nostra terra.
Durante questi primi millenni, il capo spirituale e guardiano della terra aveva stimolato, là dov'era possibile, i fuochi individuali della spiritualità attiva. Gradualmente, quando la conoscenza delle cose divine fu abusata da individui dalla forte volontà ma moralmente deboli, la verità fu sempre più velata. Il guardiano planetario sentiva la necessità di selezionare un gruppo di cooperatori per agire come corpo di guardia e protettore dell'antica saggezza. Solo un piccolo gruppo di esseri umani spiritualmente illuminati, nei quali il fervore divino ardeva luminoso, rimase fedele con tutto il cuore al loro mentore planetario — il capo gerarchico. Attraverso lunghe ere alcuni individui erano stati sorvegliati e guidati, rafforzati e messi alla prova in numerosi modi, e quelli che superavano la prova dell'auto-conoscenza e dell'auto-sacrificio furono radunati per formare la prima associazione di esseri umani spirituali e divini — la Grande Fratellanza. Come elabora G. de Purucker:
Allora fu formata, fondata e attivata l'associazione dei rappresentanti più elevati, spiritualmente e intellettualmente parlando, che la razza umana avesse finora manifestato . . .
. . . Il Guardiano Silenzioso del globo, attraverso l'attrazione spirituale-magnetica del simile con il simile, era capace di attrarre verso il sentiero di luce, fin dai primi tempi della terza razza radice, alcuni individui umani inusuali, i primi precursori della "discesa" generale dei mānasaputra, e quindi formare con questi individui un centro focale di luce spirituale e intellettuale sulla terra, non tanto nel senso di un'associazione o fratellanza, quanto di un'unità di fiamme umane spirituali e intellettuali, per così dire, che allora rappresentava sulla terra il cuore della Gerarchia della Compassione. . .
Ora, fu proprio attraverso questo centro focale originario di fiamme viventi che non degenerò mai né perse il suo alto livello di centro mistico sulla terra, che si riversò la gloria superna della Gerarchia della Compassione, oggi rappresentata dalla Fratellanza dei māhatma . . . É così che la Grande Fratellanza traccia una discendenza ininterrotta dall'originario centro focale di luce della Terza Razza Radice. — La Tradizione Esoterica, cap. 22, p. 565[3]
Quindi, i fratelli maggiori della razza restano "gli eletti custodi dei Misteri rivelati all'umanità dagli Istruttori divini . . . e la tradizione sussurra ciò che gli insegnamenti segreti affermano, cioè che questi Eletti furono il germe della Gerarchia che non è mai morta fin da quel periodo" (La Dottrina Segreta 2: 281) — fin dalla fondazione e l'istituzione della Grande Fratellanza all'incirca 12 milioni di anni fa. Per milioni di anni, da questo centro è stata irradiata una continua processione di raggi di luce e forza nel mondo in generale e, più specificamente, nei cuori di coloro le cui vite sono dedicate al servizio della verità. Da questa Fraternità sono stati inviati messaggeri, maestri di saggezza, per ispirare le grandi religioni del passato, e continueranno a mandare i loro inviati finché l'umanità avrà bisogno del loro aiuto.
Il tempo passava e la razza accresceva l'energia del potere. Come la Lemuria diede vita ad Atlantide, la terza sottorazza diede vita alla quarta, e fu intrapresa la battaglia più feroce: la guerra tra i signori della luce e della verità e i signori delle tenebre e dell'ignoranza.
La forza morale non è assicurata dal risveglio dell'intelletto né dal possesso del potere psichico e fisico. Gli Atlantidei, al vertice del loro sviluppo, erano una civiltà dall'intelletto vigoroso sviluppato dalla forza psico-fisica, non raffinata nell'essenza della resistenza morale. La magia, che era stata un dono naturale dei Lemuriani, nelle mani di questi giganti divenne magia materiale, e la razza s'immerse in un'orgia di stregoneria, i cui effetti sperimentiamo ancora oggi negli scoppi di odio e di pazzia.
Non tutti gli Atlantidei, comunque, erano sopraffatti totalmente dalla loro forza. Tuttavia, una gran parte di loro divennero stregoni del male e morirono nel loro percorso. Altri, in cui la luce della spiritualità era "vista come attraverso un vetro oscuro," divennero vittime infelici delle malvage onde del potere immorale che spazzò via il sistema continentale di Atlantide; nella loro confusione vagavano qua e là, seguendo falsi dèi, una guida indegna. Qualcuno — probabilmente milioni, ma pochi in proporzione all'enorme popolazione dei continenti Atlantidei — rimasero forti e puri in tutto, moralmente illuminati dal contatto con lo spirito. Diventarono i discepoli scelti della Fratellanza, gli stimolatori della virtù e della disciplina nel loro paese.
Fino a quel momento non c'era stato alcun bisogno dei Misteri, perché la verità era proprietà dell'umanità. Con il crescere dell'egoità, "nacque l'egoismo dei desideri e delle passioni fino a qual momento sconosciuti, e si fece troppo abuso della conoscenza e del potere, finché, alla fine, fu necessario limitare il numero di coloro che sapevano. Così ebbe origine l'Iniziazione." — Blavatsky Collected Writings 14: 249
Per assicurare la continuità della razza, si doveva agire. Le cose erano arrivate a un punto tale, che l'unico rimedio era di stabilire un centro spirituale in ogni unità nazionale, che sarebbe servito a salvaguardare le verità impartite lì, e come un centro segreto di allenamento dove i sinceri ricercatori potessero ricevere disciplina e istruzione e, se trovati degni, potessero imparare direttamente la verità — cioè attraverso l'iniziazione.
Quindi, la Fratellanza, che aveva già stabilito linee invisibili d'istruzione esoterica anche negli ultimi tempi della Lemuria, in cui quelli abbastanza sensitivi potessero allenarsi, purificarsi e rafforzarsi a ricevere la verità e la sua salvaguardia, ora lanciò una campagna sistematica. Discepoli, messaggeri, andarono avanti e inaugurarono collegi esoterici, università dell'anima, centri speciali d'allenamento allo scopo esclusivo di raccogliere uomini e donne scelti per istruirli nella disciplina e l'istruzione dei misteri della natura.
Così furono fondate, quattro o cinque milioni di anni fa, le prime Scuole dei Misteri, quando Atlantide correva il rischio di distruggersi per la malvagità spirituale. Da questi primi centri fiorirono altre Scuole Misteriche in tutte le parti del continente Atlantideo. Nel momento in cui gli Atlantidei erano all'apogeo del loro splendore materiale, queste scuole lavoravano con molta difficoltà per arginare la crescente marea della stregoneria. Molti — milioni, probabilmente — furono salvati con la fondazione dei Misteri. I più risvegliati della razza cercavano intuitivamente di allenarsi lì, mentre la grande massa dell'umanità, sebbene incapace di partecipare ai riti sacri dell'iniziazione a causa di uno sviluppo interiore insufficiente, tuttavia fu aiutata dalla radiosità indiretta della forza spirituale.
Comunque, vi erano quelli che avevano gustato il male e lo trovavano di loro gradimento, e i cui cuori induriti li portarono a ricevere istruzioni nella disciplina del male. Contemporaneamente, quindi, con la fondazione dei centri spirituali di luce e verità, furono fondate anche le scuole del male, e quelli che s'erano impegnati facendo voto divennero, nel tempo, gli adepti della mano sinistra. I signori della luce e della verità si unirono in una tranquilla, invincibile forza, "per resistere alle terribili e crescenti iniquità degli Adepti della mano sinistra, gli Atlantidei. Questo determinò la fondazione di Scuole ancora più Segrete, templi del sapere e di Misteri inaccessibili a tutti se non dopo le prove più terribili e le probazioni . . . I Misteri erano impartiti agli eletti di quella Razza quando i comuni Atlantidei avevano cominciato a cadere troppo facilmente nel peccato per poter apprendere i segreti della Natura." (Ibid. 14: 251, 246)
Ora venne il momento più drammatico — un momento di milioni di anni fa — nell'intera storia di questa ronda: il punto di svolta del ciclo dalla materia allo spirito. A metà della quarta razza radice in questa quarta ronda gli Atlantidei affrontarono l'equilibrio tra spirito e materia: in che modo la bilancia avrebbero oscillato? Verso la luce e lo spirito, e la liberazione finale dell'umanità? Verso le tenebre e la materia, e l'asservimento dell'umanità? Un grande tremore scosse la terra: la spiritualità innata si sarebbe dimostrata più forte del peso dell'acquisita materialità? L'umanità sarebbe ascesa sull'arco luminoso o sarebbe caduta precipitosamente nell'abisso della materia sull'oscuro arco discendente? Dei bilioni di esseri umani i cui cuori dovevano essere vagliati contro la piuma dello spirito, ciascuno doveva superare da solo la fatidica prova: il fallimento, ed essere spazzato via verso il basso nella materialità ancora più grande, incapace di risorgere con lo spirito durante l'attuale grande ciclo mondiale; il successo, e la risalita verso l'alto nella corrente generale del progresso evolutivo, affinché possa essere di nuovo recuperata l'unità auto-cosciente con la divinità.
Il momento di circa un milione di anni fa passò. Fortunatamente per la razza umana, e dovuto in gran parte agli sforzi delle Scuole dei Misteri, la maggior parte ritenne sufficiente la consapevolezza della divinità per equilibrare la bilancia a suo favore. Una scelta inconscia per milioni, ma una scelta fatta dalla parte migliore delle loro nature — la cui esigua maggioranza forse non sarà mai conosciuta.
Ci fu una serie di cataclismi, e le scorie plumbee della quarta razza affondarono nel loro destino, sommerse dalle acque del cielo e della terra quando inondarono il continente secondo la legge karmica. Insieme alla sommersione di Atlantide, che si estese per parecchi milioni di anni, erano emerse terre in altre parti del globo, e furono popolate quando venne il tempo in cui certi gruppi di Atlantidei si stanziarono là in due o tre grandi ondate migratorie. (Studies in Occult Philosophy, di G. de Purucker, pp. 16-25)
Così la quarta razza radice diede vita alla quinta, la cui terra d'origine era il Deserto di Shamo o Gobi e gli altopiani circostanti — un paese i cui deserti sabbiosi non danno nessun indizio delle terre una volta ricche di vegetazione, dove foreste e laghi testimoniavano una successione di civiltà così grandi come non se ne sono mai conosciute al mondo. Qui per molti milioni di anni, mentre Atlantide era coinvolta nella sua lotta mortale, furono impiantati in un terreno fertile i semi della nuova razza.
La natura è benevola nel suo operato. Mentre la sua progenie umana deve affrontare e soddisfare le proprie conseguenze attraverso l'opera del karma e il reincorporamento fisico, tuttavia a ogni nuovo ciclo razziale la natura getta i suoi semi in un suolo trasformato da poco, affinché la razza-progenie possa essere concepita in purezza e nutrita spiritualmente. Popolata così dagli ego che erano rimasti puri e forti attraverso gli sconvolgimenti di Atlantide, aiutata ancora una volta dal ritorno, in mezzo a loro, degli esseri semidivini, la nuova razza divenne un punto focale di luce spirituale. Come il Maestro K. H. scrisse:
Gli Spiriti Planetari superiori, coloro i quali non possono più sbagliare . . . appaiono sulla terra solo all'origine di una nuova specie umana, all'incontro e alla chiusura dei due estremi del grande ciclo. Restano con l'uomo solo per il tempo richiesto, affinché le verità che insegnano s'imprimano nella mente plastica delle nuove razze tanto vividamente da impedirne la dispersione o la completa dimenticanza nelle epoche a venire, tra le generazioni future. La missione dello Spirito Planetario è quella di dare la Nota-Chiave della Veritá. — Le Lettere dei Mahatma ad A. P. Sinnett, Lettera IX
Contemporaneamente alla fondazione delle Scuole dei Misteri in Atlantide, all'incirca quattro o cinque milioni di anni fa, la quinta razza o Razza Ariana[4] stava lentamente venendo in esistenza, aiutata intensamente dagli ego spiritualmente raffinati, attratti lì da vincoli di parentela divina. Gradualmente fu preparato il terreno e, essendo stato compiuto il lavoro di far risuonare la "Nota-Chiave della Verità," i semidèi si ritirarono nelle loro sfere superiori. Un milione di anni fa, la nuova razza fu fatta entrare nell'esistenza adulta imprimendole la conoscenza delle "verità eterne."
Mentre i secoli passavano e le civiltà si susseguivano una dopo l'altra, l'amore della verità ancora una volta fu oscurato nei cuori umani, e gli antichi precetti caddero in disuso. I Misteri furono ritirati ancora di più, per cui la conoscenza una volta universale divenne l'apprezzata ricompensa che la Fraternità conferiva a una scelta minoranza, le cui vite erano dedicate alla verità e solo alla verità, non macchiate dalla debolezza o dall'ambizione egoistica. Con duratura persistenza lo scopo ininterrotto dei Misteri è rimasto di carattere triplice:
(1) La persistente spiritualizzazione della vita del pensiero umano, affinché la conoscenza delle cose spirituali possa penetrare nel cuore, e la vita, nel tempo, possa diventare una benedizione di pace invece che una tragedia di conflitto;
(2) Seminando il terreno di adepti, vivai per i futuri principianti, che attraverso le prove e l'iniziazione possano diventare idonei a ricevere la suprema dignità di essere qualificati come membri della grande Fratellanza, e:
(3) La salvaguardia della verità per le future razze, incontaminata dalla mano umana; e raffinare la conoscenza della verità attraverso la ricerca, da parte di veggenti allenati, dei segreti della natura nei mondi visibili e invisibili.
Il primo di questi scopi è attuato dalle periodiche apparizioni degli istruttori del mondo, gli ispiratori di quelle che in seguito diventarono le grandi scuole religiose e filosofiche: messaggeri della Loggia che vengono a periodi ciclici per far risuonare nuovamente la "Nota-Chiave della Verità." Quindi, ogni grande religione, ogni nobile filosofia, ogni fondamentale intuizione scientifica nacque dal Santuario, per divenire una nuova religione, una nuova filosofia, una nuova scienza, rinnovate per l'epoca e il popolo, ma antiche oltre il tempo, perché allevate nella matrice dell'antichità esoterica.
Tutto quello che è buono, nobile e grande nella natura umana, ogni facoltà e aspirazione divina, furono coltivati dai Sacerdoti-Filosofi che cercarono di svilupparli nei loro Iniziati. Il loro codice di etica, basato sull'altruismo è diventato universale. — Blavatsky, Collected Writings 14: 256
Il secondo di questi scopi richiede lunghe ere di realizzazione nelle scienze occulte; risvegliare il fuoco nascosto della divinità nell'anima umana, e attraverso l'accensione di quella fiamma bruciare le scorie dell'imperfezione, dell'ignavia, e dei desideri indegni provenienti dal cuore. Uno degli scopi impellenti di questa disciplina è di ripristinare nell'umanità la vista interiore, liberare la gente "da ogni periodo di essere schiavizzata da un uomo o da un'idea." (Blavatsky Collected Writings 14:251; vedere anche Le Lettere dei Mahatma, Lettera IX).
Il discepolo deve diventare vajradhara ("portatore adamantino"), un titolo usato per il Bodhisattva Gautama, il cui cuore dalle molte sfaccettature era sempre misericordioso nel riflettere il dolore umano, ma la cui essenza spirituale era come un diamante, profondamente intransigente al sottile mascheramento dell'illusione (māyā).
Il terzo di questi scopi è reso possibile attraverso la selezione dei nuovi principianti nella Fratellanza, affinché (a) la verità possa essere preservata incontaminata dall'egoismo umano; e (b) l'investigazione negli arcani della natura possa proseguire senza impedimenti, e i risultati di questa disanima da parte di generazioni di veggenti allenati siano verificati di continuo, e solo allora registrati come una realtà occulta a beneficio dell'umanità.
Per quanto riguarda il lavoro dei Maestri, il seguente scritto di uno del loro gruppo nel 1881 parla da solo:
Se per generazioni abbiamo "escluso il mondo dalla Conoscenza della nostra Sapienza" è a causa della sua assoluta immaturità; e se, nonostante le prove date, esso si rifiuterà di accettarne l'evidenza, alla Fine di questo ciclo ci ritireremo ancora una volta nella solitudine e nel nostro regno del silenzio . . . Ci siamo offerti di portare alla luce gli strati primordiali dell'essere umano, il suo carattere fondamentale, e di rivelare le meravigliose complicazioni del suo Sé interiore — cosa che non può mai essere conquistata dalla fisiologia o dalla psicologia, neppure nella loro espressione più avanzata — e di dimostrarlo scientificamente. A loro non importa se, scavando così profondamente, le rocce sono talmente scabre e aguzze che, nel penetrare in quell'oceano che essi non possono misurare, molti di noi periscono nell'ardua impresa; infatti, noi abbiamo esplorato e preparato la strada, mentre gli uomini di scienza devono solo raccogliere i frutti di ciò che abbiamo seminato. La nostra missione è quella di tuffarci e portare alla superficie le perle della Verità — la loro è quella di ripulirle e farne dei gioielli scientifici. E se rifiuteranno di . toccare il guscio deforme dell'ostrica sostenendo che non c'è né vi può essere alcuna perla preziosa dentro di essa, ancora una volta declineremo qualsiasi responsabilità di fronte al genere umano. — Le Lettere dei Mahatma, Lettera IX
Senza mai essere ringraziati, sconosciuti, non considerati, i Maestri vanno avanti con il loro lavoro compassionevole per l'illuminazione dell'umanità, un lavoro che non ha mai cessato di versare vitalità spirituale per molti milioni di anni, per continuare un altro di tali periodi se lo richiede la necessità, finché l'umanità si scuoterà dal suo letargo per unire ancora una volta il suo cuore alla verità. Il Maestro K. H. continua:
Per innumerevoli generazioni gli adepti hanno eretto un tempio di roccia imperituro, una gigantesca Torre di Pensiero Infinito in cui i Titani hanno dimorato e, se sarà necessario, dimoreranno da soli, emergendone solo alla fine d'ogni ciclo per invitare gli eletti del genere umano a cooperare con loro e ad aiutarli a loro volta a illuminare gli uomini superstiziosi. Noi proseguiremo in questo nostro lavoro periodico; e non ci lasceremo ostacolare nei nostri sforzi filantropici fino al giorno in cui sorgerà un nuovo continente di pensiero, tanto stabile da sostenere gli attacchi dell'opposizione e dell'ignorante malevolenza guidati dai Fratelli dell'Ombra. — Le Lettere dei Mahatma, Lettera IX
All'occhio spirituale d'aquila del veggente e del profeta di ogni razza, il filo d'Arianna si dipana oltre quel "periodo storico" senza interruzioni o errori, con sicurezza e prontezza, nella notte del tempo; e la mano che lo sostiene è troppo forte per farlo cadere, o che si spezzi. — La Dottrina Segreta 2: 67
Questo filo dell'esoterismo si allunga ancora ulteriormente all'alba della razza umana, dove "solo la Verità, insediata sulla sua alta roccia adamantina, è eterna e suprema" (Iside Svelata 1: v). Dov'è questa verità, questo telaio della storia esoterica, e qual è il modello della sua fabbrica? Nella casa della Fratellanza sta questo telaio, il cui ordito è formato dagli antichi fili dell'iniziazione tenuti in occulta tensione dal sacrificio degli adepti, e la cui trama è intessuta secolo dopo secolo poiché ogni unità nazionale fa girare i fili luminosi dell'esoterismo nei suoi centri Misterici.
La storia profana rivela scarsamente qualcosa che abbia un valore consecutivo, tranne nella misura in cui i reperti dei cerimoniali indicano tutti un medesimo tema. "Per avere una storia completa e consecutiva della nostra razza dal suo stadio incipiente fino ai nostri tempi" dobbiamo ricercare gli archivi arcaici. Solo da essi possiamo rintracciare, sia pure in uno schema vago, l'antico modello. Accedere a questi archivi, comunque, è privilegio soltanto degli adepti, perché questa "conoscenza è solo per i più alti Iniziati, che non ne fanno partecipi i loro discepoli" (La Dottrina Segreta 2: 437-8). Nondimeno, abbiamo ricevuto un dono inestimabile: il beneficio delle prove raccolte da coloro che hanno penetrato i veli degli adyta e hanno avuto la compassione di ritornare e condividere con noi una parte protetta della loro visione. Lo studio delle loro scoperte potrebbe, a prima vista, rivelare solo un modello incompleto ma, se fedelmente perseguito, questo studio indicherà con inconfondibile chiarezza l'unica sorgente universale della verità.
Dall'Asia Centrale, le cui terre comprendevano un vasto territorio, incluso il Deserto di Gobi o Shamo, le montagne di Tien Shan e Kuen Lun, le regioni del Baluchistan, Afghanistan, Persia e Turkestan, vennero gruppi di emigranti, in gran parte con la volontà determinata di conquistare e sottomettere; e molte furono le battaglie ingaggiate in quei primi tempi. Una causa primaria, ancora non riconosciuta dal popolino, era lo stimolo della Fratellanza, aiutata dal karma, di portare la luce dei Misteri in altre terre, diffondere l'antica saggezza in lungo e largo sulla superficie della terra:
Non fu una sola popolazione ad abitare e a costruire queste civiltà dell'Asia Centrale. Erano ondate ricorrenti della nostra attuale Quinta Razza Radice . . . essendo ciascuna di queste civiltà, a sua volta, una culla dalla quale crebbero colonie di pionieri inviati per portare luce e iniziazione a quelle che allora erano parti barbariche e incolte del mondo, come quella che ora è l'Europa, quella che ora è la Cina, quella che ora è la Siberia, quella che ora è l'India. — Studies in Occult Philosophy, di G. de Purucker, pp. 23, 22
A Bhārata-varsha o India vennero gli Ārya o i "meritevoli," un gruppo di emigranti che fondarono una civiltà e una cultura che ancora non ha rivali nella storia esoterica, le cui ramificazioni d'influenza spirituale si estesero fino all'Egitto, Asia Minore ed Europa. Un altro gruppo avanzò verso Occidente, in Egitto, il "dono del Nilo," come lo chiamava Erodoto e, mescolandosi al ceppo aborigeno, popolò le sue valli. Da quest'unione nacque una civiltà principesca, la cui gloria rimane dopo migliaia di secoli, tanto più che i suoi Misteri si diffusero in lungo e largo, e ogni nazione conquistata si assoggettò alla grandezza interiore dell'Egitto. Persia, Babilonia, Giudea e Creta, Grecia e Roma, tutte fanno risalire la loro ispirazione spirituale alle culture egiziane e dei primi ariani. Inoltre, queste primordiali civiltà erano così immense nel loro potere, che
vi sono documenti che mostrano i sacerdoti egiziani — Iniziati — che viaggiano in direzione Nord-Ovest, via terra, attraverso quello che in seguito divenne lo Stretto di Gibilterra; svoltare a Nord e attraversare i futuri insediamenti fenici della Gallia meridionale; poi ancora più a Nord, finché, raggiunta Carnac (Morbihan), tornarono di nuovo in Occidente e arrivarono, viaggiando sempre via terra, al Promontorio Nord-Occidentale del Nuovo Continente [le Isole Britanniche].
Qual'era lo scopo del loro lungo viaggio? E a quale antichità dobbiamo far risalire la data dei loro arrivi? Gli annali arcaici mostrano gli Iniziati della Seconda Sottorazza del ceppo Ariano che si spostano da una terra all'altra per sovrintendere alle costruzioni dei menhir e dei dolmen dei colossali Zodiaci in pietra, e dei luoghi di sepoltura che dovevano servire da ricettacoli alle ceneri delle future generazioni. — La Dottrina Segreta 2: 750
Quale fu la spinta principale di queste civiltà se non gli insegnamenti dei Misteri — insegnamenti che penetrarono nella vera vita del pensiero di queste nazioni, forse inconsapevoli della loro origine, non riconosciuti come esoterici dalle masse? Ciò nonostante, costituirono l'ispirazione dell'artista nella sua ricerca della divinità, l'intuizione del poeta nel suo anelito alla verità, e l'armonia risonante del musicista quando cercava la musica delle sfere. Non è una frase inutile dire che tutte le cose di valore spirituale, intellettuale e artistico, sono nate come radici e semi dal Santuario.
Cosa sono le pietre e i papiri se non testimonianze delle antiche verità a lungo dimenticate? Le scene della pesatura del cuore contro la piuma della verità nel papiro di Pert Em Hru — "Venuto alla Luce del Giorno" comunemente conosciuto come Il Libro dei Morti — ritrae simbolicamente e allegoricamente ciò che effettivamente avveniva nelle camere delle piramidi dell'Iniziazione. Testimonianza vivente è la Grande Piramide di Khufu o Cheope, cui H. P. Blavatsky accenna più di una volta, che risale ad almeno 75.000 anni a.C., se non di più (Vedi La Dottrina Segreta 2: 432, 750).
Che dire dei Druidi e delle loro antiche cerimonie sotto la quercia e il mirto, con i loro monumenti di pietra orientati in modo che i raggi del sole che sorge tocchino la fronte del candidato quando si risveglia dal suo giaciglio dell'iniziazione "rivestito di sole," letteralmente in fiamme con la gloria solare? Da dove proveniva l'allenamento dei loro candidati, in tre gradi, un allenamento che richiedeva un'assoluta purezza morale, vigore spirituale, e una profonda comprensione della verità?
Che dire della Persia e della sua lunga serie di Zoroastri, nei cui centri dalle sette camere mistiche erano insegnate verità di grande valore intellettuale e spirituale ai neofiti che si sottoponevano alla tradizionale dottrina dei Misteri? E da quale altra sorgente nascevano i Magi se non dall'arcaica madre dell'Occultismo? Che dire dei Misteri Orfici, la cui disciplina austera e i concetti esoterici potrebbero aver avuto sulla cultura greca un impatto più forte dei Misteri Eleusini, così popolari per secoli? Gli insegnamenti di Orfeo non denotano forse un'origine orientale, che ricorda quelli degli āśrama dell'India, i templi dei Misteri? Pitagora e Platone non viaggiarono nelle sezioni dell'India e riportarono ai loro discepoli lo stesso modello dell'esoterismo?
Potremmo andare avanti così, con il misticismo norreno e germanico, le filosofie hindu e cinesi, i rituali greci e romani — che tessono un solo modello in un tema universale, un tema applicabile a tutte le epoche, a tutte le nazioni, perché capace di infinite variazioni. Per afferrare il significato interno di una Scuola dei Misteri dobbiamo percepire l'identità sacra di tutte — non nei dettagli e nell'interpretazione etnica, ma nei principi essenziali dell'esoterismo.
Qual è, quindi, la prova della verità? Un elemento basilare è l'universalità: è stata insegnata da tutti coloro che sono stati "rivestiti con il sole centrale" dell'iniziazione! Gautama Buddha istruì i suoi discepoli con la stessa dottrina, come fece Gesù Cristo. Śaṅkarāchārya non insegnò forse lo stesso esoterismo come fecero Pitagora ed Empedocle? Zoroastro e Tsong-kha-pa nacquero nell'adeptato dallo stesso grembo della camera dell'iniziazione, come Apollonio di Tiana, Orfeo o Lao-Tzŭ? La Persia e la Grecia, la Cina e l'antica America, l'Islanda, il Galles e Babilonia, non hanno tutte ricevuto lo stesso messaggio che, spogliato dei rivestimenti esterni, è uno nei suoi principi essenziali? Sicuramente è così, perché questi modelli sono stati intessuti su un solo telaio — il telaio senza tempo della verità.
Queste Scuole dei Misteri non sono un sistema unico ma, basate sulla struttura spirituale dell'universo, erano
fondate per gli stessi motivi di compassione che presiedevano agli atti dei grandi attori del dramma primordiale, gli atti d'apertura del nostro manvantara. Copiavano, come fossero in miniatura, ciò che avveniva in quei periodi primitivi, e ciò che avveniva nella vita effettiva della Gerarchia della Compassione sulla nostra terra, o meglio, quella sezione della Gerarchia della Compassione che chiamiamo la Grande Loggia Bianca. — G. de Purucker, Fundamentals of the Esoteric Philosophy, 2.a ed., p. 322
Un'umanità primordiale, molte ramificazioni; un solo insegnamento Misterico, molte Scuole dei Misteri¸ un solo modello arcaico, molte variazioni di colore e struttura perché ciascuna nazione fornisce la trama dei suoi Misteri nazionali. Tre sono le varianti della motivazione, come vediamo dal presente:
(1) La rivelazione originaria della verità all'umanità bambina da parte degli istruttori divini che lavoravano in assonanza con la spiritualità planetaria della nostra terra e che, attraverso i primi millenni, riunirono con successo pochi eletti in un centro di luce esoterica — la Grande Fratellanza.
(2) La seconda rivelazione che scaturì direttamente come il frutto della prima: le influenze spiritualizzanti emanate incessantemente dalla Fratellanza, e più specificamente energizzate a intervalli ciclici dai loro discepoli, i grandi insegnanti del mondo;
(3) La terza rivelazione nata come progenie della (1) e della (2): la penetrazione della verità nella vita umana attraverso le Scuole dei Misteri, i centri di disciplina esoterica, nelle cui camere interne ha luogo solo l'iniziazione degli "eletti," ma nei cui cortili esterni il mondo intero può cercare di entrare per imparare le verità fondamentali, affinché la vita possa nobilitarsi e la morte accettata in modo naturale come lo è il sonno. Questo è il modello dell'esoterismo intessuto secolo per secolo sul telaio della verità.
Tutta l'essenza della verità non può essere trasmessa da bocca a orecchio. Nessuna penna può descriverla, nemmeno quella dell'Angelo Archivista, a meno che l'uomo trovi la risposta nel santuario del suo cuore, nelle profondità più intime delle sue intuizioni divine. — La Dottrina Segreta 2: 516
Come sono queste "profondità più intime" da scandagliare affinché la si possa acquisire la conoscenza della realtà? Attraverso l'allenamento, la disciplina, e la saggezza innata. Quest'allenamento e questa disciplina dell'anima sono il marchio distintivo dei Collegi Misterici, che fin dal loro inizio sono stati divisi in due parti: la forma exoterica comunemente nota come i Misteri Minori, aperti a tutti i candidati sinceri e degni di un sapere più profondo; e la forma esoterica, i Misteri Maggiori, le cui porte si aprono solo a pochi, e la cui iniziazione nell'adeptato è la ricompensa di coloro la cui nobiltà interiore li rende capaci di sottoporsi al rito solare (vedi Capitoli 8 e 9).
La testimonianza universale di pietre e papiri, simboli e allegorie, grotte e cripte, ci parla della duplice prova dei neofiti. L'Avatāra Gesù parlava alle masse in parabole, ma "quand'erano soli, spiegava tutte le cose ai suoi discepoli (Marco 4:34). Gli Esseni avevano i loro Misteri Maggiori e Minori, e si crede che Gesù di Nazareth sia stato iniziato in quelli Maggiori.
I buddhisti cinesi conservano una tradizione molto amata: che il Buddha Gautama avesse due dottrine, una per il popolo e i suoi discepoli laici, l'altra per i suoi arhat. Il suo principio immutabile era:
non rifiutare a nessuno l'ammissione nei ranghi dei candidati allo stato di Arhat, ma non divulgare mai i misteri finali se non a coloro che hanno provato, durante lunghi anni di probazione, di essere degni dell'Iniziazione. — "La Dottrina degli Avatāra," Blavatsky Collected Writings, vol. 14: 370
L'intensità del proposito contraddistingue gli iniziati ebrei nel velare i loro insegnamenti. Alle masse insegnavano la Tōrāh, la "Legge," ma ai pochi insegnavano la sua interpretazione non scritta, la "Saggezza Segreta" — ḥokmāh nistorāh — "nell'oscurità, in un luogo deserto, e dopo molte prove terribili. . . . Elargita solo come un mistero, era comunicata oralmente al candidato, faccia a faccia e da bocca a orecchio." Anche i Magi persiani e caldei erano di due caste: "gli iniziati e coloro ai quali era permesso di officiare solo nei riti popolari" (vedi Iside Svelata 2: 306, nota, e The Kabbalah, di Christian D. Ginsburg, p. 86).
Eleusi e la Samotracia sono dipinte in una squisita silhouette contro il cielo blu scuro della storia. Gli studiosi classici ci dicono che i Misteri Minori erano rappresentati a primavera ad Agrai, vicino ad Atene, mentre i Misteri Maggiori erano celebrati in autunno ad Eleusi. Nei Misteri Minori i candidati che sperimentavano i primi riti erano chiamati mystai (quelli con gli occhi e la bocca chiusi). Nei Misteri Maggiori i mystai diventavano epoptai (dalla vista chiara), che partecipavano ai Misteri del divino Elysion — cioè, la comunione con il divino.
Ugualmente, gli arhat hindu, gli skald scandinavi e i bardi gallesi, proteggevano l'anima dell'esoterismo con la santità delle loro vite e la disciplina della loro tradizione sacra:
Presso ogni tempio vi erano gli "ierofanti" del santuario interiore, e il clero secolare che non era nemmeno istruito nei Misteri. — Iside Svelata 2:306 nota)
Inoltre, in tutti i paesi antichi "ogni grande tempio aveva la sua Scuola Misterica privata o segreta, che era sconosciuta alle masse o parzialmente conosciuta," e che vi era annessa come un corpo segreto. Una Scuola Misterica non è necessariamente una scuola di persone che si trovano in qualche luogo specifico, con una località definita e stabilizzata nel tempo, e in condizioni fisiche di un ambiente sempre simile. Il lavoro deve svolgersi dove il bisogno è grande; e "l'errore di tutti gli studiosi e mistici è di evidenziare troppo i luoghi come Scuole dei Misteri." (Studies in Occult Philosophy, pp. 635, 634)
Che dire dei templi della Grecia e Roma, della Siria e della Giudea; i templi-grotte di Elephanta e Karli in India; i dagoba dei buddhisti moderni; le piramidi d'Egitto e Perù, Messico e Yucatan? Che dire di Stonehenge in Inghilterra; Carnac in Bretagna; Sippara in Assiria; Babilonia ed Erec in Babilonia; Ecbatana in Media, Bibracte in Gallia; e ultimo, ma non per importanza, Iona in Scozia, il cui sapere segreto era come un gioiello di saggezza collocato nel cuore della terra del nord? Dove sono adesso? Semplici nomi, vestigia, resti di uno splendore dimenticato — o così sembrerebbe.
Una Scuola dei Misteri non dipende dalla località; piuttosto, è un'associazione o fratellanza di individui spiritualmente disciplinati da un solo proposito comune, essere al servizio dell'umanità, un servizio reso con intelligenza e compassione, perché nato dall'amore e dalla saggezza. Tuttavia, è una realtà che alcuni centri sembrano essere favorevoli ad aver successo nelle cose spirituali più di altri. Perché, ad esempio, le antiche sedi dei Misteri erano quasi invariabilmente nei templi di roccia o grotte sotterranee, nelle foreste o nei passi montani, nelle camere delle piramidi o nelle cripte dei templi? Perché le correnti della luce astrale diventano più tranquille, apportano più pace, sono più pulite, il più lontano possibile dalla pazza folla. Raramente troveremo una sede di allenamento esoterico vicino a una grande metropoli, perché queste sono "vortici turbinanti . . . gangli, centri nervosi, nelle regioni inferiori della Luce Astrale." (La Tradizione Esoterica, cap. 21, p. 551)
Quindi, i luoghi dei Misteri Maggiori e delle loro Scuole di solito erano accuratamente scelti:
"erano quelli che non si prestavano a nessun tipo di edifici, soprattutto per la ragione che gli edifici avrebbero attirato subito l'attenzione e sarebbero diventati di dominio pubblico, ed è proprio questo che le Scuole più esoteriche e più segrete cercavano di evitare. Così qualche volta, quando i templi erano semplici sedi di rituali exoterici, le Scuole dei Misteri erano tenute appartate, in segreto, e di solito i loro incontri, raduni, riti iniziatici, avvenivano in grotte preparate con cura e nascoste al pubblico, a volte anche a cielo aperto come facevano i Druidi tra le querce nelle loro foreste quasi primitive in Gran Bretagna e Bretagna; e in alcuni casi non avevano nemmeno una sede permanente o una località; ma gli Iniziati ricevevano di volta in volta l'ordine d'incontrarsi e portare avanti le loro funzioni iniziatiche." — Studies in Occult Philosophy, p. 635
Sono i luoghi di quiete, di pace, di grande silenzio, ad attirare gli Adepti, e dove il segreto di Misteri Maggiori può effettivamente essere mantenuto. Lì, nei recessi delle loro camere iniziatiche, le forze e le correnti sono quelle della Luce Astrale, l'ākāśa, la sostanza tenue che corrisponde alle supreme correnti dello spirito e dell'intelletto. In questo modo la Fratellanza trasmette la sua potente vitalità spirituale alle camere dell'iniziazione, e il candidato, la cui anima dai sette raggi è in sintonia, può ricevere l'impronta divina.
Ogni paese ha i suoi metodi per preservare la conoscenza e la tradizione dei Misteri. I gradi sono contati variamente, a volte quattro, cinque, sette, o anche dieci; ma quali che siano le divisioni, durante i giorni della loro purezza essi onoravano tutti l'unico proposito divino di consumare il matrimonio spirituale del sé superiore con l'anima umana risvegliata, dalla cui unione nasce il veggente, l'adepto, il maestro di vita. Attraverso le devastazioni del tempo e del clericalismo, e il groviglio di intrighi e ignoranza in cui i riti esoterici sono impigliati, si percepisce la venerabile tradizione.
In Asia Minore, Teone di Smirne scrive di cinque gradi nel ciclo iniziatico: (1) "la purificazione preliminare," perché la partecipazione ai Misteri, "non dev'essere concessa indiscriminatamente a tutti coloro che lo desiderano"; (2) "la tradizione delle cose sacre" che costituisce "l'iniziazione vera e propria"; (3) la "rivelazione epoptica," in cui il candidato può sperimentare direttamente l'intuizione della verità; (4) "legare la testa e fissare la corona" — un chiaro riferimento all'autorità mistica ricevuta con la corona dell'iniziazione per trasmettere ad altri la tradizione sacra; e, infine (5) "l'amicizia e la comunione interiore" con la divinità — questo era considerato il Mistero più elevato e solenne di tutti, l'assimilazione assoluta della mente illuminata con il sé divino. (Teone di Smirne: Mathematica, pp. 8-9; vedi anche Iside Svelata 1: xiv-xiv, 2: 101)
In Persia, al tempo del Mitraismo, quando il dio sole era onorato al di sopra delle cose terrene, i gradi erano sette, e il candidato riceveva un nome pertinente a ciascun stadio di crescita interiore. Usando i nomi greco-latini che ci sono pervenuti, il neofito di primo grado era chiamato Corax, "corvo" — l'uccello nero, colui nel quale la luce della saggezza si era risvegliata solo parzialmente. Significava anche un servitore: uno che dona totalmente il suo cuore prima di ricevere l'ammissione al secondo grado, che era chiamato Cryphius, "occulto"; colui che era accettato come discepolo della tradizione esoterica; il terzo era Miles, "soldato," colui che aveva ricevuto un allenamento e una purificazione sufficienti per diventare un lavoratore in funzione del bene. Il quarto, Leo, "leone," emblema del potere solare — si riferisce alla quarta iniziazione in cui il candidato comincia la solarizzazione cosciente della natura mediante l'istruzione e un allenamento specializzato (vedi capitoli 7 e 8). Il quinto grado era conosciuto come Perses, "Persiano," che significava, per i Persiani di allora: colui che stava diventando spiritualmente umano — un mānasaputra, cioè nato dalla mente. Il sesto, Heliodromus, "messaggero o corriere di Helios (il sole)" si riferisce a Mercurio o Budha, come messaggero tra il sole nel cosmo e il sole nell'uomo: lo sbocciare di buddhi. Il settimo grado finale era chiamato Pater, "padre," lo stato di un Iniziato Completo (vedi The Ancient Mysteries, A Sourcebook, Marvin W. Meyer, editore, pp. 200-1; e anche La Tradizione Esoterica, cap. 17, p. 467)
Anche gli hindu avevano vari nomi per i loro discepoli che passavano da un grado all'altro. Ad esempio, in una scuola il candidato riceveva i nomi dei dieci avatāra di Vishṇu. Il neofito di primo grado era chiamato Matsya, "pesce,": colui che era ancora in basso sulla scala della conquista spirituale. Il secondo era chiamato Kūrma, "tartaruga": un passo più avanti nello sviluppo evolutivo. Il terzo grado era chiamato Varāha, "cinghiale," un ulteriore avanzamento nell'individualizzazione, mentre il quarto era chiamato Nara-simha, "uomo leone." Questo quarto stadio segna il punto di svolta tra i gradi preliminari dei Misteri Minori e i gradi avanzati dei Misteri Maggiori. L'appellativo di uomo leone si riferisce alla scelta richiesta all'aspirante tra il dominio sulle qualità dell'anima animale e la supremazia, da quel momento in poi, degli attributi veramente umani. Il successo nel quarto grado garantiva l'accesso al quinto, chiamato Vāmana, "nano," in cui il candidato assumeva le vesti della condizione umana occulta, sebbene quest'umanità fosse ancora infantile se paragonata alla piena maestria. Paraśu-Rāma, "Rama con un'ascia," il nome del neofito di sesto grado, indica colui che è capace di spianare a colpi d'ascia la sua strada, con equanimità attraverso i mondi dello spirito e della materia. Nel settimo grado il discepolo diventa pienamente umanizzato, ricevendo il nome di Rama, l'eroe del Rāmāyaṇa, un importante epopea dell'Indostan.
Gli ultimi tre gradi, l'ottavo, il nono e il decimo, sono chiamati rispettivamente Krishna, l'avatāra la cui morte introdusse il Kali yuga all'incirca 5000 anni fa. Buddha, la cui rinuncia al nirvana ha portato pace e luce a un mondo sofferente; e il finale, il decimo, Kalkin o Kalkī, l'avatāra dal "cavallo bianco," che deve ancora arrivare. Come si può notare nel Vishṇu Purāṇa, (Libro IV, cap. xxiv), egli è destinato ad apparire alla fine del Kali Yuga, o Età del Ferro, in sella a un cavallo bianco, con una spada sguainata risplendente come una cometa, per distruggere i malvagi, rinnovare la creazione, e ripristinare la purezza. Nell'antica simbologia, anche il cavallo simbolizzava il sole, e quindi il decimo avatāra verrà cavalcando il destriero della gloria solare per entrare nella Nuova Era rivestito dal sole dell'illuminazione spirituale.[5]
Mentre i gradi solitamente enumerati nei Misteri erano sette, dei tre gradi superiori al settimo sono stati dati solo degli accenni. Ma questi sarebbero così esoterici, che solo i più spiritualizzati dell'umanità potrebbero comprenderli, e quindi sottoporsi a queste divine iniziazioni.
In verità, sono rari coloro che diventano simili agli avatāra; ancora più rari "come rari sono i fiori dell'albero Udumbara," sono i Buddha. Come per il decimo e ultimo grado — questo non è stato descritto.
I Misteri Minori sono una preparazione del neofito per essere iniziato nei Misteri Maggiori attraverso vari gradi di purificazione e disciplina combinati con l'allenamento alla percezione intellettuale e spirituale. Com'è stato indicato nel capitolo precedente, sette erano i gradi usualmente riconosciuti, e i primi tre comprendevano i Misteri Minori. Il quarto grado è il punto di svolta decisivo: coloro che si sottoponevano alla disciplina e all'allenamento degli stadi preliminari erano messi alla prova nell'effettiva esperienza dell'auto-identificazione. Se il candidato supera questa quarta prova con successo, accede alla disciplina e alla purificazione più rigorose, e ad un rapporto più intimo tra insegnante ed allievo. Da quel momento è un discepolo impegnato, la sua volontà è impostata a passare con successo al quinto, al sesto, e al settimo grado, che comprendono i Misteri Maggiori.
Le prove dei Misteri Minori sono comparativamente semplici, ma quando il discepolo dimostra la sua serietà e abilità a sopportare le prove probatorie, l'allenamento diventa più rigoroso, le esigenze sulla sua natura più severe, e la mano del karma colpisce più duramente gli errori.
Due caratteristiche particolari segnano i Misteri Minori: (a) l'istruzione nelle scienze più profonde del cosmo; e (b) i riti drammatici che raffigurano quello che l'iniziando deve attraversare nei Misteri Maggiori senza aiuto esterno. Nei Misteri Eleusini, ad esempio, i riti sacri rappresentati agivano come un aiuto spirituale che stimolava il candidato a vivere la vita superiore, come pure a familiarizzare con il percorso del processo iniziatico.
Assistere o partecipare a un dramma è del tutto diverso dal soffrire l'esperienza pratica; anche così, questo serve a un rafforzamento preliminare per il neofito quando arriva il momento delle iniziazioni maggiori. I Misteri Minori sono stati conosciuti e approvati dalle menti più acute di tutte le epoche come istituzioni di suprema cultura per quelli che avevano dimostrato di essere meritevoli e idonei.
Dalle Scuole Misteriche, la conoscenza della verità permea gli strati mentali dell'ambiente circostante, poiché gli iniziati nei gradi preliminari si mescolano nel mondo. In Grecia e a Roma, quasi tutti i grandi uomini storicamente accertati erano iniziati di uno o più gradi dei Misteri Minori. Questo non riguardava gli assassini o i conquistatori armati, perché quasi universalmente non erano iniziati dei Misteri, sebbene nei giorni di declino dell'Impero Romano molti aspiranti di diverso calibro si sottoponevano ai riti introduttori in una maniera più o meno superficiale.
Di fatto, i Misteri nei tempi antichi erano considerati talmente elevati, che la preparazione ad accedere era ritenuta il dono più eccellente che un padre potesse lasciare in eredità ai suoi figli. All'età di sette anni, i ragazzi erano accolti e disciplinati nel cuore e nella mente, per cui, quando raggiungevano l'età adulta, assumevano il loro ruolo nel mondo e al tempo stesso esercitavano un'influenza edificante tra il popolo; o, se erano particolarmente favoriti per diritto di idoneità interiore, rimanevano nel Santuario e passavano, nella misura in cui erano capaci, nei Misteri Maggiori. Alcuni erano allenati al solo scopo d'insegnare le leggi della vita in sedi di alta cultura; altri ricevevano i riti preliminari per prepararsi a governare lo Stato con equanimità e onore. Altri ancora si sottoponevano alla disciplina e alla purificazione dei primi gradi, e poi dedicavano le loro vite a portare la bellezza all'umanità, sotto forma di scultura e colori, poesia e armonia. Così queste prime civiltà maturarono nelle cose spirituali sotto la guida di filosofi e capi di stato, artisti e musicisti iniziati.
Molte branche delle arti e delle scienze erano insegnate nei Misteri Minori, in particolare geografia, astronomia, chimica, fisiologia, psicologia, geologia, come pure la musica, la "più divina e spirituale delle arti" (Le Lettere dei Mahatma, Lettera XXIVb); ugualmente erano studiate l'arte e l'architettura, il cui "canone perduto delle proporzioni" fu immortalato nei templi greci. Queste scienze erano considerate come studi segreti dei Misteri, non per il motivo che potessero essere incomprese se insegnate come le insegnano oggi le scuole e le università, ma perché tali scienze ed arti erano studiate nel loro aspetto causale, piuttosto che in quello effettivo.
Gli antichi sono stati molto derisi perché nascondevano la conoscenza che anche un bambino potrebbe apprendere nelle sue forme più semplici. Certamente le forme più semplici erano insegnate apertamente, ma il loro sottofondo occulto era tenuto rigorosamente segreto (come lo è ancora oggi, sebbene il mondo in generale ipotizzi poco questo fatto) e ritenuto adatto solo a quelli che non avrebbero travisato la conoscenza ottenuta. La saggezza può essere mostrata altrettanto oggi quando, appena gli scienziati scoprono nuovi dispositivi, si trova subito l'opportunità per trasformare quell'invenzione a usi distruttivi? Siamo spinti ad ammirare la forza e la saggezza degli antichi, che sapevano come utilizzare al meglio la conoscenza, invece di elargirla indiscriminatamente a chi manca di controllo morale. Con la nostra boriosa superiorità non abbiamo ancora raggiunto tutte le linee della conoscenza scientifica dei nostri antichi antenati.
Come H. P. Blavatsky scrisse nel 1877:
Se i maestri moderni sono tanto più avanti degli antichi, perché non ci riportano le arti perdute dei nostri avi postdiluviani? Perché non ci danno gli indelebili colori di Luxor — la porpora di Tiro, il brillante vermiglio e l'abbagliante blu che decoravano le mura di quel luogo e che oggi sono freschi come il giorno in cui vennero applicati? L'indistruttibile cemento delle piramidi e degli antichi acquedotti; le lame di Damasco, che potevano essere ritorte come cavatappi senza spezzarsi; le stupende e ineguagliabili tinte dei vetri che si trovano nella polvere di antiche rovine e brillano alle finestre delle antiche cattedrali; e il segreto del vetro malleabile? E se la chimica è incapace di gareggiare in alcune arti perfino con il primo periodo medievale, perché si vanta di scoperte che, secondo ogni probabilità, erano perfettamente note migliaia di anni fa? Quanto più l'archeologia e la filologia progrediscono, tanto più umilianti per il nostro orgoglio sono le scoperte da loro fatte ogni giorno, e portano le più gloriose testimonianze in favore di coloro che, forse per la distanza della loro remota antichità, sono stati finora considerati ignoranti impelagati nei più profondi pantani della superstizione. — Iside Svelata 1: 239
Nei Misteri, la geografia non era un semplice studio topografico; piuttosto, le periodiche emersioni e sommersioni dei continenti erano il soggetto di investigazioni in accordo degli eventi della storia razziale; s'imparavano i centri segreti della terra e il nostro intimo rapporto con i due poli e i quattro angoli della bussola. HPB ne dà alcuni accenni suggestivi:
I due poli sono chiamati le estremità di sinistra e destra del nostro globo — quello destro è il Polo Nord — o la testa e i piedi della terra. Ogni azione benefica (astrale e cosmica) proviene dal Polo Nord; ogni influenza letale dal Polo Sud. Sono strettamente connessi con la magia della mano "destra" e "sinistra" e l'influenzano. — La Dottrina Segreta 2: 400 nota
La meteorologia era lo studio delle correnti del vento e della pioggia, non da un punto di vista effettivo, ma come apportatrici di energia vitale da tutte le parti del sistema solare e oltre. Lampi e tuoni, ecc., non erano semplicemente fenomeni elettromagnetici — parole che sono abbastanza precise ma, a meno che non siano intese occultamente, trasmettono poco più di un'affermazione sugli effetti prodotti. Se considerati dal punto di vista causale sono visti come manifestazioni esterne di forze interiori che irrompono dallo spazio cosmico nella nostra atmosfera e influenzano le vite della terra.
In Caldea, Egitto e Perù, Galles, Islanda e India, l'astrologia era guardata con venerazione. I suoi insegnamenti più profondi erano trasmessi da bocca a orecchio, perché allora erano considerati sacri e profondamente spirituali. Le semplici predizioni di fortuna e altre sciocchezze del genere erano considerate volgari agli occhi degli ierofanti. Le influenze riconosciute del sole e dei pianeti sugli esseri umani non erano viste come semplici meccanismi che costringevano gli individui a questo o quel carattere o modalità di condotta. Quest'interscambio di energie di vita planetari e solare tra gli esseri terrestri era intesa come una derivazione dalla nostra comune eredità galattica. La natura settenaria dei pianeti era tenuta in considerazione nel riconoscere la natura settenaria umana. Da qui, la mescolanza degli atomi di vita dai vari sistemi planetari con la terra, e viceversa, costituisce uno degli studi principali dell'astrologia esoterica.
Inoltre, la scienza di predire terribili avvenimenti ciclici sulla terra era praticata con precisione fin nei minimi dettagli, non solo in India,[6] ma anche in Caldea, i cui moderni rappresentanti di quattro e cinque mila anni all'incirca sostenevano ancora l'astrologia arcaica come una caratteristica preminente dei loro Misteri segreti. Il famoso ziggurat, l'alta torre di Borsippa in Babilonia, è un'evidente testimonianza per conoscere le settuplici influenze planetarie sull'umanità. Chiamati gli stadi delle sette sfere, ciascuna delle sue storie aveva un colore diverso, che indicava uno dei sette pianeti sacri. Sulla cima di uno ziggurat c'era un santuario sacro, spesso con una tavola o un lettino d'oro.
Così, quelli che al pubblico potevano sembrare semplici osservatori astronomici, erano centri segreti di allenamento nei quali l'astrologia esoterica dei recessi interni formava uno degli studi più importanti dei Misteri Minori. Erano studiate anche medicina e chirurgia, fisica e alchimia, poesia, matematica e filosofia, dal loro punto di vista interiore. Quest'istruzione non consiste nell'imparare a memoria decine di formule, ma nella percezione interiore del fondamento logico occulto, in modo che la conoscenza beneficamente applicata per gli altri possa, nel tempo, diventare saggezza.
Per quanto affascinanti all'immaginazione e di qualsiasi grado di stimolo intellettuale e psichico fossero per il neofito questi studi, non erano lo scopo principale dei Misteri. Sottostante a tutto l'allenamento della mente c'era lo stimolo impellente per la purificazione dell'anima mediante la disciplina e la contemplazione. Come stimolo e guida, erano messe in scena le rappresentazioni drammatiche della discesa del candidato negli Inferi, la sua prova nelle regioni inferiori affrontando e conquistando se stesso, la sua ascesa nel flusso della vita e della luce, che culminava nella comunione finale e "l'amicizia" con le divinità. Così efficaci erano i riti drammatici, che parteciparvi costituiva una parte cospicua dell'allenamento iniziatico in preparazione dei Misteri Maggiori.
Il raffronto tra i Misteri Minori com'erano praticati nel mondo antico con leggere variazioni di dettagli, rivela la storia universale della discesa agli Inferi nel simbolo della deità del frumento o mais. Il seme o il grano entra nelle regioni oscure della terra umida, molte sono le difficoltà da combattere, sia del suolo che dell'ambiente: "muore" nel dare la nascita alla radice e al gambo. Infine, quando finisce il periodo di germinazione, i teneri germogli del grano spuntano sulla superficie della terra, e nel tempo il seme diventa fiore con l'aiuto del sole e della pioggia. In maniera simile, il candidato "muore" nelle regioni del mondo sotterraneo, le sfere inferiori, dove egli affronta e supera le difficoltà dell'ambiente; spargendo il suo sé impermanente egli muore nel dare la nascita alla maestria in fase di sviluppo. Al momento appropriato, il discepolo che era sorge alle sfere della luce e della vita; impegnato al cospetto delle altre piante della divinità, egli trova l'amicizia con gli dèi e sboccia nel fiore completo dell'adeptato.
Così è drammatizzato, nell'immaginazione esoterica, il travaglio spirituale di coloro che "danno la nascita a se stessi" — DS 2:559) — come un antico manoscritto definisce la nascita dell'adepto nel neofito, l'iniziazione suprema.
I Misteri Maggiori ai quali accede il neofito, dopo aver completato con successo i gradi preliminari, costituiscono il concretizzarsi, mediante l'esperienza individuale, di ciò che è stato appreso nei Misteri Minori. In questa sezione superiore dell'allenamento esoterico, non è concessa alcuna alternativa. Il neofito deve affrontare se stesso e vincere — o morire. Tutti i tratti della sua complessa natura, da quelli divinamente ispirati fino alla materia grossolana, devono essere investigati e controllati. Da questo momento, l'aspirante deve aver sviluppato un vigore spirituale sufficiente a resistere alla realtà. Egli deve diventare la natura nelle sue regioni inferiori e superiori, superare la prova suprema dell'auto-identificazione, e conservare al tempo stesso l'integrità della sua anima.
Ancora nel secondo secolo, i riti dei Misteri Egiziani, per quanto modificati dall'influenza greca, erano rappresentati con la dovuta e appropriata venerazione. Discepoli provenienti dai paesi circostanti chiedevano di essere iniziati lì, come un avanzamento appropriato che succedeva alle loro cerimonie. Il latino Apuleio, filosofo platonico, descrive, nelle sue Metamorfosi o l'Asino d'Oro, l'iniziazione nei Misteri di Iside di un certo Lucio di Patre, ora unanimamente ritenuto come lo stesso Apuleio:
Ascolta, allora, e credi, perché ciò che ti dico è vero. Ho attirato la notte ai confini della morte, sono arrivato alla soglia di Proserpina [Ade], sono nato attraverso tutti gli elementi e sono ritornato in terra. Ho visto il sole brillare con splendore luminoso ai morti della notte, mi sono avvicinato agli dèi di sopra e agli dèi di sotto, e li ho adorati faccia a faccia. Guarda, ti ho detto cose delle quali, sebbene tu le abbia udite, non devi sapere ancora niente.
Ti racconterò, quindi, solo quello che può essere insegnato senza peccato alla comprensione dell'iniziato. Non appena venne il mattino e i riti erano completati, uscii rivestito dei dodici mantelli che sono indossati dall'iniziato, un abbigliamento che è massimamente sacro. . . . Il prezioso mantello ricadeva dalle mie spalle giù fino alla schiena e anche fino ai talloni, ed ero ornato, dovunque tu potresti posare l'occhio, da figure di bestie ricamate in diversi colori.[7] . . . Questo mantello è chiamato dagli iniziati il mantello dell'Olimpo. Nella mano destra reggevo una torcia fiammeggiante di fuoco, e la mia testa era inghirlandata da una bella corona di palma immacolata, le cui foglie risaltavano come raggi . . . adornata come il sole e impostata a immagine di un dio. — citato da Lewis Spence, The Mysteries of Egypt, pp. 70-1
Nei Misteri Maggiori il passaggio negli Inferi non è più come un rituale dei Misteri Minori ai quali partecipa il candidato. Egli deve ora avvicinarsi ai "confini della morte" con piena conoscenza, e nel rivestimento della coscienza dell'anima oltrepassare il velo della natura visibile nell'arena dei mondi invisibili:
Uno degli insegnamenti fondamentali dell'occultismo è che niente può essere veramente conosciuto senza essere sperimentato, vissuto . . . i diversi stati o gradi dell'iniziazione sono davvero un tipo di processo forzato per certi spiriti eletti, certe anime elette, che si sono dimostrati meritevoli . . . Questi diversi stadi o gradi dell'iniziazione sono segnati innanzitutto dalla purificazione preparatoria. Poi viene la "morte," una morte mistica. Il corpo e i principi inferiori, per così dire, sono paralizzati, e l'anima è temporaneamente liberata. E, in una certa misura, l'uomo interiore liberato è guidato, diretto e aiutato dagli iniziatori mentre passa in altre sfere e altri pianeti, e impara la loro natura diventando essi stessi, che è il solo modo con cui la conoscenza si radica nell'anima, nell'ego: diventare la cosa. — Fundamentals of the Esoteric Philosophy, pp. 258-59
La morte mistica costituisce la quarta iniziazione, che consiste non solo nella propria capacità di ricevere la luce spirituale, ma anche nel proprio potere di affrontare le tenebre del male con equanimità e con la morale risvegliata. Diventare una cosa è effettivamente unire la propria intelligenza cognitiva con l'essenza di quell'essere o cosa; in altre parole, assumere la natura di una tale entità per il tempo che dura. Quindi, la stretta unione della coscienza individuale con gli esseri nelle sfere inferiori a quelle umane significa davvero provare la resistenza dell'individuo: le esalazioni malefiche delle sfere inferiori soffocano i delicati petali dell'adepto che sta germogliando? Le sensuali delizie degli inferni inferiori hanno qualche attrazione per il neofito inflessibile nella sua decisione? Invece, assumere la natura degli esseri di sfere superiori a quelle umane impone una costituzione ugualmente temperata: la luminosità e lo splendore della verità non offuscata acceca l'anima? La visione della realtà rovinerà l'occhio della saggezza?
Questo quarto grado può essere considerato un preludio, un riflesso minore del settimo grado finale dell'iniziazione in cui l'individuo deve sottoporsi alla prova d'identificarsi in tutte le sfere dell'essere. Il completamento dell'intero ciclo iniziatico, quindi, richiede il risveglio e il rafforzamento di tutti i sette principi umani. Il candidato deve avere talmente accordato la sua lyra dalle sette corde, deve averla energizzata con l'armonia spirituale a un punto tale, che vibrerà in perfetta armonia con l'essenza spirituale dei sette principi o sfere del cosmo. Come il Maestro KH scrisse nel 1882 ad Allan O. Hume di Simla, India: "I gradi d'iniziazione dell'Adepto segnano le sette fasi in cui egli scopre il segreto dei settuplici principi della natura e dell'uomo, e risveglia i suoi poteri addormentati. (Le Lettere dei Mahatma, Lettera XV)
Sappiamo poco di questi gradi superiori. È naturale e, in verità, opportuno, perché in che modo le parole potrebbero descrivere quello che può essere compreso solo dall'iniziato? Come potrebbe ciò che è essenzialmente esoterico essere rivelato e conservare ancora la sua mistica integrità? Accenni importanti, comunque, sono stati dati riguardo al quinto, sesto e settimo grado.
Nella quinta iniziazione, l'iniziando "incontra il suo sé divino faccia a faccia, e per un periodo più lungo o più breve, diventa uno con lui" (Fundamentals of the Esoteric Philosophy, p. 283). I greci chiamavano questo grado teofania, un termine che significa "apparizione divina" o "il rivelarsi di una divinità," l'apparizione o manifestazione del
proprio Sé superiore all'uomo stesso. E mentre nel candidato comune questo sublime momento d'estasi intellettuale e di alta visione durava solo per un breve tempo, con l'ulteriore progresso spirituale del candidato più progredito spiritualmente, la comunione teofanica diventava sempre più duratura, finché, alla fine, l'uomo riconosceva se stesso, non solo come figlio spirituale del proprio dio, ma come quello stesso dio interiore nel suo essere essenziale. — Fundamentals of the Esoteric Philosophy, p. 447
La sesta iniziazione era completata come l'inevitabile percorso degli eventi che succedevano alla riuscita spiritualizzazione dell'intera natura. Questa era chiamata dai greci teopneustia — una parola che letteralmente significa "il respiro di dio" o "inspirazione divina" — là dove il discepolo
sentiva l'inspirazione dal suo dio interiore e diventava, così, ispirato, perché la parola ispirazione significa proprio "inspirazione." Con il passare del tempo e la purificazione più elevata del veicolo dell'anima, che è l'uomo stesso, quest'inspirazione o ispirazione diventava permanente. — Ibid.
In questo grado "il dio interiore del candidato inspira in lui, per un tempo più lungo o più breve, che dipende dal suo avanzamento, la saggezza e la conoscenza di tutto l'universo . . ."; e "nel sesto grado, invece del suo Sé Superiore, l'iniziando incontra un altro Uno, . . ." (Fundamentals, p. 284, 260)
Viene poi il settimo e ultimo dei gradi iniziatici prima che sia ottenuta la maestria. Di solito, quest'iniziazione ha luogo nel solstizio d'inverno. Gli antichi iniziati pagani ritenevano che i quattro punti dell'anno, i solstizi d'inverno e d'estate, e gli equinozi di primavera e d'autunno, rappresentassero il lavoro sacro nel cosmo. La nascita del sole all'inizio dell'anno per loro simbolizzava la nascita mistica dell'iniziato, ed è significativo che quasi tutti i grandi salvatori del mondo, come Gesù il Cristo, Kṛishṇa l'Avatāra, Apollonio di Tiana e altri, celebrano i loro "natali" in questo periodo sacro: la rinascita della divinità solare.
Questo settimo grado, che è chiamato teopatia — un termine greco che significa "la sofferenza per il proprio dio" o "il perdurare del divino" — è
Il mistero più sublime di tutti . . . l'iniziando, il candidato, soffriva egli stesso, abbandonava completamente se stesso per essere, per diventare un vero canale altruistico di comunicazione del proprio dio interiore, il suo sé superiore; si perdeva come se fosse nel sé maggiore del proprio sé superiore." — Fundamentals of Esoteric Philosophy, p. 447
Pochi sono invero coloro la cui forza d'animo è così grande da poter soffrire appieno la presenza della divinità. Questa è la ricompensa degli adepti superiori, il cui sacrificio e la cui saggezza circondano l'umanità con un muro di guardia adamantino, compassionevole e protettivo.
Nel settimo grado il neofito passa i portali del sole: "egli stesso diventa per un momento passeggero il Guardiano Meraviglioso" (Ibid., p. 260). L'iniziazione solare è completata: il neofito muore, e nasce l'insegnante.
Nell'allenamento più profondo dei Misteri, il discepolo deve non solo imparare a costruire il mistico vascello della coscienza risvegliata, che lo porterà di piano in piano ma, nel processo di un simile divenire individuale, deve riscoprire per se stesso i percorsi iniziatici senza età.
Nella sua saggezza e nella preveggenza, la natura è coerente dappertutto: una sola legge, un solo piano, una sola struttura. Con un'affascinante parsimonia, la natura progetta i sentieri dell'iniziazione attraverso i cicli del sonno e della morte. La morte e i suoi processi formano il cuore e il nucleo dei Misteri Maggiori: attraverso la morte dell'inferiore, il superiore trova la nascita. Se il seme non muore, il fiore non può sbocciare. Se il fiore non muore, il seme non può formarsi. "Chi perde la sua vita per amor mio la troverà." (Matteo 10: 39)
Il sonno è una morte incompleta — inconsciamente sperimentata; la morte è un sonno completo — inconsciamente sperimentato; l'iniziazione è un sonno o "morte" auto-cosciente degli elementi inferiori con una liberazione pienamente cosciente dell'anima spirituale lungo i sentieri del sonno e della morte.
Nel sonno il corpo "muore" imperfettamente, perché la corda d'oro rimane legata al corpo addormentato. Se l'anima non è appesantita dai desideri materiali, allora s'instaura una quiete naturale. Durante le brevi ore del sonno notturno, se il karma è favorevole, l'anima-spirito può ascendere fuori dalla sfera della terra lungo gli invisibili sentieri magnetici che portano ai regni superiori. L'ascesa è istantanea, seguita dal ritorno lungo gli stessi sentieri, finché l'anima, ancora una volta, rientra nel corpo che dorme e albeggia un nuovo giorno.
I sentieri del sonno attraversati notte dopo notte costituiscono un viaggio inconscio lungo i percorsi dell'iniziazione. Questo contatto momentaneo e non riconosciuto durante il sonno non è sprecato; la ripetizione dello stesso processo agisce come uno stimolo per la persona ordinaria. Se le aspirazioni continuano e la vita è resa più pura, deboli impressioni di bellezza e grandiosità penetreranno nell'anima, si manifesteranno delle intuizioni, e l'aspirante troverà ampie benedizioni nei suoi giorni attraverso la comunione notturna con le sfere superiori.
La morte segue gli stessi processi del sonno, solo che così è perfetta. Il corpo è gettato via per sempre e si dissolve; la corda d'oro è spezzata, e l'anima, liberata dai suoi elementi terrestri, entra nelle sfere della purificazione temporanea. Liberata e mondata dalle scorie terrestri, l'anima ascende al suo genitore spirituale, il sé superiore, e in una pace e una beatitudine impensabili prosegue lo stesso viaggio del sonno. In ciascuna delle case dello spazio, si ferma, più o meno a lungo, dipende dai legami di affinità precedentemente creati attraverso la passata esperienza dell'anima spirituale, finché, rafforzata dal contatto divino, ancora una volta ripercorre l'antico sentiero, e un bambino nasce sulla terra.
Così, nella morte i vecchi percorsi iniziatici sono seguiti dalla monade spirituale in un riconoscimento cosciente, ma in una valutazione ancora inconscia da parte dell'ordinaria anima umana.
Un essere umano ha molte sfaccettature: ha dentro di sé una monade divina, un'anima spirituale, e un'anima umana che agisce attraverso la sua natura vitale-astrale-fisica. Dobbiamo stare in guardia affinché l'inferiore non domini sul superiore, e d essere accuratamente attenti, in particolare nelle discussioni su questi temi sacri, per evitare di farci affascinare talmente dalla loro bellezza e splendore intellettuale, da dimenticarne il valore essenziale — quello dell'etica. A meno che un individuo abbia fatto dell'etica la base del suo carattere, il suo cuore e la sua mente saranno continuamente agitati dalle tempeste del desiderio.
Chi si preoccupa poco per tutto ciò che è al di là dell'immediato avrà una scarsa attrazione per cose più profonde, ma chi ha cominciato a pensare e a percepire intuitivamente può trovarsi irresistibilmente attratto verso l'antica saggezza. Comunque, a chi si sta già scuotendo dal sonno della materia, è ripetutamente consigliato di non ritenere che l'iniziazione sia proprio dietro l'angolo. Uno deve difendere il cuore dai desideri egoistici per i cosiddetti poteri occulti, così come si difenderebbe dal morso di un serpente. L'iniziazione cui si fa riferimento più in particolare nel capitolo precedente non è descritta ma ci sono solo accenni a quello che un giorno il discepolo meritevole può avere abbastanza fortuna di sperimentare.
Riepilogando, il viaggio iniziatico è ripetutamente attraversato: nel sonno, imperfettamente; nella morte, più perfettamente; di notte, dall'anima nel sonno; periodicamente, dall'anima nella morte. Inconsciamente sottomessa, la natura riscalda così ciò che l'anima deve un giorno seguire con la volontà e la coscienza pienamente attive. Quest'ultimo processo è il viaggio dell'iniziazione: la paralisi deliberata dell'influenza terrestre seguita dal viaggio auto-percepito attraverso ogni pausa e sfera del cosmo.
Ne La Tradizione Esoterica, G. de Purucker sviluppa così il concetto:
Lo scopo del passaggio post-mortem della Monade attraverso le varie catene planetarie è di potersi liberare, su ognuna di queste catene planetarie, del rivestimento, cioè il veicolo che appartiene all'essenza vitale di una tale catena planetaria. Solo così la Monade si spoglia, uno dopo l'altro, degli "strati" con cui si è rivestita durante il suo lungo viaggio evolutivo; e così, quando si è liberata di tutti i sette "rivestimenti," allora è pronta, perché affrancata e nel suo stato puro e spoglio, ad entrare nella sua nativa Casa spirituale. Quando comincia il viaggio di ritorno verso la catena planetaria della Terra, la Monade allora riattraversa tutti gli stessi sette pianeti, ma in ordine inverso a quello con cui era ascesa attraverso di essi, e in ognuno di tali pianeti che visita . . . raccoglie e riprende gli atomi di vita dei quali si riveste, formando così gli "strati" che aveva precedentemente lasciato cadere, gettati via, rispettivamente in ognuno di questi sette pianeti. — cap. 17, pp. 470-1
Questo viaggio è così importante, che i Misteri Maggiori rappresentavano quasi interamente i processi della morte mistica. Come affermato nel capitolo precedente, la quarta iniziazione comprendeva una parziale discesa nelle sfere inferiori, accompagnata da una parziale ascesa nelle sfere superiori. L'anima non ha ancora sviluppato sufficiente forza per sostenere la piena rivelazione dell'universo. C'è una leggenda babilonese che si riferisce a un insegnamento Misterico. Ishthar[8] discende negli Inferi e, arrivando ai cancelli di Arallu (Ade), si presenta bella e regale. Il decreto arcaico, comunque, esige che nessuno possa entrare nei recinti terrificanti degli Inferi se indossa gioielli o ornamenti.
Quindi, a ognuno dei cancelli successivi che Isthar deve oltrepassare, il custode le toglie dal petto qualche indumento o qualche ornamento: prima la corona, poi gli orecchini, poi la collana, poi gli ornamenti dal petto, poi la cintura dai molti gioielli, poi i lustrini dalle mani e dai piedi, e infine il suo perizoma. — Will Durant, The Story of Civilization 1: 238
Libera e pura, lei entra nella Terra del Non-Ritorno dove domina sua sorella Ereshkigal che, piena di gelosia, scaglia addosso a Isthar settanta malattie. Avendo superato le prove degli Inferi, Ishtar ripercorre i suoi passi attraverso i sette cancelli, ricevendo, in ordine inverso, gli ornamenti e i gioielli che aveva messo da parte nel suo viaggio discendente, e alla fine, appena ascende alle regioni della luce, Ishtar si adorna del settimo gioiello, la corona della gloria spirituale.
La discesa agli Inferi non è un processo automatico, ma una decisione volontaria di intraprendere il viaggio come una prova suprema d'integrità intellettuale e spirituale. Se il candidato ha successo, l'unione con il divino e la beatitudine superna saranno sue; se fallisce, allora sono in serbo la morte o la pazzia. Molto meglio se non si fosse mai avventurato in queste prove, perché, in verità, sono terrificanti. Ma non tutto è perduto, perché nella vita futura egli può ritentarci.
Se l'aspirante, mediante l'austerità, una devozione assoluta, disciplina e apprendimento, diventa come l'oro nel fuoco, il suo passaggio attraverso i mondi inferiori sarà veloce e sicuro. Con la fiamma della spiritualità che arde interiormente, il candidato coronato dal successo si eleva alle sfere superiori, dove il passaggio da pianeta a pianeta avviene in piena consapevolezza. Superando l'ultima prova, l'allievo ora diventa maestro, ritorna alla terra e al suo corpo in trance.
Il guardiano della camera dell'iniziazione, che ha vegliato il corpo del suo discepolo con pazienza e amorosa cura, si riempie di gioia: l'iniziazione è completata.
Quindici secoli fa risuonò la campana a morto dei Misteri in Occidente, quando l'imperatore Teodosio II bandì il paganesimo dall'Impero Romano, che a quel tempo includeva Tracia, Macedonia, Creta, Siria ed Egitto. Il colpo finale venne meno di un secolo dopo, nel 529 d.C., quando l'imperatore Giustiniano chiuse l'ultima scuola filosofica di Atene, l'Accademia fondata da Platone. A parte la soppressione di tutto ciò che non era cristiano e che una volta era stato ritenuto in gran parte bello e santo nei Misteri — il rituale sacro dell'unione dell'anima dell'aspirante con il sé superiore — era diventato un'orgia del tipo più degradato.
Mai nella storia dell'Occultismo passato o presente è stato detto che i Misteri — nella loro purezza e integrità spirituale — abbiano favorito la natura personale ed emotiva. È proprio per liberare l'anima dalle limitazioni, purificare il cuore e disciplinare la mente, che l'allenamento dei Misteri è così severo, perché nell'iniziazione solo la forza spirituale, solo un calibro adamantino, possono sostenere la dura prova della ricerca.
Nascita, crescita, maturità e senescenza, sono gli inevitabili processi della natura in tutti i suoi dipartimenti. Una Scuola dei Misteri non ha bisogno di subire una senescenza degenerata, più di quanto gli anni in declino di una persona abbiano bisogno di essere segnati dalla degradazione. Ma, per quanto ci riguarda, i semi della degenerazione e dell'ambizione sono troppo spesso seminati nell'apice del successo materiale. Anche per un genuino centro Misterico, se la sfida della crescita spirituale non s'incontra con un' austerità del cuore sempre più grande che nei giorni della probazione, i semi velenosi della decadenza interiore fanno radice e crescono. La degradazione prende il sopravvento sulla quiete, e la scuola decade. Lo spirito della Fratellanza si ritira, la superficie del rituale rimane.
La vera causa, quindi, della sparizione delle Scuole dei Misteri è sempre stata l'infedeltà interiore dei guardiani del tempio. Né la luce morirebbe se gli ierofanti rimanessero fedeli ai principi eterni della scuola, perché la Fratellanza sorveglia con occhio d'aquila ogni luce, e quando il richiamo è forte e l'appello alla verità potente, i Misteri rimangono puri e genuini.
Quando la razza umana o qualche sua ramificazione, o anche un individuo, fa un richiamo spirituale ed intellettuale in termini così forti, con un'energia spirituale così vibrante, con la vera fibra della vita interiore, interagisce effettivamente con il magnetismo spirituale di un insegnante, e il richiamo è udito invariabilmente nella Grande Fratellanza. E nel mondo appare un Inviato o Messaggero come suo rappresentante. I Misteri si sono sempre degenerati perché gli uomini sono coinvolti sempre di più nell'egoismo e nella ricerca personale delle vie del mondo materiale, e hanno perduto il contatto interiore, la coscienza interiore della comunione con i Poteri spirituali di cui abbiamo parlato sopra. — La Tradizione Esoterica, capitolo 22, p. 580
In Occultismo vi sono due sentieri: il sentiero della mano destra, della magia bianca e del progresso spirituale; e il sentiero della mano sinistra, della magia nera e del regresso spirituale. Non esiste un terzo sentiero di pausa o riposo. Se un individuo non va avanti, allora rimarrà indietro. La corrente del progresso evolutivo è in avanti, verso la luce dello spirito e della verità. Se uno non percorre questo sentiero, cade al margine; la carovana va avanti, l'ozioso resta indietro.
Più avanti uno procede sul sentiero dell'allenamento esoterico, più netta è la linea di demarcazione tra questi due sentieri; tuttavia, paradossalmente, proprio a causa dello sviluppo più intenso del discepolo, una sensibilità più raffinata verso ciò che è giusto e a ciò che è sbagliato, maggiori sono le profondità scandagliate, come pure le altezze raggiunte. La linea mediana della saggezza diventa sempre più elusiva quando si progredisce nelle cose spirituali. Non è contro le trappole complessive delle vite precedenti che il discepolo deve stare in guardia, ma contro le raffinate sottigliezze di Mara, il "tentatore," che con provvedimenti crudeli e insidiosi tenta implacabilmente l'anima.
Come dice un proverbio orientale, tra "la [magia] della mano destra e la magia della mano sinistra non vi è che un filo di ragnatela" (Blavatsky Collected Writings 14: 106). Chi vuole restare sul sentiero deve aggrapparsi con tutta la sua forza e il suo coraggio al filo della ragnatela della saggezza.
Una delle armi più efficienti delle forze oscure è il dubbio — dubitare di se stessi, delle proprie aspirazioni e della forza inerente. Dubitare è una reazione naturale del discepolato, ma uno stato altamente pericoloso finché persiste. Se non si determina con inflessibile decisione di proseguire — non importa quanto spesso uno cade o quanto grave sia l'errore — l'autocommiserazione prende il sopravvento e si apre la porta a un pericolo maggiore: il dubbio dell'insegnante, il dubbio della scuola, il dubbio della Fratellanza. Qui sboccia il seme fatale dello scompiglio interiore che, se non è rigettato dal cuore, crescerà nell'erbaccia dell'infedeltà.
Terribili sono le prove di un aspirante al chelaiato, e i moniti a chi è oltremodo impaziente sono stati severi. Come KH scrisse ad A. P. Sinnett nel 1881:
Chi s'impegna nello studio delle scienze occulte . . . "deve raggiungere la meta o perire. Una volta che si sia intrapreso seriamente il cammino che porta alla grande Conoscenza, dubitare significa rischiare la pazzia; fermarsi significa cadere; retrocedere è cadere a capofitto nell'abisso." — Le Lettere dei Mahatma, Lettera VIII
Tre sono i risultati dell'iniziazione: (a) successo; (b) fallimento che significa la morte; (c) fallimento parziale che di solito significa pazzia (vedi Fundamentals of the Esoteric Philosophy, p. 292). È per questo motivo che i futuri chela sono ripetutamente ammoniti contro l'eccessivo affrettarsi nell'Occultismo. È molto più sicuro rimanere nei cortili esterni del tempio della saggezza come coscienziosi e sinceri aspiranti a una conoscenza più grande, come apprendisti che si sforzano di praticare le antiche regole del Santuario: lealtà, dovere, e fedeltà altruistica alla causa dell'umanità. Se queste regole sono curate con affetto e tenute in considerazione attraverso le sofferenze e le angosce dell'esistenza umana, verrà inevitabilmente il momento in cui l'aiuto è disponibile e l'aspirante saprà di essere stato "accettato." Fino ad allora, è più saggio vivere una nobile vita nella posizione decretata dal karma.
Un fervore incauto per la disciplina spirituale, comunque, non è perlomeno così pericoloso come il desiderio personale per l'allenamento occulto semplicemente a fini personali. Fu la presuntuosa corsa ai poteri occulti che pose i presupposti della degenerazione delle Scuole Misteriche nei primi secoli della nostra era. Per centinaia d'anni i Misteri stavano lentamente perdendo la loro sacralità; troppi erano stati ammessi ai gradi preliminari, non in virtù dello sviluppo interiore ma per ragioni temporali. I riti divennero osservanze superficiali, e la percezione del merito interiore diminuì. Il dogma, il rituale e il clericalismo, lo spirito della verità e dell'esoterismo svanirono. I pochi — pochissimi, in verità — che erano rimasti fedeli al loro sacro impegno evitarono l'ambito dei Misteri, che nei tempi successivi dei romani erano diventati così completamente degenerati, da respingere dalle loro camere quelli i cui cuori cercavano solo ciò che genuinamente esoterico.
La luce si era ritirata, ma la Fratellanza lavora così compassionevolmente, che le verità sono state preservate nei simboli e sulle pietre, nelle allegorie e nei miti. Come H. P. Blavatsky scrive riguardo all'Egitto:
I suoi sacri Scribi e Ierofanti si sparsero sulla superficie della terra. Quelli che erano rimasti in Egitto, per paura che i sacri Misteri fossero profanati, furono costretti a cercare rifugio nei deserti e sulle montagne, per formare e stabilire società e fratellanze segrete — come gli Esseni, ad esempio; quelli che avevano attraversato gli oceani fino all'India e anche al Nuovo Mondo (ora chiamato così), si obbligarono con solenni giuramenti a mantenere il silenzio e a tenere segrete la loro Sacra Conoscenza e la Scienza; ma queste furono sepolte più profondamente che mai alla vista umana. Nell'Asia Centrale e nelle zone di confine dell'India settentrionale, la spada trionfante del discepolo di Aristotele spazzò via dal suo sentiero di conquista ogni vestigia di una Religione una volta pura: e i suoi Adepti si allontanarono sempre di più da quel sentiero nei punti più nascosti del globo. — Blavatsky Collected Writings 14: 294
Così, periodicamente si realizza il lavoro dei Fratelli dell'Ombra, la distruzione degli avamposti dei Misteri, mentre il nucleo e il cuore, la Fratellanza della Luce, rimangono integri. La mano delle tenebre non si stenderà mai sul cuore dell'esoterismo che batte fortemente anche oggi come faceva 18 milioni di anni fa, e continuerà a pulsare con un potere mai affievolito, fino alla morte del nostro sistema solare — e oltre. La luce della verità è la luce del sole spirituale del nostro universo. Fintanto che i suoi raggi brilleranno nel mondo del cuore, i raggi dello spirito riscalderanno i cuori umani. Nelle stimolanti parole di KH ad A. O. Hume:
Non abbiate paura; . . . la nostra conoscenza non svanirà dalla vista dell'uomo. Essa è il "dono degli dèi" e la reliquia più preziosa di tutte. I custodi della Luce sacra non hanno felicemente attraversato tanti secoli per naufragare sugli scogli dello scetticismo moderno. I nostri timonieri sono marinai troppo provetti per permetterci di temere un disastro del genere. Troveremo sempre dei volontari per dare il cambio alle sentinelle affaticate, e il mondo, per quanto si trovi in cattive condizioni nell'attuale periodo di transizione, di tanto in tanto può rifornirci ancora di uomini.— Le Lettere dei Mahatma, Lettera XXVIII
I greci erano abili nell'uso delle immagini per trasmettere profonde verità esoteriche, usando spesso la forma dello sport; o, ad esempio, ravvisando negli esercizi dello stadio un significato interno. Uno degli esempi più conosciuti di ciò era la rappresentazione, attraverso la corsa del tedoforo, della mistica linea di successione dei grandi insegnanti.
Nella corsa della torcia, il tedoforo correva da un posto all'altro. Quando raggiungeva la fine del suo percorso egli consegnava la torcia illuminata dalle sue mani a quello che stava aspettando, che subito la prendeva e, a sua volta, la consegnava a un altro che lo stava aspettando. Quest'esercizio dell'arena o dello stadio, per molti scrittori greci e latini simbolizzava la trasmissione della Luce di era in era, e si riferiva ai Tedofori che passano la Torcia della Verità di mano in mano attraverso il tempo senza fine. — La Tradizione Esoterica, cap. 22, p. 580.
Questo tramettere la luce della verità " attraverso il tempo senza fine" è stato oggetto di molte parabole Misteriche. I greci consideravano questa successione spirituale come la Catena d'Oro di Hermes, si estendeva, come essi ritenevano, ai regni dell'Olimpo, al "Padre Zeus, giù fino a una serie o linea di esseri spirituali e poi, attraverso alcuni eletti ed elevati esseri umani, agli uomini comuni." (La Tradizione Esoterica, cap. 22, p. 580)
G. de Purucker descrive questa successione mistica come guruparamparā, un composto sanscrito che significa letteralmente "la serie o successione ininterrotta degli insegnanti." Il termine indica una linea d' insegnanti, il cui scopo sublime, attraverso il passato, il presente e il futuro, un futuro distante, è sempre lo stesso: il lavoro di spiritualizzazione.
Le antiche Scuole dei Misteri di ogni paese del globo e di qualsiasi epoca nel tempo, hanno avuto ciascuna una successione d'Insegnanti autorizzati, che erano allenati a insegnare a loro volta; e fintanto che questa trasmissione della luce della Verità risultava una realtà in qualunque paese, era, in ogni senso, una vera intuizione spirituale. — La Tradizione Esoterica, cap. 22, p. 580
Un esempio rilevante di quest'antica trasmissione è "la famosa successione dei 'Buddha Viventi' del Tibet, che è reale, ma di un tipo piuttosto speciale." (La Tradizione Esoterica, cap. 22, p. 580)
Inoltre, nei Misteri Eleusini della Grecia,
gli ierofanti erano scelti da una sola famiglia, gli Eumolpidi, che vivevano ad Atene, e i tedofori erano scelti da un'altra famiglia, i Licomidi, che pure vivevano ad Atene; e abbiamo ragione nel credere che i Misteri della Samotracia, la sede di un altro rito più antico, e che erano, come i Misteri di Eleusi, una funzione di Stato, fossero rappresentati anche nella stessa maniera, con la trasmissione della tradizione ritenuta sacra e non comunicabile ai profani; e il vincolo d'unione fra gli iniziati di questi cosiddetti Misteri era considerato indissolubile, impossibile da sciogliere, perché la morte rafforzava semplicemente il legame." — Fundamentals of the Esoteric Philosophy, p. 217
In Persia, come pure in Egitto, troviamo questa linea di successione che si manifestava sotto un'altra forma. Ad esempio, c'erano i tredici o più Zoroastri, il cui contributo esoterico alla storia della Persia era l'ispirazione di quella che una volta era una potente civiltà:
Il numero dei Zoroastri che sono apparsi di epoca in epoca è confuso, fintanto che consideriamo, e consideriamo in modo sbagliato, che questi Zoroastri siano le personificazioni di un singolo ego, invece che di ego differenti che incarnano quello che possiamo considerare, dagli archivi occulti, come lo "spirito di Zoroastro." La verità della questione è che, nello schema e nella terminologia del Zoroastrismo, ogni Razza Radice e ogni sottorazza, e le razze minori di quest'ultima, ha il proprio Zoroastro o Zoroastri. Il termine Zoroastro, nel Zoroastrismo, ha lo stesso significato di quello che nel Buddhismo significa il termine Buddha, o il termine Avatāra nel Brāhmanesimo. Così ci furono grandi Zoroastri, e Zoroastri minori — l'aggettivo qualificante dipende dal lavoro svolto da ciascun Zoroastro e dalla sfera degli eventi. Quindi, possiamo dire, da un punto di vista, che i Zoroastri sono stati tredici di numero, da un altro punto di vista, quattordici; o, come i Manu nel Brāhmanesimo, o come i Buddha nel Buddhismo, possiamo moltiplicare ciascuno di essi ancora per sette, o anche per quattordici, se accettiamo ogni piccola ramificazione della razza con la guida dello spirito del suo Zoroastro. — Studies in Occult Philosophy, p. 636
In Egitto, Hermes Trismegisto ("Hermes il tre volte grandissimo") spicca su tutta la lunga serie di Hermes, i cui scritti e insegnamenti si basavano sulla dottrina degli antichi Misteri. Anche in Grecia troviamo i Misteri Orfici, dalle cui aule di istruzione esoterica vennero fuori molti che portavano il nome di Orfeo.
Cosa spingeva questi allievi a prendere i nomi dei loro insegnanti? Perché firmavano le loro opere, o davano istruzioni orali, in nome di Orfeo, Hermes, o Zoroastro? Era un tipo di plagio spirituale, o era piuttosto a causa di un'impellente gratitudine all'insegnante che aveva dato loro tutto, che aveva illuminato la fiamma del fuoco esoterico nei loro cuori? Sicuramente, quest'ultimo, perché qualsiasi messaggio avessero d'ispirazione e luce, non lo ritenevano loro, ma di "colui che me l'ha inviato." — "Ve lo trasmettiamo così come noi l'abbiamo ricevuto." Questa pratica ha angustiato gli storici posteriori, che si sono sempre sforzati ad attribuire delle etichette corrette alle cose, ma non possiamo aiutarli, possiamo solo amare questi antichi discepoli per quella lealtà d'animo che bandisce tutti i pensieri di grandezza individuale.
Il rapporto tra il discepolo e l'insegnante è il vincolo più sacro d'intimità spirituale. La gratitudine nasce dal discepolo, commisurata alla grandezza dell'anima; un cuore meschino sente solo risentimento quando gli sono offerte guida e protezione; ma un cuore grande arde nella fiamma della gratitudine amorosa e inestinguibile. I legami in questa Catena d'Oro di Hermes sono congiunti dalla gratitudine. Poiché ogni legame è in relazione con il legame del suo fratello, il cuore con il cuore, l'insegnante con l'allievo, l'allievo con l'insegnante — ciascun insegnante è l'allievo di un insegnante superiore, ciascun allievo è l'insegnante di un allievo inferiore — tutti uniti da legami infrangibili di amore, fedeltà, e gratitudine all'insegnante, alla Fratellanza, alla saggezza esoterica.
Come i segnali di fuoco dei tempi passati, che si accendevano e si spegnevano a turno dalla vetta di un monte all'altra, trasmettendo comunicazioni a lunga distanza, così vediamo una linea di "saggi" dal principio fino ai nostri giorni, i quali comunicavano la parola di sapienza ai loro successori diretti. Passando da veggente a veggente, la "Parola" abbaglia come un fulmine e, mentre porta via per sempre l'iniziatore dalla vista umana, permette al nuovo iniziato di vedere. — Iside Svelata 2:571
Questa "lunga linea di uomini saggi" è stata ininterrotta fin dalla metà della terza razza radice con due metodi: (a) l'effettiva reincarnazione degli adepti, e (b) il discepolo che diventa iniziato. In questo modo la Fratellanza rivitalizza i suoi membri attraverso la rinascita degli ierofanti, e la "seconda nascita" delle reclute provenienti dai ranghi delle camere Misteriche (vedi La Tradizione Esoterica, cap. 22, p. 580). Il "Passaggio della Parola" era il rito finale dell'iniziazione solare: senza di essa, nessuna trasmissione di autorità occulta poteva essere data dall'iniziatore al discepolo.
Quindi, la linea dell'autorità esoterica e della saggezza avanza in ordine seriale per gli adepti attraverso una serie di gradi del chelaiato; dagli adepti fino ai mahatma elevati; dai mahatma elevati ai buddha; dai buddha ai dhyāni-buddha; dai dhyāni-buddha alla guida spirituale che protegge la catena planetaria; dallo spirito della catena planetaria fino al cuore del sole. Veramente una linea di gloria luminosa che unisce i più umili discepoli della saggezza con il logos solare.
La Fratellanza dei grandi Esseri non abbandona mai l'umanità. Dietro e dentro questa Fratellanza pulsa l'eterno cuore della compassione. La sparizione delle Scuole dei Misteri dalla conoscenza pubblica non indica in alcun modo la sparizione del perenne sostegno dei Mahatma. Oggi i centri Misterici devono essere trovati in tutto il mondo, scrive H. P. Blavatsky, perché "l'Associazione Segreta è ancora viva e attiva più che mai" (Iside Svelata 2:100). Custodita gelosamente e con cura dai loro protettori, la località precisa di queste scuole è introvabile, tranne da chi è meritevole; comunque, un velo di segretezza non significa che non esistano.
Il corpo fisico rimane vivo e funzionante se il cuore cessa di pompare sangue nel sistema circolatorio, se gli organi non ricevono il loro flusso vitale dal cuore? Così è per il corpo spirituale della terra, il cui cuore mistico è Śambhala, e dai cui ventricoli il sangue di vita esoterico della Fratellanza defluisce nei centri organici. Ogni centro Misterico è un punto focale organico, ogni essere umano è una cellula vivente. Tutti sono in debito spirituale con il cuore centrale. È logico desumere che un cuore batta invano? È logico desumere che gli organi funzionino separatamente dal cuore? Tali conclusioni sono contro la ragione o l'esperienza.
Quindi, tre sono le distribuzioni di questo flusso esoterico di vita:
(1) Attraverso i Misteri exoterici ed esoterici. I Misteri exoterici o Minori sono ora "largamente rimpiazzati dalle diverse attività del Movimento Teosofico che è esso stesso esoterico come Movimento" (Studies in Occult Philosophy, p. 637). I Misteri Maggiori o esoterici, a causa della preponderanza della materia che acceca il mondo, sono attualmente molto più nascosti. Significativamente, per l'accresciuto bisogno di luce e verità, "i gruppi esoterici delle Scuole dei Misteri sono forse più numerosi oggi di quanto lo siano stati per migliaia di anni . . ." (Ibid.)
Questo fatto è di un'importanza di vasta portata per i ricercatori della verità. Una volta che il potere e la forza dell'antica saggezza s'impossessano della roccaforte del cuore, possiamo ricevere non solo una genuina elevazione spirituale attraverso il contatto con i Misteri exoterici ma, cosa più importante, possiamo metterci in una linea diretta d'ispirazione derivante dai Misteri esoterici, le sedi o centri organici della Fratellanza.
(2) Attraverso il punto centro della bussola nazionale. Nella circolazione delle influenze spirituali tutti i paesi sono in vibrazione magnetica e simpatetica con Śambhala. Ogni grande paese ha i suoi centri esoterici:
Così, un piccolo paese come l'Olanda potrebbe essere il centro di una segreta Scuola dei Misteri, le cui ramificazioni e la cui influenza si estenderebbero su metà dell'Europa . . . Ma, come dato di fatto, ogni singola unità nazionale del globo ha i suoi segreti protettori spirituali che, come corpo, formano un vero centro esoterico. Possiamo chiamarli i Guardiani di un popolo. Così la Britannia, la Germania, la Russia, hanno i loro Guardiani, come pure la Svizzera, la Francia, l'Italia, la Spagna, il Portogallo, Cina, India, Giappone, gli Stati Uniti, Messico, Canada, Brasile, ecc. — Ibid.
Questi guardiani nazionali occulti non si mescolano negli affari politici; il loro lavoro è "puramente spirituale, morale, intellettuale, e completamente benefico e, in verità, universale, ed è una guida silenziosa per le menti intuitive delle diverse razze." (Ibid., p. 638)
(3) Il terzo canale del lavoro esoterico è uno dei più affascinanti, ancora meno conosciuto: quello di preservare la conoscenza di era in era.
Vi sono effettivamente dei gruppi il cui solo lavoro è di formare centri occulti d'Iniziazione, di preparare studenti per il lavoro esoterico nel mondo, e per salvaguardare tesori preziosi, i cimeli della razza umana, tesori sia intellettuali che materiali. — Studies in Occult Philosophy, p. 637
Le generazioni di veggenti non sono superflue, né i grandi sistemi filosofici e religiosi si sono perduti nelle tenebre delle ere fuggenti. Tutto ciò che ha un valore essenzialmente spirituale è conservato negli archivi segreti del pianeta:
Vi sono, sparsi per il mondo, pochi pensosi e solitari studiosi, che trascorrono la vita nell'oscurità, lontani dai rumori mondani, studiando i grandi segreti dell'universo fisico e di quello spirituale. Essi hanno i loro archivi segreti nei quali sono custoditi i frutti del lavori scolastici di una lunga serie di eremiti, di cui sono i successori. La conoscenza dei loro primi padri, i saggi dell'India, Babilonia, Ninive, e della Tebe imperiale; le leggende e le tradizioni commentate dai maestri di Solone, di Pitagora e di Platone nelle sale di marmo di Eliopoli e di Sais; tradizioni che già al loro tempo sembravano appena brillare dietro le dense nebbie dle passato: tutto questo, e molto di più, è registrato sulla pergamena indistruttibile, ed è passato con gelosa cura da un adepto all'altro. — Iside Svelata 1: 557-8
Un giorno esploratori meritevoli riscopriranno le chiavi perdute, e i misteri saranno risolti uno dopo l'altro; i templi saranno portati alla luce; i segreti delle camere iniziatiche rivelati; la storia occulta del pianeta e delle razze umane saranno spiegati. Quando? Al momento giusto, un'ora non fissata dal capriccio o dalla fantasia, ma portata in esistenza come il terzo occhio ora "nascosto e inaccessibile con la massima cura" si apre ancor auna volta nella nascita esoterica.
Secondo G. de Purucker, il principale di questi centri segreti si trova a Śambhala, con diramazioni in Siria, Messico, Egitto, gli Stati Uniti e l'Europa, ciascuno "subordinato al gruppo-madre della Gerarchia Occulta di Śambhala. (Studies in Occult Philosophy, p. 637)
Nelle Lettere dei Mahatma, il Maestro M dà una mirabile descrizione di un ritiro segreto in cui il suo fratello e amico KH accede al silenzio di un'ulteriore iniziazione. I Maestri, anche se enormemente superiori a noi, sono ancora esseri umani — grandiosamente umani, ma nondimeno umani — e devono sottoporsi a ulteriori prove, ma queste iniziazioni sono di carattere superno. Il Maestro M descrive una delle prove di KH:
Due giorni dopo, quando il suo "ritiro" era già stato deciso, mi chiese congedandosi: "Vuoi sorvegliare il mio lavoro, vuoi provvedere affinché non vada in rovina?". Io promisi. Che cosa non gli avrei promesso in quell'istante! In un luogo di cui non si può parlare agli estranei, c'è un abisso attraversato da un fragile ponte d'erbe intrecciate, al di sotto del quale scorre un impetuoso torrente. Il membro più coraggioso dei vostri circoli alpini non oserebbe attraversarlo, poiché esso è sospeso come una ragnatela e sembra marcio e impraticabile. Eppure non è così; e chi osa avventurarsi e riesce — come riuscirà se è giusto e ne ha il permesso — giunge in una gola dal paesaggio di rara bellezza — in uno dei nostri luoghi e presso alcune delle nostre genti di cui non esiste alcun segno tra i geografi europei. A un tiro di pietra dalla vecchia Lamaseria s'erge l'antica torre nel cui seno hanno vissuto in gestazione generazioni di Bodhisatwa. Quivi ora riposa il vostro amico. — Lettera XXIX
Lì, nel Santuario, "sono in gestazione generazioni di Bodhisattva," tra i cui propositi esoterici c'è l'illuminazione dell'umanità. Attraverso tutte le angosce e dolori del mondo, questa forte rete di vitalità occulta scorre a ritmo incessante lungo le invisibili arterie e vene del corpo spirituale della nostra terra. Così profonda è la compassione della Fratellanza, così instancabile il suo lavoro, che fino a quando il battito cardiaco di ogni essere umano pulserà in armonia con il battito cardiaco della Grande Fratellanza, essa continuerà nel suo compito
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[1] Mircea Eliade, A History of Religious Ideas 1:294.
[2] Il nome dato nel 1850 da P. L. Sclater a una massa continentale che egli dimostrò, in campo zoologico, che un tempo si estendeva dall'Africa all'Australia (DS 2:7). Consultare Atlantis, The Antediluvian World, p. 32, di Ignatius Donnelly, e The Geographical Distribution of Animals, di Alfred Russel Wallace, Parte I, cap. 4, pp. 76-7.
[3] Tutte le citazioni dalla Tradizione Esoterica (capitoli e pagine) si riferiscono alla terza edizione revisionata in Inglese, 2011.
[4] Ariano deriva dal Sanscrito ārya, nobile, e originariamente riferito alle popolazioni indo-europee che migrarono dall'Asia Centrale verso l'Europa, il bacino Mediterraneo, la Persia, e la penisola Indiana. Nell'uso teosofico, la quinta razza o Razza Ariana denota più generalmente l'attuale ciclo d'evoluzione umana, che comprende, come la quarta razza, "quasi un numero infinito di razze e nazioni. (DS 2:433-4 e note)
[5] Vedi John Dowson, A Classical Dictionary of Hindu Mythology and Religion, Geography, History and Literature, 6.a edizione, p. 39; anche il Glossario Teosofico di H. P. Blavatsky, alla voce "Kalki Āvatar."
[6] Vedi Sūrya-Siddhānta di Asuramaya, il più antico testo d'astronomia esistente, DS 2:326.
[7] Il riferimento ai dodici mantelli e alle figure degli animali suggeriscono il passaggio mistico attraverso i dodici segni dello zodiaco.
[8] Una variante della Inanna sumerica.
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